di Graziella Zaccone Languzzi
1) Cassonetti strapieni, rifiuti abbandonati tutt’attorno, e il potere dell’informazione. Siamo ad Alessandria ma pare di stare a Roma, mancano solo i cinghiali ma arriveranno presto, vedrete: “Le proteste dei cittadini: bidoni rovesciati o stracolmi e ingombranti imbarazzanti”. Dalle foto si suppone che siano mancati i passaggi dei compattatori, perché i cassonetti sono strapieni e i cittadini hanno abbandonato i rifiuti negli immediati dintorni. E’ sbagliato? Sicuramente, ma chi paga una Tari salata che dovrebbe fare? Riportarsi la monnezza a casa? Prendere l’auto e fare chilometri per raggiungere il primo centro di raccolta AMAG? Siamo seri, e realisti.
Per fortuna viviamo nell’era di internet, e la comunicazione è immediata e “produttiva”. Basta una denuncia con foto ad un organo di informazione, e AMAG interviene celermente. Questo è successo il giorno dopo: “Bidoni strapieni di rifiuti in via Plana: l’intervento di Amag Ambiente dopo la segnalazione di un cittadino”. Domanda: nessuno dei preposti ai rifiuti urbani AMAG e al decoro della città, assessore, dirigenti e chi siede negli scranni comunali ha occhi per vedere? Nessuno ma proprio nessuno è interessato, se nota situazioni deplorevoli, a comunicarlo a chi di dovere? L’impressione è che nell’ultimo anno la situazione sia parecchio peggiorata, nonostante i proclami dell’azienda dei rifiuti: “Rifiuti, Alessandria tra degrado e inciviltà. Amag Ambiente: Più telecamere e campagna informativa”. Il presidente di AMAG Ambiente tra le varie fa sapere che: “Riguardo al cosiddetto fuori cassonetto, ricordo sempre che Amag Ambiente destina a questo servizio quattro operatori al giorno che hanno solo questo compito, un servizio che ha costi molto alti per l’azienda”. Intanto bisognerebbe chiedere come mai i cassonetti trasbordano al punto che le condizione denunciate dalle foto portano al mancato passaggio di uno o più turni del compattatore, e se i quattro operatori ecologici hanno costi molto alti sarebbe opportuno ci fosse una corrispondenza, nel senso che in sei ore (si suppone) di lavoro giornaliere, facendo il giro nelle isole ecologiche stradali, tali situazioni non dovrebbero esistere. Telecamere a parte (ma da quanti anni sentiamo parlare di queste fantomatiche fototrappole?), una massiccia campagna di comunicazione incentrata sul modo corretto per conferire i rifiuti non serve a niente se non esiste il senso civico da parte di alcuni cittadini, e non serve a niente se per qualche motivo i cassonetti non vengono svuotati nei tempi prestabiliti dall’ AMAG. Nel 2018 stilai una delle tre pagelle con un bell’8 al Comune di Novi Ligure per aver suddiviso in sette zone la città, ognuna delle quali sarebbe stata presidiata da un netturbino con il ruolo di sentinella di quartiere. Una specie di “uovo di Colombo”.
Voto: 2
2) ZTL ad Alessandria? Mi vien da ridere visto come è ridotto il cuore della città, con sempre meno negozi e serrande abbassate da tempo. Ad Abonante direi: “provate a chiudere il traffico in corso Acqui al Cristo, una via della città dove di serrande abbassate per fortuna non ce ne sono, solo per vedere se i commercianti ringrazieranno o si ribelleranno”. Negli anni ogni amministrazione è stata sollecitata dai soliti ambientalisti, che ci vogliono far credere che la Ztl porta con sé benefici indubbi, quali lo sanno solo loro. Anche il club dei ciclisti sta con Abonante, per avere le vie a totale disposizione a discapito dei pedoni. Insomma le solite frange residuali, poco avvezze a ragionare in termini di produzione di reddito. La ZTL sarà (sarebbe, perchè alla fine non si farà, credetemi) la morte definitiva del commercio alessandrino, che andrebbe a concentrarsi ancor più soltanto nei centri commerciali attorno alla città, già oggi amati da molti proprio per la comodità: parcheggi gratuiti, esterni o sotterranei, e aria climatizzata tutto l’anno. A questo riguardo interessante prendere visione di questo filmato di Marcello Rossi, girato in via San Giacomo della Vittoria in data 22 aprile: “Nuova ZTL ad Alessandria, cosa ne pensano i commercianti?”