di Ettore Grassano
Sindaco Chiodi, la sanità in questo momento è criticità assoluta ovunque, ma Tortona va controcorrente e rilancia: l’apertura della riabilitazione è davvero solo il primo passo? Quali saranno i prossimi?
Effettivamente è importante capire che il fatto che a Tortona venga finalmente riconosciuto un reparto promesso già nel 2015 e finanziato nel 2018 non è l’unico intervento che viene fatto sul nostro ospedale. Sarebbe ben poco se fosse così, rispetto alle necessità dei Tortonesi e agli impegni presi dalla Regione nei confronti del nostro territorio. La cosa fondamentale è che questo primo intervento prelude anche a un ampliamento della piattaforma ambulatoriale con nuovi specialisti presenti nella nostra struttura e maggiori orari di apertura al pubblico. Inoltre ci sarà una gestione rinnovata del Pronto Soccorso, che si avvarrà anche di questi ambulatori per poter ridurre le code sui codici “bianchi” e “verdi” che normalmente impegnano queste strutture su tutto il territorio nazionale, impedendo la tempestività che i pazienti si aspettano. Questo solo per quanto riguarda il nuovo modello di collaborazione fra pubblico e privato, a controllo pubblico. Ma anche il pubblico ha investito e investirà cifre ingenti per il miglioramento dell’Ospedale.
Si parla di Tortona come ospedale ad alta specialità chirurgica e ortopedica, grazie a due innovativi robot. Quali saranno i tempi di questa rivoluzione tecnologica?
E’ proprio quello a cui facevo riferimento. Oltre ad aver investito nel rendere completamente antisismica, che potrà funzionare anche in caso di eventi calamitosi gravi, la struttura, nel realizzare quattro nuove sale operatorie e predisporne una quinta, l’ASL ha finanziato un nuovo robot chirurgico e sta finalizzando il finanziamento di un robot ortopedico. In questo modo l’ospedale di Tortona diventerà un polo di eccellenza dal punto di vista tecnologico e potrà garantire cure di altissimo livello, non solo per i Tortonesi ma per tutti i piemontesi e gli abitanti delle zone limitrofe. I migliori professionisti del nostro bacino verranno ad operare nella nostra struttura proprio per sfruttare questo potenziale tecnologico, nel migliore interesse dei pazienti.
Capitolo personale ospedaliero: quanto avere un ospedale che investe può essere ‘attrattivo’ anche verso giovani medici e infermieri?
Avere una struttura di questo tipo concorre a risolvere uno dei problemi più gravi del nostro Sistema Sanitario Nazionale: la carenza di personale. Se effettivamente i professionisti a disposizione sono al momento molto pochi sia in ambito medico che infermieristico, e purtroppo in generale, queste professioni almeno nel pubblico sono diventate meno attrattive, la nostra area ha sempre sofferto della predilezione dei medici per strutture importanti in cui lavorare, come quelle nell’ambito torinese. Un ospedale all’avanguardia diventa più attrattivo e spinge medici e infermieri ad avere fiducia nella struttura e a rendersi disponibili per lavorare in essa.
Sul versante medici di famiglia qual è la situazione nel Tortonese? Anche qui, come ad Alessandria, ci sono persone al momento ‘scoperte’, o la situazione è più tranquilla?
Abbiamo registrato un calo anche nella presenza di medici di famiglia che ha spinto l’ASL ad aumentare il tetto massimo di mutuati per ciascun medico. Questo può causare qualche disagio in una città come Tortona, ma nelle zone più isolate può essere disastroso. Ci sono valli in cui non c’è un solo medico a disposizione. Non è sicuramente un problema di facile soluzione e speriamo che vengano formate al più presto figure professionali che possano andare a coprire questi buchi nella sanità territoriale.
Facciamo un passo indietro: quattro anni, quando fu eletto sindaco, sull’Ospedale di Tortona, come del resto su altri presidi Asl come Novi o Casale, aleggiavano nubi nere. C’era aria di smobilitazione, effetto delle scelte della Regione durante la gestione del centro sinistra targata Chiamparino. Oggi si guarda al futuro con ottimismo, eppure a qualcuno la formula delle partnership con i privati ancora fa ‘arricciare’ il naso: ci sono controindicazioni vere?
