Dai rifiuti al ponte Meier, su Alessandria sventola bandiera bianca! [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Sul ponte sventola bandiera bianca. Amag Ambiente, vascello della flotta ammiraglia della holding Amag spa, dichiara la resa. Non ce la fa proprio ad organizzare decentemente la raccolta rifiuti, che non sarebbe proprio una commodity laterale, ma il suo core business. “Rifiuti fuori cassonetto: Dobbiamo alzare bandiera bianca. Per Amag Ambiente si può solo tamponare”. In sintesi: il presidente di Amag Ambiente Paolo Borbon afferma che i rifiuti abbandonati fuori dai cassonetti (fenomeno che è sempre esistito, e che dai precedenti amministratori veniva gestito più che dignitosamente, con interventi puntuali e mirati, ad ogni segnalazione) sono fenomeno ingestibile. Ora, che l’abbandono sistematico dei rifiuti fuori cassonetto siano espressione di scarso senso civico è fuori discussione. Fenomeno indecoroso e incivile, ma Alessandria non è la ‘città ideale’, e su 93 mila abitanti un certo numero di persone scorrette va messo in conto, ma anche arginato e combattuto senza arrendersi.


Poi ci sono (anche, ma non solo) coloro che arrivano da comuni limitrofi, dove evidentemente esistono forme più stringenti di controllo o di costi, che preferiscono caricare i rifiuti, magari ingombranti, in auto, e scaricarli vicino ai cassonetti di sobborghi alessandrini periferici. “E’ il turismo del rifiuto. I 23 comuni passati al porta a porta hanno prodotto questo fenomeno e molti cittadini trovano più semplice portare i rifiuti qui. Basta guardare via Vecchia Torino. In alcune zone abbiamo messo foto-trappole ma riusciamo a ottenere qualcosa solo molto lentamente”, dice correttamente Borbon. Dove sbaglia è però nel rifiuto, a sua volta, di cercare altre soluzioni. Altrimenti che ci sta a fare un amministratore, e che ci stanno a fare i dirigenti di quell’azienda? Egr. Presidente Borbon, le sinistre progressiste, ambientaliste, ideologiste, integraliste green del riciclo per forza, da anni martellano col “porta porta spinto” oppure con i cassonetti stradali considerati intelligenti, con il budget che ‘pesa’ il conferimento del rifiuto. Il ‘turismo del rifiuto’ è nato così, fabbricato dalla cultura ambientalista applicata ‘spot’. Come funziona? Chi vive in località sotto il regime dei due metodi sopracitati, soprattutto dove il rifiuto viene pesato, per non spendere carica il pattume in macchina e lo lascia dove gli capita, in ‘zona franca’, creando piccole discariche ogni dove,
Spesso neanche scendono dall’auto, ma lanciano i sacchetti dai finestrini. Non è un fenomeno nuovo per Alessandria: successe già con la gestione rifiuti ‘porta a porta spinto’ impostato da Comune e Provincia nel 2005: al Cristo dove partì il ‘porta a porta’ c’era andava a scaricare nei quartieri dove il metodo non era ancora a regime. Il presidente Amag Ambiente tali dichiarazioni le ha fatte in Commissione a Palazzo Rosso, parlando del futuro della gestione dei servizi da parte dell’azienda e comunicando che non è possibile ‘tenere botta’ a questa situazione. Domanda: penserà mica di riproporre il “porta a porta spinto” in tutta la città o impiantare cassonetti con chiusura e pagamento ‘a consumo’? So bene che la smart city prevede anche questo, ma in un contesto più ampio di controllo a distanza del territorio, con telecamere e sistemi di avviso automatico per lo svuotamento dei cassonetti. Appicarla in maniera parziale, solo nella parte che consente di ‘fare cassa’, sarebbe uno stravolgimento pericoloso
Alla luce dei fatti però prendo atto che questa nuova gestione Amag fatica, arranca e pare avere le idee confuse sul futuro, come ribadito nei giorni scorsi da Mattia Roggero, capogruppo della Lega in Comune ad Alessandria. Un piccolo consiglio/domanda: quando è che vi deciderete a rimettere gli spazzini di quartiere, ognuno fisso nella sua zona, responsabilizzandoli sul lavoro da fare? Inserire gli ingombri a terra nei cassonetti, segnalare grandi ingombri in modo che siano ritirati con una certa velocità, scopare attorno ai cassonetti. Magari con qualcuno che muova le chiappe da qualche cadrega a verificare se il lavoro viene eseguito. Devo venire io a stilarvi un progetto alla casalinga ma efficace?
Voto: 2

