Luca Rossi (vice sindaco Valenza): “Distretto orafo traino fondamentale: e quest’anno rilanciamo candidatura Unesco”. Lo snodo dei collegamenti con Milano

Piemonte Orientale, i primi 20 anni dell’ateneo con Alessandria che resta sullo sfondo, mentre Vercelli e Novara diventano due quartieri della stessa città [Centosessantacaratteri] CorriereAl 3

di Ettore Grassano

“Abbiamo appena superato la boa, ora comincia il girone di ritorno: e ci sono tutti i presupposti per una consiliatura destinata a lasciare il segno”. Luca Rossi è il vice sindaco di Valenza, con deleghe importati che vanno dall’Urbanistica alle Attività Produttive, fino a Formazione, Unesco e Lavoro. Oltre al compito di gestire i rapporti con il consiglio comunale, di cui fu in passato anche presidente. Con radici familiari socialiste, Rossi è impegnato in politica nel centrodestra fin dagli anni Novanta, e in Forza Italia, dopo un’esperienza come consigliere regionale, è oggi responsabile della formazione in Piemonte. Valenzano doc, Rossi conosce a fondo pregi (“tanti” )e difetti (‘ma sì dai, qualcuno lo abbiamo anche noi”) della ‘città dell’oro’, e in questa intervista di inizio anno ci racconta gli obiettivi raggiunti dalla giunta Oddone in questi primi due anni e mezzo, e le priorità da realizzare da qui al 2025, quando i valenzani torneranno alle urne.

Vicesindaco Rossi, se dovesse fare una sintesi della prima parte di mandato ad un valenzano rientrato ora in città dopo tre anni, cosa direbbe?
Innanzitutto di farsi un giro per la città, aree industriali comprese. Capirebbe subito che decoro urbano da un lato, sviluppo economico dall’altro per il centrodestra valenzano non sono solo slogan, ma pratica quotidiana. Non faccio propaganda elettorale ma constato la realtà se dico che Valenza, tre anni fa, sembrava davvero un’area in dismissione, mentre oggi tutti abbiamo ripreso a crederci. I dati dicono che anche il declino demografico, dopo una lunga fase di discesa, si è fermato, e che la popolazione sta tornando a crescere. Nulla di strano, del resto: dove si crea lavoro, aumentano i residenti. E non sono persone che vengono a Valenza per vivere di reddito di cittadinanza, per fortuna….

Partiamo proprio dallo sviluppo, che nella città dell’oro ha una declinazione quasi obbligata….
Certamente il nostro Distretto Orafo sta vivendo una fase di nuovo splendore, è un’eccellenza sempre più riconosciuta nel mondo, come testimoniato anche da recenti insediamenti e acquisizioni. Valenza ha competenze talmente qualificate nel comparto orafo da attrarre gli insediamenti di marchi come Damiani (che da qui è partito, ma oggi è un grande big mondiale del settore), Bulgari, Cartier e tanti altri. Bulgari, tra l’altro, ha già aperto il cantiere per il potenziamento della sua presenza in città, mentre Cartier lo farà nelle prossime settimane.

Tradizione dei maestri orafi, ma anche grande capacità di innovare, puntando su cicli formativi sempre più all’avanguardia. Dove volete arrivare?
L’obiettivo è fare in modo che a Valenza formazione e innovazione in ambito orafo siano un vero sistema, integrato e in costante evoluzione. For.Al, Fondazione Mani Intelligenti, Cellini, ITS GEM e le accademie gestite direttamente dai grandi brand del settore possono e devono essere tanti tasselli di uno stesso mosaico. Sullo sfondo c’è il nostro Distretto, espressione del sapere orafo che si trasmette di generazione in generazione.

E il Museo Orafo? Con voi sarà veramente la volta buona?
Credo proprio di sì, anche se non è una mia delega specifica. E’ un progetto da un milione di euro più o meno, per il quale ci attendiamo un contributo importante dalla Regione Piemonte. Sarà realizzato nel complesso di San Domenico, dove già ha sede il nuovo ITS. Già nel 2023 ci saranno credo passi in avanti decisivi, e comunque è nostra intenzione consegnare il Museo alla città entro la fine del mandato, nel 2025.

Alta gioielleria valenzana come biglietto da visita dunque, e lievito per la crescita economica e culturale della città. Ma il business per svilupparsi necessita anche di infrastrutture, dalla logistica ai trasporti…
E’ un aspetto fondamentale, e per questo tengo molto al mio ruolo all’interno della commissione Interventi Strategici della Fondazione Slala. Per essere schematici, gli assi di sviluppo che ci riguardano sono tre: il casello autostradale di Mirabello Monferrato, la conurbazione di area vasta che deve vedere Valenza dentro uno scacchiere che va da Alessandria a Tortona, e certamente il tema del trasporto su rotaia verso Milano via Mortara. Con una connessione diretta anche con Casale Monferrato. Senza dimenticare che la stazione di Tortona dovrebbe diventare un altro snodo strategico, con potenziamento importante. Insomma, se questo territorio fa squadra, sarà vincente.

L’obiezione classica vice sindaco Rossi: con quali risorse?
No guardi, tra PNRR e progetti europei le risorse si trovano, se si hanno le idee chiare, e se si presentano progetti concreti e realizzabili sui tavoli giusti e al momento giusto. Per questo siamo in Slala, che sta svolgendo appunto questo fondamentale ruolo di ‘cerniera’ tra le diverse realtà istituzionali e i soggetti privati interessati al nostro territorio.

Per restare alle sue deleghe, questo significa anche per Valenza un nuovo piano regolatore?
Sicuramente almeno una variante, più che mai necessaria a fronte di un contesto produttivo in forte evoluzione, destinato ad avere un impatto significativo anche a livello demografico. La città sta tornando ad essere attrattiva, e anche sul fronte della regolamentazione urbanistica occorre un aggiornamento.

Piscina, e stadio: due progetti realizzabili, o slitteranno ancora?
Non sto seguendo direttamente i due percorsi, ma credo di poter affermare che, entro il 2025, entrambi potranno essere a disposizione della città. E sarebbe un grande successo, considerato che prima di noi se ne è parlato per decenni, senza concludere nulla. Per lo stadio, in particolare, occorre trovare un soggetto interessato alla realizzazione, e al contempo pronto a investire sul residenziale nell’area dell’attuale impianto. Stiamo pensando ad uno stadio da 800 posti, molto moderno. Con l’auspicio naturalmente che la Valenzana, ora in vetta al campionato di Promozione, possa tornare presto almeno in serie D.

Valenza città creativa Unesco: ci riproverete?
Sicuramente sì. L’esperienza del 2021 è stata molto utile: è vero che allora il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale per l’Unesco scelse Como e Modena, capoluoghi di provincia sedi di distretti imprenditoriali importanti, per rappresentare l’Italia. Ma all’epoca ci presentammo con poco tempo a disposizione, e scarsa esperienza. Oggi sappiamo come si fa, e il Patto per Valenza può contare su una forte sinergia tra enti, associazioni imprenditoriali e di categoria, mondo della scuola e della formazione, fondazioni ed istituti bancari. Del resto anche Como, premiata nel 2021, si vide in precedenza passare davanti Biella. Nel 2023 potrebbe davvero toccare a Valenza, e sarebbe un grande traguardo, ricco di potenziali ricadute positive”.

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Luca Rossi e la politica: nel 2024 ci sarà un election day importante, con elezioni regionali ed europee, oltre che in tanti comuni. Ci sta facendo un pensiero?
(sorride, ndr) Il mio attuale impegno a Valenza mi soddisfa molto, e spero di portarlo a termine, per consegnare nel 2025 ai miei concittadini una città più moderna, e ricca di opportunità. Sono responsabile della formazione politica di Forza Italia per il Piemonte, e in questa veste il mio coinvolgimento politico c’è e ci sarà comunque: sono convinto che al centrodestra serva sempre più, oggi e in prospettiva, potenziare l’area di centro. Sempre molto affollata di pretendenti, è vero: ma Forza Italia, con la sua storia trentennale di partito liberal democratico e innovativo, ne rimane il perno insostituibile.