. Alcuni commenti estrapolati dal filmato: “a fine mese l’affitto lo chiediamo al Comune” – “Chiudere il centro è un casino per tutti” – “Se chiudete la via ci rovinate” – “Oggi hanno chiuso e non passa nessuno” – “spostano tutto verso i centri commerciali”. Nel frattempo ho ricevuto questo messaggio tramite Facebook, che riporto tale e quale omettendo il nome dello scrivente: “Cara Graziella, ti scrivo riguardo alla bella pensata di Abonante riguardo alla chiusura di alcune vie cittadine del centro, del divieto che entro la fine d’anno subiranno i cittadini nel non poter più fare il giro di piazza Libertà. In questo modo tutti i negozi ubicati nella zona Ztl chiusa al traffico saranno costretti a chiudere i loro esercizi, tenuti finora aperti con tanti sacrifici. Permetteremo a questa giunta di ridurre Alessandria in un cimitero di negozi, bar e ristoranti costretti a chiudere? Possiamo iniziare a far girare nei negozi un foglio firme contro questo iniquo progetto? Ma dobbiamo stare a guardare senza fare niente, senza lottare?” A questa persona ho risposto che dovrebbero essere le Associazioni di Categoria, che sono i “tutori” delle attività commerciali e artigianali, a valutare i pro e contro per i loro associati e pure per i non associati, perché la chiusura di una o più attività comporta meno interesse ad andare in centro a fare acquisti. Infine: via Mazzini chiusa? Ma se è vuota di negozi! Anche qui il titolo dell’intervista al sindaco Giorgio Abonante mi ha riportato ad una canzoncina della Disney in Cenerentola, “I sogni son desideri….”: “Vie chiuse, Alessandria immaginata dal sindaco Abonante: le reazioni”. La nuova visione della città per il futuro targata Giorgio Abonante fa scalpore, piace poco ai cittadini, e zero ai commercianti del centro. Si legge qui. A differenza del sindaco nessuno mi intervista,e quindi mi intervisto da sola: “Graziella come immagini Alessandria con la ZTL?” “Un desolante deserto dei Tartari!”
Voto: 2
3) “Sior e siore, sul nuovo ospedale uno alla volta ognuno dica la sua, e avanti Savoia”!
“Nuovo ospedale, il centrodestra che guida la Regione rischia di far perdere un’occasione alla città”. Rita Rossa (capogruppo Pd ad Alessandria e membro della segreteria regionale): “Alessandria ha bisogno di una visione”. Leggendo questo articolo mi è tornato in mente il ritornello di una canzone di Mina: “…parole, parole, parole, soltanto parole…e niente di più”. Consiglio la lettura ricordando a chi mi legge che tra un anno ci saranno le regionali: è iniziata la “danza” per ottenere un posticino di potere ben retribuito! Parto da questa frase contenuta nel titolo: “Alessandria ha bisogno di una visione”. Pronunciata dal sindaco della dichiarazione di dissesto della città irrita più che far sorridere. La visione ad Alessandria sarebbe servita soprattutto allora, come è servita a Torino, dove tre diversi sindaci (Chiamparino due mandati, Fassino un mandato, Appendino un mandato) hanno sempre intelligentemente evitato di dichiarare il dissesto, pur con conti in forte e costante disequilibrio.
Nel testo dell’articolo l’ex sindaca Rossa, oggi capogruppo Pd a Palazzo Rosso, dichiara che “il luogo ideale dove costruire il futuro ospedale è tra il Cristo e Casalbagliano”. Domanda: a me risulta che in tale area a suo tempo ci sono state inondazioni, inutile fingere di non saperlo. Altra dichiarazione della Rossa: “A tale proposito dovrà essere avviata un’elaborazione in merito alla destinazione d’uso dei locali attuali del nostro ospedale una volta costruito quello nuovo. Una discussione sui contenitori vuoti della città e sulla destinazione urbanistica dei locali di via Venezia è uno dei tasselli di definizione del nuovo”. Concetto un po’ arzigogolato, ma il Santi Antonio Biagio non diverrà un contenitore vuoto: l’attuale dirigenza regionale ha già espresso pubblicamente per cosa sarà utilizzato a beneficio della sanità. Rita Rossa e compagni di partito non si sono accorti del cantiere che sta operando nella struttura dell’ospedale? Solo la cifra impiegata di 15.695.281,45 milioni di euro, di cui 1.090.291,43 milioni per oneri di sicurezza, fa supporre che l’attuale sede dell’Ospedale non diverrà una cattedrale nel deserto. Ma si sa, è già partita la campagna elettorale per la Regione e la posta in gioco è alta. Prepariamoci a parole, parole, parole tante parole….e niente di più.
Voto: 2