Martedì scorso a Palatium Vetus, in Sala del Broletto, è stato presentato il libro “I segreti del Tesoro di Marengo”, autore il giornalista Alberto Ballerino, Falsopiano Editore, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Il volume di Ballerino sul “Tesoro di Marengo” racchiude una pagina importante della storia della nostra provincia a cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ha sempre dedicato grande attenzione – dichiara il presidente, notaio Luciano Mariano –. Infatti, nel 2013, Palatium Vetus ha ospitato la prima e unica mostra di oggetti preziosi appartenenti al Tesoro, a distanza di 85 anni dal ritrovamento, avvenuto in circostanze tuttora ammantate da un velo di mistero. Una vicenda ricca di episodi che Ballerino ha approfondito attraverso ricerche analitiche e che ora si è arricchita di nuovi dati forniti dalle indagini archeometriche, a suo tempo finanziate dal nostro Ente, i cui risultati sono illustrati nella seconda parte dell’opera. Un documento storico che la Fondazione ha finanziato interamente, nell’ambito dei Grandi Progetti “Diffusione della Cultura” e ha deciso di mettere a disposizione degli studenti che frequentano l’ultimo anno delle secondarie di secondo grado e dei visitatori del Museo di Marengo nell’ottica di fornire un ulteriore strumento di comprensione della storia della nostra provincia.
La storia
Nel 1928, presso la cascina Pederbona, alle porte di Alessandria, viene trovato un tesoro romano, denominato il “Tesoro di Marengo”, costituito da un eccezionale complesso di oggetti in argento che, oggi, è esposto presso il Museo di Antichità di Torino. La sua storia è molto suggestiva, sia per quanto riguarda l’origine dei suoi straordinari arredi sia per le complesse e intricate vicende del ritrovamento. Gerarchi fascisti, spregiudicati antiquari, collezionisti, giornalisti, studiosi, archeologi sono i protagonisti di una vicenda che diventa pretesto per esplorare i meccanismi della politica culturale italiana, dagli anni del regime a quelli della repubblica. Il libro si basa sui risultati delle ricerche e degli studi realizzati nel nuovo Millennio e ad essi aggiunge nuovi elementi storici significativi, in particolare le violenze inflitte nel Palazzo Littorio di Alessandria all’uomo che aveva diretto gli scavi da cui fortuitamente emersero questi fantastici argenti.
Il volume
Una ricostruzione rigorosa, basata sul riferimento continuo delle fonti, che ha però il ritmo di un racconto poliziesco. Il giallo questa volta non è il frutto della fantasia di uno scrittore ma di fatti avvenuti realmente, a dimostrazione del fatto che la storia può essere più avvincente e sorprendente di ogni invenzione letteraria. Affascinante è anche la rivisitazione delle ipotesi sulle origini di questi splendidi arredi avanzate nel tempo dagli studiosi: si passa dai saccheggi del tardo impero fino allo stanziamento longobardo emerso da recenti scavi nella zona di Marengo. Una storia che, insieme all’analisi dei singoli oggetti, permette una immersione a 360 gradi nell’antichità pagana, nelle sue ideologie e nella sua straordinaria vitalità artistica.
Alla presentazione del volume sono intervenuti anche Cesare Manganelli, direttore della Biblioteca dell’ISRAL (Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria), Antonella Ferraris, responsabile della sezione didattica dell’ISRAL, e l’autore Alberto Ballerino.