di Dario B. Caruso
Ricordo quando avevo pochi anni
Mi alzavo da letto per andare a scuola
Scostavo la tenda e guardavo dalla finestra
Pioveva
Allora di corsa a scegliere la maglia pesante
E le galosce
Quelle galosce che oggi indossano solamente i vigili del fuoco
O i pescatori in attesa di un pesce che arriverà quando arriverà
Uscivo
E nel tragitto io e mia sorella giocavamo con le pozzanghere
Saltando dal marciapiede alla strada
Tanto le auto le contavi sulle dita delle mani
Tuttalpiù suonavano con il clacson per un saluto festoso
E cartelle pesanti che non sentivamo
E cento lire di focaccia che riempiva pancia e cuore
Ricordo quando da grande
I problemi si accumulavano
E le tasse e la benzina e il terrorismo e gli scioperi
E si poteva gridare
“Piove, governo ladro!”
Perché la pioggia era una dannazione
Così come la politica un male necessario
Avevo l’illusione
Che tutto fosse immobile ed impossibile da mutare
Ma, ad un tempo, la contezza
Che il presente avanzasse rapido verso l’unica direzione possibile
Il futuro
Ora ti guardo
Ti leggo negli occhi e ti dico
“Ricordi quando pioveva?
Passavamo i pomeriggi abbracciati sul letto
Con il rumore dell’acqua battente sulle persiane
E i tuoni in lontananza
Fare rumore più in là
E poi usciva il sole”
Oggi attendiamo un nuovo frequente acquazzone
Per indossare le galosce
Per giocare con le pozzanghere
Per imprecare contro il potere
Per abbracciarci ancora
E poi il sole