di Dario B. Caruso
In questi giorni il Flessibile compie dieci anni di vita.
Nel corso di questi anni sono cambiate molte cose, dentro e fuori di me.
Inevitabile, è la prima considerazione che salta in mente.
Vado a scorrere i quasi (ad oggi) seicento titoli di questo appuntamento settimanale e mi trovo davanti non un semplice blog bensì un diario.
Ciascuna pagina è contrassegnata da una data e contrappunta un momento della vita che mi ha lasciato addosso sensazioni incancellabili.
Altro che tatuaggi sull’avambraccio.
Sono segni che puoi misurare solamente se ti soffermi a ragionare sulle parole, parole scelte in quel preciso istante, talvolta azzeccate talaltra eccessive, in alcuni frangenti vagamente sgrammaticate ma sempre puntuali e mai rinnegate.
Rileggendo ciò che mi sorprende non è la quantità di idee e considerazioni che ho buttato giù: è la ciclicità delle diverse stagioni.
Mi spiego.
Sono trascorse dieci primavere, dieci volte Natale, dieci volte settembre, dieci volte tutto ma questo tutto è stato dieci volte qualcosa di diverso.
È come pensare ad una spirale che si avvolge su di sé traslandosi lungo spazi e panorami che mutano.
In questo modo mutano i colori, mutano le persone, mutano le piogge e i soli e le lune.
È mutato tutto, profondamente e senza possibilità di smentita.
L’unica cosa che resta sono io che attendo il lunedì per poter raccontare una nuova pagina del mio diario.
Mi sono consultato con Ettore Grassano e Andrea Antonuccio che in quel tempo (e sono loro grato) mi coinvolsero in questa utile avventura.
Ho pensato dunque di raccogliere questo diario decennale in una pubblicazione, ne sento la necessità e forse l’urgenza.
Prima dell’estate dunque il Flessibile andrà alle stampe per festeggiare il decimo compleanno.
Siamo giovani, entriamo nella preadolescenza, una fase della vita complessa che si fa forza di un nuovo mutamento.
Mutatis mutandis…