Gianni Ivaldi è scatenato. Alla ripresa della piena attività autunnale (“sono stato in vacanza 15 giorni in Spagna, e le assicuro che sul piano dell’innovazione e della smart city sono davvero avanti rispetto a noi”), nonostante all’orizzonte ci siano scadenze e nubi che inquieterebbero e scoraggerebbero chiunque, l’assessore ad innovazione, aggregazione e coesione sociale di Palazzo Rosso ha entusiasmo da vendere, e lascia trasparire una forte voglia di esserci, di pesare: non solo a livello di gestione amministrativa, ma anche nella ‘battaglia’ in corso nel suo partito, il Pd. Dove lui, renziano della prima ora, guarda con ironica perplessità ai non pochi ‘convertiti’ di queste ultime settimane, e li aspetta alla resa dei conti: “ciò che conta non che si dichiarino pro Renzi magari sperando di ottenere qualcosa in cambio, ma che si riesca, tutti insieme, ad elaborare un progetto credibile per l’Italia del futuro: senza il quale siamo fritti, e al palo. Ad Alessandria come a Roma”.
Assessore Ivaldi, partiamo dalla notizia, diffusa nei giorni scorsi, del suo prossimo part-time: cos’è, voglia di disimpegno, o di prendere le distanze?
No, assolutamente. La mia non è una scelta, ma una soluzione spero solo temporanea (3 mesi), dettata da un motivo tecnico: il passaggio da 7 assessori a 9 ha portato per quest’anno ad un maggior utilizzo del fondo previsto per gli emolumenti della giunta. Vorrà dire che da ottobre a dicembre lavorerò ancora di più, comprese le sere e i week end. E’ giusto così: ritengo che per rispetto verso la gente e per poter operare al meglio bisogna, comunque, esserci.
Nei suoi assessorati, con risorse zero, cosa concretamente riuscite a fare?
Moltissimo: non che le risorse non siano importanti, ci mancherebbe. Ma ci sono altre due leve altrettanto rilevanti, su cui ho puntato sin dall’inizio. Prima di tutto, la professionalità di chi lavora qui dentro: ci sono persone davvero preparate, competenti, motivate. Cercare di valorizzarle e responsabilizzarle è stato il mio primo passo, fondamentale. Poi c’è la questione delle reazioni con le persone, con la comunità. Coinvolgere le persone, e mettere a fattor comune le loro competenze e il loro entusiasmo è essenziale sempre e comunque, ma tanto più di questi tempi, e per un amministratore locale.
E ascoltando gli alessandrini che idea si è fatto?
C’è un clima di sfiducia generalizzata, ad Alessandria come nel Paese, che dobbiamo assolutamente riuscire a superare, tutti insieme. Progetti condivisi e partecipati, non calati dall’alto, ma che nascono dalla capacità di soddisfare le esigenze dei cittadini. Questa è la chiave, e spero che il mio partito, il Pd, sappia farsi partecipe di questa richiesta di cambiamento vero, qui come a Roma.
Per ora più che altro si è avuta l’impressione di contrapposizione tra gruppi di potere, o supposti tali. E, nelle ultime settimane, sta dilagando un ‘renzismo’ un po’ naif, da parte di molti che, peraltro, il sindaco di Firenze lo hanno sempre avversato.
(sorride, poi ride proprio) Senta, diamo a tutti l’opportunità di cambiare idea, in buona fede, ci mancherebbe. Purché sia chiaro che diventare renziani non può significare battersi per conservare la propria piccola fetta di potere, ma l’esatto contrario. Mettiamoci tutti in gioco, facciamo in modo che la politica torni ad essere la partecipazione attiva, bella e pulita che dovrebbe essere. Basta alle decisioni prese in quattro, in camere chiuse e palazzi bui. E’ vero che il Pd è al momento l’unica vera organizzazione politica capillarmente attiva su tutto il territorio: ma questo significa che dovremo essere noi a stimolare e generare il vero cambiamento, o siamo spacciati.
Lei vorrebbe Renzi segretario del partito, e premier?
