Riprendendo le fila di un discorso iniziato qualche settimana fa, sembra che ad Alessandria sia vietato possedere un talento artistico. Ne ho discusso con l’amica della quale a brevissimo svelerò i dati anagrafici e ci siamo trovati “incartati” su un dubbio pesante quanto sgradevole: sembra che ad Alessandria pochi siano disposti a perdonarti il talento e le potenzialità di successo, perciò non resta altro da fare che “andare a cantare in un altro cortile” (una battuta che nasce da una transumanza un po’ contorta dal dialetto all’italiano – ma ben si adatta all’amica in questione…). E’ proprio vero?
Se andiamo ad analizzare i percorsi degli alessandrini di successo, è innegabile. La nostra città non ha mai offerto sbocchi e oggi men che meno. A un certo punto i tanti Pinco Pallino (che non sono pochi) hanno fatto la loro simbolica valigia e hanno raggiunto dei “fronti di guerra” onde poter esprimersi al meglio e professionalmente parlando. Nel giornalismo, nell’arte, nella letteratura e nella musica. Chi è rimasto o rimane, vivacchia. Che come verbo è proprio una ciofeca. Perché vivacchiare è proprio brutto come concetto e come semantema. E avvicina di più la vita alla sua naturale estinzione.
Tutto il pistolotto non c’entra forse nulla con lei, la Lady Jazz di Radio Vertigo One. Perché il suo è un talento planetario, non confinabile.
Dai, sveliamo le carte. La mia amica si chiama Giorgia Barosso e il suo disco The Party is On (inciso con Luca Calabrese alla tromba e al flicorno, Carlo Uboldi al piano, Luciano Milanese al contrabbasso e Marco Castiglioni alla batteria – strumentisti da brividi…) è a mio ininfluente parere la colonna sonora perfetta di nottate noir in locali fumosi e un po’ equivoci, tra uomini della notte che hanno visto e sentito di tutto e donne bellissime che vogliono vedere e sentire ancora di più. Musica dell’anima che vive nella tenebra ed esplode alla luce quando si accende un occhio di bue sul palco e Lady Jazz irrompe nelle vite degli spettatori con la sua tecnica prodigiosa. Laddove strumenti e voce dialogano spesso all’unisono, altre volte in contrappunto. Su classici come Caravan o A Night in Tunisia ma pure su materiali originali predisposti dal quintetto, a partire dal pezzo che intitola il CD, scritto proprio da Giorgia con Luca Calabrese.
Come si legge all’interno della cover, “a volte basta un bisbiglio, un sussurro appena inteso per scoprire dentro di sé un bisogno, una speranza, e intravedere immediatamente il cammino che si desidera intraprendere e con chi. Ed è così che un unisono appena accennato, quasi per gioco e passo dopo passo, ci mostra quel che siamo e ciò che potremmo essere.” Apoteosi della condivisione e della specularità musicale. Quel che Giorgia Barosso chiama l’altra metà del suono. The Party is On, ma siamo solo agli inizi.
E un’altra volta continueremo la spinosa discussione su Alessandria e i suoi figli d’arte.