“Da un anno a Palazzo Ghilini viviamo una situazione di paralisi, di stallo totale. In buona parte certamente dettata dall’incertezza nazionale sul futuro delle Province. Ma senza escludere responsabilità dell’attuale maggioranza di centro sinistra”. Luca Rossi in Provincia è presidente (Pdl) della commissione di Controllo o Garanzia sull’attività dell’amministrazione, “ma ormai ci riuniamo pochissimo: se non si fa, non c’è neanche nulla da controllare”. Valenzano, Rossi è anche presidente del consiglio comunale della sua città, e nonostante l’aspetto da ‘eterno ragazzo’ si occupa di amministrazione di enti locali da ormai una ventina d’anni, “perlopiù dai banchi dell’opposizione: anche a Valenza, sono in maggioranza soltanto dal 2010, dopo un lungo periodo in minoranza”. Proviamo allora a farci raccontare come vede la situazione sui due fronti (Provincia e Comune) in vista della ripresa autunnale.
Consigliere Rossi, da presidente della commissione di Controllo ci racconta qual è la situazione in Provincia?
Da un anno viviamo nella totale incertezza, e l’attività del consiglio è davvero ridotta al minimo. C’è un presidente, che tutti sanno dove trovare, con una giunta in cui mi pare che la figura più presente e operativa sia Gianfranco Comaschi. Per tante ragioni, soprattutto di carattere nazionale, ci si limita però all’ordinaria amministrazione, che poi non è tale data la continua riduzione di risorse. Attendiamo a questo punto che da Roma arrivino indicazioni precise sulle tappe ulteriori. Che immagino possano prevedere il commissariamento la prossima primavera, alla scadenza dell’attuale mandato. Ma sono tutte ipotesi, finché non abbiamo direttive certe.
Lei è consigliere a Palazzo Ghilini dal 1999. E sempre all’opposizione. A che tipo di evoluzione di percorso ha assistito?
Premetto che sono stato consigliere dal 1999 al 2004, ossia nel secondo mandato Palenzona, per poi rientrare nel 2008, ed essere rieletto nel 2009. E direi che, al di là della continuità di indirizzo politico (Filippi era anche assessore con Palenzona), i cambiamenti ci sono stati, e in peggio. Con la presidenza Palenzona (che si poteva apprezzare o meno: io facevo opposizione anche allora) si percepiva una visione, un progetto d’insieme con un’azione propositiva per cercare di realizzarlo. Quando sono rientrato in consiglio, dal 2008 in poi, quella progettualità era completamente scomparsa, sostituita da una gestione ordinaria davvero senza squilli, mi lasci sintetizzare così. In più, naturalmente, non nego che via via ci sia stato un peggioramento della situazione esterna, a partire dalla costante contrazione delle risorse.
Ci faccia un esempio concreto, almeno uno: per capire…
Mi sembra paradigmatico l’approccio sul fronte rifiuti. Che è uno di quei settori in cui la Provincia potrebbe, e dovrebbe, incidere. Ai tempi di Palenzona ero presidente della commissione Ambiente, e certamente la Provincia svolgeva in quegli anni un ruolo trainante. Poi, anche con il passaggio di assessorato da Negri a Penna, cambiò proprio l’approccio, l’impostazione di fondo. Personalmente rimango convinto che sarebbe stato utile percorrere la strada del termovalorizzatore. In ogni caso, ad un certo punto sul tema rifiuti ci siamo ‘incartati’ un po’ tutti, e non solo in Provincia. Perdendo tempo e opportunità.
Lei, un anno fa, fu tra coloro che sollevarono dubbi e perplessità anche su un altro fronte, Energia e Territorio….
E vorrei vedere: un’azienda pubblica, controllata dalla Provincia, che nel tempo si è occupata di costruire strade in Sardegna, di calore, di progetti di business con la Cina, di banda larga. Sempre in maniera inconcludente: dai, ci mancava solo il salvataggio delle balene! Mi pare che su quel fronte esistano responsabilità politiche precise, e che il centro sinistra se ne sia reso conto davvero troppo tardi. Ora hanno trasferito la sede a Marengo, e ne prendiamo atto. C’è una delibera che dice che si tenterà di vendere Energia e Territorio (vedremo se in toto, o a pezzi), o che in subordine la società verrà dismessa. Con quali conseguenze per il personale non saprei dirglielo, data anche l’incertezza complessiva dell’ente. Ma che Energia e Territorio non sia una pagina edificante per il centro sinistra alessandrino mi sembra persino superfluo sottolinearlo. Vedremo come finirà.