Ho sempre sostenuto, e lo ribadisco, che la collaborazione con la sanità privata poteva essere utile rispettando tre criteri fondamentali: che il controllo rimanesse saldamente in mano al pubblico, che per i cittadini non vi fosse alcuna differenza di costo o di trattamento e che portasse servizi ulteriori rispetto a quelli esistenti. Quest’ultimo punto in particolare è sempre stato l’obiettivo principale: è evidente che in questa fase il Servizio Sanitario Pubblico non sia in grado di potenziare i servizi senza la collaborazione del settore privato. Tutto questo ovviamente nel rispetto delle complesse normative vigenti che, giustamente, pongono limiti chiari all’intervento del privato nella gestione delle strutture pubbliche. Credo che la soluzione di “ibridazione” pubblico-privata individuata dall’ASL AL sia un buon compromesso.
Tortona ospedale hub regionale in epoca Covid: paradossalmente ha aiutato quel ‘passaggio’?
Come ho ricordato nei giorni scorsi a margine della presentazione del nuovo reparto, ho ben in mente quel 3 marzo 2020 in cui l’assessore regionale Luigi Icardi mi telefonò per comunicarmi che il nostro ospedale sarebbe diventato il primo Covid Hospital del Piemonte e, come appurammo successivamente, d’Italia. Non fu un momento facile, per nessuno ma io chiesi solo una cosa: che la Regione si ricordasse della disponibilità degli uomini e delle donne dell’ospedale di Tortona e dei cittadini tutti. Oggi vediamo quella promessa mantenuta e il nostro Ospedale ricomincia a crescere. Sicuramente il periodo del Covid Hospital ha anche evidenziato quanto l’ospedale di Tortona sia importante anche da un punto di vista strategico per l’Asl di Alessandria e per la Regione Piemonte, ragione in più per tornare a investire sulla struttura.
Lei è anche Presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl: oggi cosa chiedono i sindaci alla sanità, e quale scenario ci aspetta, a livello provinciale?
Gli ultimi anni hanno sicuramente messo a dura prova i limiti e le potenzialità del nostro sistema sanitario, mettendone in chiara evidenza le criticità. Di alcune abbiamo già detto ed è chiaro che per i Sindaci, responsabili della salute pubblica ma non della gestione di questi servizi, il ruolo deve essere quello di farsi portavoce nelle sedi opportune delle istanze e delle difficoltà dei cittadini. In questo senso pur tra le mille difficoltà che l’organizzazione di un organismo di dimensioni importanti come la Conferenza dei Sindaci che include appunto tutti i 190 Comuni della nostra Provincia, si è lavorato molto per rendere più frequenti ed efficaci le riunioni. Da parte di molti Comuni, in particolare quelli più piccoli c’è l’esigenza di avere garantito l’ascolto da parte dell’Asl e della Regione, in considerazione del fatto che le loro necessità possono essere differenti da quelle dalle città centro zona. Su questo stiamo lavorando e insisteremo anche sulla riattivazione delle assemblee di distretto, che riuniscono i Comuni di uno stesso distretto Asl, ulteriore strumento di confronto fra gli enti sulle problematiche sanitarie.
Tortona davvero in quattro anni pare trasformata, non solo in sanità ma anche sul fronte occupazione, grazie alla logistica. L’anno prossimo chiederà ai suoi concittadini il ‘semaforo verde’ per completare tutti i progetti in corso nel quinquennio successivo? Insomma il sindaco Chiodi si ricandida?
Inevitabilmente questa è una domanda che mi viene rivolta sempre più spesso avvicinandoci alla scadenza elettorale del 2024. Credo di poter affermare che la mia Amministrazione ha lavorato molto non solo per contrastare le numerose crisi che ci hanno colpiti in questi anni ma anche e soprattutto per realizzare i punti del programma elettorale che quattro anni fa i Tortonesi avevano premiato. Certo, nessuno poteva mettere in conto la pandemia, gli eventi atmosferici avversi, la peste suina africana, l’aumento dei costi energetici e delle materie prime dovuti alla guerra in Ucraina e tutte le criticità sociali che questi eventi hanno provocato. Ciononostante, siamo riusciti a fare molto sia sul piano progettuale che sul piano realizzativo, ci sono però ancora alcuni progetti che vorrei vedere terminati e che miglioreranno la qualità della vita nella nostra città. Tortona cresce con nuovi insediamenti di aziende, un rinnovato interesse turistico, una sempre più elevata qualità dei prodotti tipici e della ristorazione, un commercio che propriamente sostenuto non si arrende ai cambiamenti del mondo contemporaneo e ci sono nuove possibilità di formazione per i nostri ragazzi e chiare vie di sviluppo legate alle vocazioni territoriali, come la logistica. Mi piacerebbe proseguire a completare una visione di Tortona che va oltre i cinque anni di mandato e per questo sono a disposizione per continuare a lavorare per la nostra città. Saranno la politica prima e i cittadini poi a decidere se questa mia disponibilità sarà utile.