2) Una buona notizia: “Pulizia tombini Alessandria, Amag Reti Idriche: terminerà entro il 2023. Finora pulite 9mila caditoie su 24mila”. E ora una pessima notizia del 18 luglio, dalla pagina Facebook di Svegliati Alessandria, con foto e testo che trascrivo integralmente: “Largo Bistolfi – Alessandria. Quando un lavoro viene fatto con il “c…o”. Nella giornata di ieri la cooperativa incaricata a eseguire il taglio dell’erba negli spazi verdi del luogo, al termine dei lavori, ha inopportunamente lasciato sui camminamenti dell’erba tagliata. Non solo, l’erba sfalciata lasciata a terra è presente e sta occludendo parzialmente una caditoia e questo, in caso di pioggia, impedirebbe il passaggio dell’acqua piovana. Sarebbe il caso, a questo punto, che il dirigente comunale incaricato e l’assessore competente si diano una svegliata e verifichino di persona i lavori quando vengono eseguiti perché così non va assolutamente bene!”.

Dunque: finalmente puliscono le caditoie e i tombini, ma poi basta un lavoro effettuato e non completato per inficiare il risultato. Gli appalti a società esterne vanno sottoposti a controlli costanti, e ho il dubbio che ad Alessandria questo non succeda quasi mai.
Grazie a Facebook, ai social e a Svegliati Alessandria sempre più incisiva a denunciare ciò che non va.
Voto: 4

3) Anche dagli uffici dirigenziali dei Lavori Pubblici di Palazzo Rosso sventolano bandiera bianca sul Collaudo Tecnico Amministrativo del ponte Meier? E la Giunta come pensa di attivarsi in merito? Dove sta la trave che impedisce di procedere velocemente per capire se nel contratto iniziale vi è qualche forma di garanzia? Lo chiedo perché l’8 febbraio 2023, a fronte delle desolanti condizioni del ponte, un’alessandrina invocò l’intervento dell’amministrazione comunale, e dal sindaco Abonante arrivò questa risposta: “Il ponte è uno dei tanti problemi che l’amministrazione deve affrontare e che affronterà. La manutenzione del Meier, però, ha bisogno di cifre che al momento non ci sono. La Giunta farà comunque il possibile per riservare alla struttura qualche risorsa nel prossimo bilancio di previsione che il sindaco conta di approvare non oltre la metà del mese di marzo. Palazzo Rosso oggi ha a disposizione meno di un milione di euro che deve in qualche modo far bastare per la manutenzione del comune più esteso del Piemonte: Vediamo anche noi le condizioni del ponte, delle strade e dei marciapiedi ma non riusciamo a intervenire”. A fronte di queste dichiarazioni temo che anche palazzo Rosso stia preparandosi a sventolare bandiera bianca su tutto: ponte, strade, marciapiedi. Il Meier è stato costruito e aperto al pubblico nel 2016 durante il quinquennio della sindaca Rossa, con Abonante assessore al Bilancio. Dopo sei anni il ponte è nelle condizioni che conosciamo e la Giunta non ha soldi per la manutenzione. Ma perché non viene utilizzata la clausola di GARANZIA dovuta sicuramente da contratto? Cosa non ci viene detto? Intanto consiglio la visione e l’ascolto di questo filmato di Svegliati Alessandria dello scorso 8 luglio sulle condizioni del ponte Meier, e sulla mancanza di un documento indispensabile come il Collaudo Tecnico Amministrativo. Non è i costi di manutenzione di un ponte che ha solo sette anni saranno scaricati sulle spalle dei cittadini?

Voto: 2