Spostiamo il tiro sul comune di Valenza, dove lei è presidente del consiglio provinciale. Lì comanda il centro destra: come vanno le cose?
Beh, a Valenza personalmente sono in consiglio comunale dal 1996, e siamo in maggioranza solo dal 2010, dopo un lungo percorso di opposizione. Ci siamo ritrovati, all’indomani della vittoria elettorale, in una situazione di forte difficoltà: nel senso che abbia ereditato un ente saturo di mutui, cartolarizzazioni, debiti scaricati sulle partecipate. Non potevamo quindi che rimboccarci le maniche, e fare quel che abbiamo fatto. Ossia dedicarci per due anni al risanamento dei conti, giacchè qualcuno già ‘ventilava’ la parola dissesto, se si fosse continuati sulla linea del passato. Una correzione di rotta era quindi doverosa, anche per legge. Mi pare che i risultati ottenuti siano lusinghieri, anche se naturalmente a scapito anche di tagli, e di uno stop temporaneo agli investimenti in opere pubbliche. Che però già da quest’anno ripartiranno, e con i conti dell’ente in ordine. Che, considerati esempi anche territorialmente vicini a noi, non mi sembra cosa da poco.
Valenza è sempre stato un distretto monoculturale: come reagisce alla crisi del settore orafo?
Con fatica, anche perché, appunto, per lungo tempo si è coltivata la monocultura, e se ne nascevano realtà industriali diverse (l’Agv di Gino Amisano, per citarne solo una) preferivano poi trasferirsi altrove. Ora è in itinere una importante variante al Piano Regolatore, che dovrebbe consentire un nuovo insediamento importante alle porte di Valenza, in zona nuovo Expo. Speriamo sia un volàno per tutta l’area.
A proposito del nuovo centro fieristico, c’è chi parla di occasione mancata: è già il caso di alzare bandiera bianca?
In realtà lì il comune di Valenza c’entra poco, ha una quota piccolissima. L’azionista di riferimento del progetto è la Regione, attraverso FinPiemonte. L’obiettivo era molto ambizioso, ossia realizzare il secondo polo fieristico regionale, dopo il Lingotto: una struttura insomma utilizzabile non solo dai valenzani, o dagli alessandrini, ma da una ampia porzione di Piemonte. Se finora il progetto è rimasto al di sotto delle aspettative ci sono immagino diverse cause: c’è chi sostiene che Alba oNovara non ci pensano neppure, ad organizzare i loro eventi a Valenza. E chi sottolinea che la struttura non è così facilmente raggiungibile dalle autostrade. A me pare però che, almeno su scala provinciale, il nuovo Expo Piemonte abbia potenzialità assolutamente da sfruttare. Certo, quando sento certe polemiche locali sulla location della Fiera del Biscotto mi cadono le braccia: o usciamo da questo eccessivo campanilismo, o non andremo da nessuna parte. E poi, vogliamo paragonare una struttura di eccellenza come quella di Valenza ad una ex caserma dismessa con i bagni chimici in cortile? Mi pare davvero assurdo.
Valenza però faceva campanilismo analogo sul fronte ospedale…
Su cui alla fine però, in un modo o nell’altro, si è arrivati ad un compromesso, che passa attraverso una riqualificazione del Mauriziano, e all’avvio, avvenuto a fine luglio, del Cap, centro di assistenza primaria, con personale specializzato per attività mediche basilari, di primo intervento. Certo, solo servizio diurno feriale fino alle 16, e il sabato mattina. D’altra parte bisogna fare i conti con una realtà che, anche sul fronte sanità, prevede risorse scarse, ma anche l’esigenza da parte dei cittadini-pazienti di ricevere cure e prestazioni sempre più qualitative.
Chiudiamo con un cenno personale: cosa c’è nel futuro politico di Luca Rossi?
E chi lo sa? Certamente un impegno coerente all’interno del centro destra, all’interno del quale ho sempre cercato e cerco di impegnarmi, in Provincia come a Valenza. Per il resto, questo clima di assoluta incertezza che aleggia sul Paese lo percepiamo tutti: vedremo…
Intanto lei però fa anche il golfista….
(sorride, ndr) Sono un pessimo golfista, chiariamolo. Anche se mi diverto molto, e ho il piacere di essere presidente del Golf Club La Serra di Valenza, che è il circolo con la maggior tradizione sul nostro territorio, nato nel 1971. Una passione a cui, come per la politica, mi dedico comunque con molto impegno.
Ettore Grassano