di Graziella Zaccone Languzzi
1) Il 21 ottobre gli amici di Svegliati Alessandria hanno pubblicato questo filmato dopo una ricognizione sul ponte Meier.
In sostanza un esiguo intervento di manutenzione ordinaria, eseguito qualche settimana fa, con la riverniciatura di qualche metro di parapetto. Ben poca cosa rispetto alle necessità e ai punti critici che ormai sono evidenti nella struttura del ponte, come le stecche del parapetto mancanti e molte semistaccate. Speriamo che qualche bimbo appoggiandosi non finisca in acqua. A pochi anni dalla costruzione di questa importante struttura stiamo assistendo ad un (neanche troppo) lento e progressivo deterioramento di alcune parti che ne invalidano l’aspetto estetico, e potenzialmente anche aspetti strutturali e funzionali. I “ragazzi” di Svegliati Alessandria nel filmato denunciano anche un serio problema nel primo tratto della passeggiata Sisto, dove è visibile una profonda fenditura nel cemento armato del muraglione che costituisce l’argine a ridosso della città. Viene evidenziato che questa ferita nel corpo del cemento armato, già presente molti anni fa ma in misura ridotta, potrebbe costituire un vulnus pericoloso per la tenuta stessa del muraglione. Tutto ciò si vede nel video diventa un documento importante in caso di un evento calamitoso. A questo punto riporto questo interessante articolo del febbraio 2018, con le dichiarazioni dell’oggi assessore ai Lavori pubblici Serra (5 Stelle), al tempo consigliere di minoranza: “Ponte Meier: “problemi di sicurezza da risolvere. Dov’è il piano di manutenzione?” Serra chiedeva dov’è il piano di manutenzione. Bella domanda che oggi rivolgiamo a lui: dov’è il piano di manutenzione? E dove è il documento ancora mancate dopo circa otto anni dall’apertura al pubblico del Meier del Collaudo Tecnico Amministrativo? La stessa domanda la rivolgo all’oggi presidente del Consiglio comunale Giovanni Barosini, al tempo assessore ai lavori pubblici che rispose a Serra: “il piano di manutenzione sarà presentato insieme al collaudo amministrativo che dovrebbe essere concluso entro qualche mese, anche se io spero entro qualche settimana. La stima dei costi che si prospetta è alta. Quindi speriamo venga presentato in fretta questo piano, perché se ci sono già così tante problematiche, significa che c’è un problema di progettazione. E quindi la devono sistemare loro!” Dichiarazione dei primi di febbraio 2018, cinque anni fa. Questo è l’andazzo di lor signori, che nei vari ritardi, non mettono in conto che le stecche del parapetto poco fissate o mancanti e una crepa di quella portata nel muretto dell’argine della passeggiata Sisto possono creare un pericolo. E non si parli poi nel caso di tragica fatalità! Semmai di tragico dilettantismo.
Voto: 2
2) Eroico ponte Bormida (collaudato nel 1917!), ma è evidente che i problemi di viabilità, incidenti e sicurezza sono destinati ad aumentare. Da trent’anni ad Alessandria si parla di secondo ponte, ormai indispensabile e non più procrastinabile. Ogni maltempo, ogni imprevisto obbliga gli automobilisti ad utilizzare l’autostrada, o a fare ‘il giro dell’oca’. Quindi erdita di tempo, costi di carburante e autostrada, danno che si aggiunge ad una comprensibile incazzatura per tutte le persone che hanno solo quell’attraversamento per entrare o uscire dalla città.
Il 13 ottobre il sindaco Abonante sul secondo ponte ha dichiarato: “Il Governo sta cercando le risorse per procedere, abbiamo avuto un confronto con il sottosegretario Rixi e si stanno cercando le coperture necessarie da mettere in Finanziaria”. Dopo sette giorni, il 20 ottobre in un’intervista, sempre il sindaco ha fornito questa notizia: “Il governo finanzierà il secondo ponte sul Bormida”. La “sorprendente” notizia è che il viceministro Rixi, in un dialogo con Abonante, ‘avrebbe’ confermato che il governo ‘sarebbe’ (quindi non è ancora certo) disponibile a stanziare parecchi milioni di euro per aiutare la città di Alessandria che com’è noto si trova in difficoltà finanziarie. Insomma, prima i 66 euro del deficit del bilancio comunale, ora una cinquantina (tanti ne mancano, a spanne) per il ponte. Ma quanti soldi il Governo Meloni dovrebbe stanziare in Finanziaria per aiutare Alessandria, che è in fin dei conti soltanto uno dei circa 120 capoluoghi di provincia di questo Paese? Ma le sanno davvero queste cose a Roma, o si tratta di semplice ‘annuncite’ ad uso e consumo dei media alessandrini, e di quei pochi che ancora leggono le note di politica locale, sia pur magari per riderci sopra? Rimaniamo in attesa, ma chi pensa davvero che la Finanziaria possa portare ricchi doni ad Alessandria alzi la mano. La realtà è che per il secondo ponte