Cambiamento.
É questa la parola chiave che accompagnerà le riflessioni del centro antiviolenza me.dea in avvicinamento al 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Cambiamento, quello che occorre per interrompere la scia di soprusi fisici e psicologici, le discriminazioni, le minacce, l’isolamento, le privazioni di libertà personali e sociali, a cui le donne ad ogni latitudine del mondo sono ancora costrette.
La violenza maschile sulle donne è un problema persistente, fondato su basi ideologiche e culturali radicate, alimentato da atteggiamenti e credenze introiettate, ha ricordato recentemente la Rete nazionale dei centri antiviolenza, D.i.Re. Per questo reprimere non basta: è necessaria una profonda trasformazione culturale per combatterla in modo efficace.
Occorrono azioni trasversali sulla scuola, la politica, gli spazi di condivisione e socialità, per rompere gli stereotipi e innescare un cambio di passo nelle relazioni tra i generi, in ambito affettivo, lavorativo, sociale.
Com’eravamo 70 anni fa lo ha raccontato magistralmente Paola Cortellesi nel suo primo film da regista “C’è ancora domani”, spaccato di una generazione di donne che silenziosamente e senza gesti eclatanti, nelle loro vite semplici, sono state portatrici di un cambiamento decisivo.
Questa strada non è ancora stata percorsa per intero, il cambiamento non è ancora completo per quello che riguarda la condizione femminile.
Il 25 novembre è l’occasione per fare un pezzo di strada in più, agire e alzare la voce contro la violenza maschile alle donne.
Saranno tante le iniziative sul territorio.
Il centro antiviolenza me.dea, come è ormai consuetudine da qualche anno, organizza un flash mob: appuntamento sabato 25 novembre alle ore 11, ad Alessandria, sotto i portici di Corso Roma, angolo Piazza Garibaldi. L’evento è dedicato alla lotta di tutte le donne resistenti, in varie parti del mondo, e in particolare a Narges Mohammadi, l’attivista iraniana premio Nobel per la Pace, rinchiusa nel famigerato carcere di Evin, a nord di Teheran, in sciopero della fame per protestare contro le condizioni carcerarie e la mancanza di cure mediche, non solo per lei ma per tutti i detenuti. Ci saranno letture dedicata alla resistenza iraniana e a seguire ci sarà un’installazione con le scarpe rosse, divenute strumento di sensibilizzazione sulla violenza di genere.
Come ogni anno, saranno molti gli eventi promossi dal territorio, con il coinvolgimento del centro antiviolenza – dibattiti, spettacoli teatrali, presentazioni di libri, webinar – e tornerà la vendita delle clementine antiviolenza, a cura di Confagricoltura Donna, con il supporto di Soroptimist International d’Italia. I prodotti si potranno prenotare allo 0131 43151 entro il 24 novembre.
“Come diciamo sempre, non possiamo abbassare la guardia – commenta la Presidente, Sarah Sclauzero. La violenza di genere resta un fatto diffusissimo nella nostra società e sul territorio. Gli accessi al centro antiviolenza me.dea sono in aumento del 25% rispetto allo scorso anno – 205 ad oggi, contro i 163 dello stesso periodo del 2022 . Le richieste di aiuto si fanno sempre più pressanti e la responsabilità che sentiamo verso queste donne, e verso quelle che non hanno ancora trovato la spinta giusta per chiedere aiuto, è grande. Il 25 novembre daremo voce a tutte loro, per lanciare un messaggio forte alla società: le cose devono cambiare e questo cambiamento non è più procrastinabile”.