Io credo che Renzi abbia le competenze, il carisma, la capacità di coinvolgimento popolare e pure l’età, 38 anni, per provare a cambiare davvero l’Italia. Se poi debba essere anche segretario del partito, e se le due cariche possano coincidere, è questione tecnica che occorre dirimere. Ma dobbiamo far presto, e tornare ad essere davvero presenti sul territorio.
A proposito di territorio, e di emergenze alessandrine: in questi 15 mesi di percorso/calvario, l’impressione è stata che il Pd al fianco di Rita Rossa ci sia stato solo a sprazzi, con comunicati stampa…..ma non nella progettualità quotidiana….che dice?
(sorride, ndr) Dico che il Partito Democratico, anche ad Alessandria come nel resto d’Italia, deve tornare ad essere un laboratorio di idee, proposte e progetti. E tornare tra la gente vuol dire anche incontrarla, coinvolgerla: da due anni non organizziamo neppure più la Festa Democratica provinciale….qualcuno se ne sarà accorto? Soprattutto, per incontrare la gente intendo non soltanto cene a base di agnolotti e salamini, che sono sacrosante, ma dibattito, confronto vero, scambio di idee e non solo il funzionario di partito che arriva, legge la sua relazione e se ne va.
Insomma assessore: lei vuole rifondare il Pd in ottica renziana, e sta scaldando i muscoli: per fare cosa? Il segretario provinciale? Il parlamentare? In fondo lei, a livello comunale un anno fa, fu mister preferenze…
Lasciamo stare le ambizioni personali, che hanno senso solo all’interno di un progetto. Io credo, questo sì, che il governo Letta debba durare il tempo necessario a realizzare alcune importanti riforme. A partire da quella elettorale: gli italiani devono portar tornare a scegliere i propri candidati, che oggi vengono imposti dall’alto e non scelti. Dopo di che, rimango convinto che Renzi sia un talento, un fuoriclasse, ed auspico che possa essere lui a guidare l’Italia verso il futuro, facendo nascere davvero la terza repubblica.
E a livello locale, assessore? L’impressione è che finora, al di là dell’impegno dei singoli, abbiate concluso poco….
Sicuramente dobbiamo avviare con decisione la fase del vero risanamento, smettendo di ragionare in termini di sola emergenza e dissesto, e ragionando in termini di sviluppo, nella coesione. E torno al tema delle risorse, ma anche del coinvolgimento. Sul fronte del volontariato, ad esempio, la nascita della Consulta ci consente di svolgere, senza costi, un importante ruolo di input e coordinamento, rispetto a qualcosa come 300 associazioni operanti sul nostro territorio comunale. Così deve avvenire anche in altri contesti e direzioni.
Lei, assessore Ivaldi, si occupa anche di sicurezza urbana: si dice che i vigili sono pochi, e che il territorio del comune è vastissimo. Come fare?
Il nostro piano di sicurezza urbana prevede il recupero di tanti spazi pubblici a partire dai giardini (della Stazione, Pittaluga, Usuelli e altri), che devono tornare ad essere i luoghi di aggregazione, di incontro che erano un tempo. Per diverse fasce di età in rapporto agli orari diurni o serali, ma senza il costante timore di fare pessimi incontri. Stiamo lavorando ad un progetto di riqualificazione dei giardini della Stazione: un’area troppo strategica, un biglietto da vista della città che da tanti anni è diventata terra di nessuno. Ma penso anche al possibile rilancio dei giardini Pittaluga, magari tramite bando per individuare un privato interessato ad aprire lì dentro un locale. Oppure penso ai tanti giardinetti sparsi per la città e le periferie, che possono tornare ad essere spazi partecipati, se sia le associazioni che i singoli cittadini tornano ad utilizzarli, e ci danno una mano a mantenerli, m anche a sorvegliarli. Non intendo dire che gli alessandrini devono trasformarsi in vigilantes: ma se ogni microcomunità di reimpossessa del proprio quartiere, e ne ha cura, la situazione non potrà che migliorare.
Lei è anche assessore allo Sport. Ma come spesso ricorda non è uno sportivo..
Non lo sono, è vero, anche se amo camminare all’area aperta, e pedalare in bici. Ma l’incarico assegnatomi lo scorso anno dal sindaco Rossa mi ha consentito di conoscere a fondo una realtà, quella delle associazioni e dei centri sportivi, che è una grande risorsa, e che offre possibilità di aggregazione positiva a tante persone. E stiamo facendo il possibile per organizzare iniziative, eventi, feste dello sport: come quella che si terrà al Campo Scuola il prossimo 20 settembre per festeggiare Valeria Straneo. Un’alessandrina di cui tutti andiamo davvero orgogliosi.
E il nuovo canile? Ci sono novità?
Il terreno individuato, di proprietà comunale, in zona D3, è perfetto per consentire di realizzare canile (permanente e sanitario), gattile e cimitero degli animali. Con un bel parco attorno. I tecnici comunali hanno preparato il progetto, e 151 mila euro a disposizione ci sono, frutto di un accordo stipulato a suo tempo con i proprietari del terreno di Cascina Rosa. Nei prossimi mesi partirà una campagna di sensibilizzazione, volta a privati, imprese e associazioni, per riuscire a reperire il resto della cifra necessaria: complessivamente servono circa 400 mila euro, quindi ne mancano 250 mila. Per il resto, la struttura può essere realizzata in pochi mesi: anche perché Cascina Rosa è sotto sfratto. Ma sul fronte animali le segnalo anche un altro bellissimo progetto che si sta concretizzando: grazie alla collaborazione con il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Giorgione, con il primario del Centro Riabilitativo Borsalino Petrozzino e con l’associazione Leal , verrà attivata presto al Borsalino la sala degli animali, in cui i degenti del centro potranno appunto incontrarsi con i loro animali da affezione, quindi tipicamente cani e gatti.
Sui circhi, invece, avete avuto uno stop giuridico legislativo?
Diciamo che la scorsa amministrazione, con una decisione a mio avviso corretta e condivisibile, aveva approvato un’ordinanza che impediva l’insediamento in città dei circhi con animali. Ma un circo ha fatto ricorso, e lo ha vinto, giacché i nostri legislatori nazionali la pensano diversamente. Non mi addentro negli interessi del settore: dico soltanto che non ci arrendiamo, e stiamo preparando una nuova ordinanza, che tenga naturalmente conto dei paletti legislativi vigenti. Ma almeno i leoni e gli elefanti, per dire, noi crediamo che debbano stare nelle foreste, e non in gabbia sotto un tendone, magari mezzi narcotizzati. Per cui rilanceremo.
Alle porte c’è anche una giornata interamente dedicata ai cori: per la serie canta che ti passa?
Sarà la prima vera rassegna della Coralità alessandrina: il 22 settembre, nel corso dell’intera giornata e in luoghi e contesti diversi, si esibiranno una trentina di cori: religiosi in 4 chiese cittadine, e poi parrocchiali, popolari e del Conservatorio. Per finire la sera, a Palazzo Cuttica, con un concerto di voci bianche. Ma non solo: In ottobre, per celebrare i 200 anni dalla morte di Giuseppe Verdi, avremo anche una serie di appuntamenti legati alle diverse passioni di Verdi: la musica, la politica, gli affetti, la cucina.
Insomma assessore, con risorse finanziarie pari a zero si riesce ugualmente a progettare e realizzare iniziative: è questa l’unica strada possibile?
Oggi sì, decisamente non ne vedo altre. Faccio spesso l’esempio di Arco, la lampada che, negli anni Sessanta, divenne simbolo del design italiano nel mondo: in fondo i suoi ideatori, partendo da elementi di base molto semplici (un pezzo di marmo, un piccolo lampione, un pezzo di acciaio inox) idearono e brevettarono uno strumento di grandissimo successo ed efficacia. Come a dire che, con ingredienti semplici e poco costosi, e con idee e impegno, possiamo riuscire a dar vita, anche qui ad Alessandria, ad iniziative e percorsi di qualità.
Ettore Grassano