sulla Bormida l’amministrazione Cuttica mise nel ‘salvadanaio’, grazie all’interessamento personale dell’on. Molinari, 18 milioni di euro provenienti dai finanziamenti di compensazione per il Terzo Valico per 11 milioni e dal Bando Periferie per 7 milioni. Non sappiamo dove siano quei fondi, ma è chiaro che da un anno e mezzo tutto è rimasto immobile, e rischia di ripetersi la stessa dinamica di vent’anni fa. E’ già successo nel 2002 quando il sindaco Francesca Calvo cessò il suo mandato e subentrò Mara Scagni. Francesca Calvo durante la sua amministrazione ottenne da Roma nel 1997, un fondo di 15 miliardi di lire che con l’arrivo dell’euro divennero circa 8 milioni, con l’ampia svalutazione, merito di Prodi e Padoa Schioppa, che tutti gli italiani all’epoca dovettero subire, pur di entrare a far parte della grande famiglia dell’Unione, con tutti i vantaggi che stiamo sperimentando in questi anni! All’epoca quel ‘tesoretto’ sarebbe dovuto servire per abbattere il Cittadella e costruire un ponte adeguato alle piene del Tanaro. Nel 2002 arrivò il centro sinistra, che invece di procedere con l’abbattimento del Cittadella e la costruzione di un nuovo ponte sul Tanaro spese parte di quel fondo per costanti monitoraggi della vecchia struttura e per realizzare opere di consolida
mento ‘di minima’ che avrebbero assicurato il recupero della sua stabilità. Questo si legge nel volume di Bilancio Sociale di mandato 2002/2005 a pag. 205. Cinque anni persi, ponte impercorribile perché ritenuto pericoloso, soldi buttati. Nel 2009 infatti il ponte Cittadella dovette essere abbattuto, e del fondo iniziale di 8 milioni di euro al Comune ne rimasero solo circa 3 milioni. Ho voluto ripercorrere questo pezzo di storia per far comprendere le stranezze di questa città. Un’ amministrazione lascia risorse per uno scopo, quella che arriva dopo che fa? Altre scelte, oppure attende sperando in aiuti esterni. La Finanziaria 2024 porterà risultati significativi ad Alessandria? Lo speriamo tutti, ma gli amministratori locali non possono pensare di insediarsi, e poi aspettare che cada la manna dal cielo, e basta. Oggi Alessandria mi sembra messa così: non trovate? Ma se dobbiamo essere governati da Roma, non sarebbe meglio gettare la spugna e chiedere direttamente l’intervento di un commissario prefettizio?
Voto: 2
3) “Cimici di letto: in Italia preoccupazione tra i cittadini”. Questa notizia l’avevo già letta un mese fa nel web riferita solo a ciò che stava accadendo a Parigi, ma leggerla su un nostro giornale locale preoccupa: “Cimici da letto in Francia, crescono i timori di un’infestazione mondiale: come prevenirne la diffusione. Boom delle richieste di intervento”. Da Parigi ci sono notizie sconvolgenti, un video mostra immagini sul marciapiede di una via centrale piena di materassi ammucchiati su entrambi i lati della strada. Migliaia di segnalazioni in tutto il Paese, sette scuole chiuse e 1.200 studenti rimasti a casa, disinfestazioni in aziende, alberghi e anche ospedali. Il governo francese teme una vera emergenza sanitaria ed economica, tanto che si è tenuta a Parigi una prima riunione interministeriale ad hoc. Con la globalizzazione tale notizia ha suscitato preoccupazione in alcuni paesi vicini come l’Italia. Il 5 ottobre il ministero della Salute dell’Algeria ha annunciato l’introduzione di misure preventive su aerei e navi per evitare la diffusione degli insetti nel proprio territorio, mentre il Regno Unito, temendo che le cimici dei letti arrivassero da Parigi a Londra, ha attivato controlli rigorosi sui treni Eurostar che collegano le due capitali. E l’Italia? Il Governo tra una guerra e l’altra sta affrontando seri problemi di cassa e ‘coperta corta’ causati da scelte discutibili dei governi precedenti, l’opposizione si affanna a produrre piazze e scioperi, quindi delle cimici preoccupiamoci noi. I sintomi post puntura sono l’insorgenza di lesioni eritematose o maculo-papulari di 2-5 millimetri di diametro pruriginose, sempre che non intervengano complicazioni batteriche. Le regioni del corpo più colpite sono viso, collo, mani e arti. I sintomi scompaiono da soli in massimo due settimane, ma se si vuole accelerare la guarigione si può fare ricorso a una crema a base di idrocortisone, se la situazione non è cambiata a causa di ulteriori infezioni o allergie. Quanto alla sua capacità vettoriale, la cimice del letto può veicolare oltre 40 agenti infettivi nell’apparato gastro-enterico, nelle feci, nella saliva e sul tegumento. E l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che fa? A che serve questo carrozzone che ha permesso la diffusione della pandemia Covid, e ora dorme anche di fronte alla cimice da letto?
Voto: 2