“Amag Reti Idriche gestisce il Servizio Idrico Integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) di 56 comuni e un’Unione Montana, in una vasta area tra Alessandrino, Acquese, Valle Bormida e Langa Astigiana. L’acqua è un bene pubblico primario e si tratta di una materia di tale importanza il cui governo non ritengo debba essere concentrato nelle mani di una sola persona, ossia di un Amministratore Unico. Credo che contare su un Consiglio di Amministrazione di almeno tre componenti sarebbe più funzionale alle esigenze dei territori e alla possibilità di vedere correttamente rappresentate le loro istanze.”
Danilo Rapetti, Sindaco di Acqui Terme (secondo socio del Gruppo AMAG) si fa portavoce di un’esigenza diffusa e intende presentare una formale richiesta al CDA di Amag Spa, perché iscriva all’ordine del giorno dalla prossima Assemblea dei Soci (che si terrà nel mese di giugno per l’approvazione del bilancio di esercizio 2022) la proposta di ripensamento della struttura della governance di AMAG Reti Idriche.
“Ad esempio, il Comune di Alessandria potrebbe esprimere due consiglieri e tutti gli altri Comuni il terzo, come già accade in AMAG Ambiente – sottolinea il Sindaco di Acqui Terme – dove opportunamente negli anni scorsi, al fine di rendere attiva la partecipazione del Consorzio Rifiuti i cui soci sono 23 Comuni, si è ritenuto di passare da un Amministratore Unico ad un Consiglio di Amministrazione di tre membri, ad assoluta parità di costi complessivi.
Anche nel caso proposto, la somma degli emolumenti dei tre Consiglieri di Amministrazione non dovrà superare quello attuale dell’Amministratore Unico. Quello che chiedono i Soci del Gruppo AMAG non sono poltrone retribuite, ma un coinvolgimento nella gestione dell’Azienda: quanto propongo non è che la possibilità di dare voce alle nostre comunità. AMAG Reti Idriche gestisce oggi risorse importanti, tra cui decine di milioni di euro destinati all’ammodernamento degli acquedotti e del sistema idrico integrato. Inoltre dovrebbe e potrebbe giocare un ruolo importante anche sul fronte della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, è una Società i cui costi energetici sono notevoli. Come saranno utilizzate le ingenti risorse ottenute dal Pnnr, e i prestiti del sistema bancario? Quali sono le priorità del gruppo, e i tempi di realizzazione dei progetti, a partire dal potenziamento delle infrastrutture idriche, vero capitale dell’azienda, di proprietà di un azionariato diffuso, e non del solo socio di maggioranza? Per tutti questi motivi sicuramente è necessaria – ritengo – la rapida costituzione di un consiglio di amministrazione capace di rendere partecipativo il ruolo di tutti i comuni soci”.