Preoccupazione per la presenza di Mal dell’esca e la recrudescenza della flavescenza dorata
“Le aspettative erano altre. L’annata si presentava decisamente migliore dal punto di vista quantitativo. Purtroppo il clima ha nuovamente messo a dura prova i vigneti. La siccità ha compromesso la produzione soprattutto nelle aree collinari dove la pioggia caduta nelle scorse settimane, a causa dell’effetto scorrimento, non ha dato sollievo al terreno. E’ andata meglio in pianura ma non in modo così rilevante. Insomma, le viti hanno sete. Risultato, ci troviamo di fronte ad una vendemmia anomala e disomogenea come già accaduto lo scorso anno. Nel complesso, però, la produzione si può definire soddisfacente in tutta la provincia: la qualità dei grappoli è buona e gli acini sono sani”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
Rispetto al 2022 non c’è stato un calo produttivo ma sicuramente più preoccupazione dal punto di vista fitosanitario: infatti, a causa del Mal dell’esca, in alcune zone è si è arrivati sino al 30-40% di piante compromesse. Si tratta di una malattia causata da un gruppo di funghi che colonizzano i vasi linfatici e il legno della vite, compromettendo la ‘traslocazione’ dell’acqua e dei nutrienti dalle radici alla parte aerea della pianta, procurando danni gravissimi a tutta la produzione.
Al Mal dell’esca si è aggiunta la marcata recrudescenza su tutto il territorio provinciale della Flavescenza dorata e dell’oidio: fondamentale, quindi, prestare sempre la massima attenzione, specialmente nei momenti in cui la vite è meno “presidiata”.
Al momento si sta ultimando il taglio dei bianchi, grappoli di Cortese, e battute iniziali per il Gavi mentre, per i rossi, si entrerà nel vivo la prossima settimana con Grignolino, Dolcetto, Barbera, Freisa, Nebbiolo rosato, Dolcetto e Brachetto. Si proseguirà con i vitigni tardivi come Nebbiolo e Cabernet sauvignon.
Ogni vendemmia ha peculiarità diverse riconducibili proprio alle condizioni climatiche. Ma, affinchè il grappolo maturi bene e completi il proprio percorso di formazione, occorre la giusta quantità di acqua. In mancanza di essa l’acino appassisce e la maturazione non si completa: per molte aziende quindi, l’unica salvezza è l’irrigazione di soccorso, un tentativo estremo per accumulare risorse idriche e trattenerle nel suolo. Una pratica destinata, purtroppo, a diventare sempre più la normalità, soprattutto utilizzata dove i terreni sono più sabbiosi e dove la vite fa fatica a sopravvivere.
La provincia di Alessandria vanta 12 Doc e 7 Docg, il comparto vitivinicolo alessandrino conta 10.669 ettari di superficie vitata per una produzione di 944.310 quintali nel 2022 e 661.010 ettolitri prodotti, mentre la produzione di uva da tavola è di circa 600 quintali.
“Dunque, uve sane ma in grave deficit idrico – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Quella che stiamo vivendo può essere definita la punta dell’iceberg di una situazione meteorologica estrema che porta alla produzione di uve sempre più stressate, per questo, il cambiamento climatico dovrebbe essere affiancato da un progressivo adeguamento legislativo, dove l’importanza dell’acqua e dell’irrigazione non devono essere considerate come forzatura ma come soccorso indispensabile alla qualità della produzione e alla sopravvivenza stessa delle viti. Anche quest’anno, dunque, saranno le capacità del viticoltore a fare la differenza applicando pratiche colturali che consentano di raccogliere le uve una volta raggiunta la vera maturità fenologica ed aromatica”.
Infine, ma non meno importante, c’è il capitolo prezzi e delle rese per ettaro: è essenziale che i produttori vitivinicoli contrattino i prezzi delle uve all’atto del conferimento anziché attendere la fine della campagna. Trovare il giusto equilibrio di interessi tra chi cede l’uva e chi la acquista per trasformarla, concordando il prezzo prima o durante la vendemmia, è indispensabile per valorizzare al meglio il prodotto che finirà in bottiglia.
Oltre alle difficoltà climatiche, si aggiungono quelle legate all’impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie, con un aumento che ha raggiunto il +54% negli ultimi due anni.
Per difendere patrimonio vitivinicolo e territorio è necessario intervenire per contenere i costi di produzione con interventi immediati e strutturali. Tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico.