di Graziella Zaccone Languzzi
1) Nel parcheggio Berlinguer, a pochi metri dagli ospedali cittadini, i parcheggiatori abusivi africani continuano fare il bello e il cattivo tempo nonostante anni di lamentele e in quell’area comandano loro, non le Istituzioni preposte alla sicurezza e le forze di polizia. Puntualmente si leggono notizie pessime, e questa ultima è preoccupante l’andazzo. In una piazza essenziale parcheggio per tanti alessandrini comandano individui spesso clandestini e pluridenunciati con fogli di via, e fanno il bello e il cattivo tempo. Leggete: Piazzale Berlinguer, urla e foto per i soldi del parcheggio: “Costretti a pagare il pizzo. Un’operatrice sanitaria chiama la Polizia”. L’operatrice sanitaria denuncia: “Stavo girando con l’auto per trovare un posto quando ho visto che un automobilista se ne stava andando. Improvvisamente mi sono trovata di fronte un extracomunitario, bottiglia di birra in mano, che mi fa cenno di frenare impedendomi di parcheggiare. Mi sono fermata, iniziando a fare retromarcia. Lui ha iniziato ad urlare e a farmi fotografie. Ho dovuto chiamare la Polizia che è subito intervenuta. Ha controllato quell’uomo, gli ha fatto cancellare le foto che mi aveva fatto e poi hanno dovuto lasciarlo andare. Non è la prima volta che accadono situazioni simili. C’è anche chi si sdraia davanti alla macchina proprio per impedire di parcheggiare. Sono fatti gravissimi, pericolosi. L’allarme è scattato all’ora di pranzo. Non è possibile avere paura di fermarsi in quella zona, di cercare un parcheggio. Dobbiamo essere tutelati. Ho dovuto allontanarmi, e parcheggiare altrove proprio per evitare problemi. Ogni giorno ci sono sei o sette persone che si comportano in quel modo. Aggrediscono verbalmente, si mettono tra l’auto e il parcheggio per costringerti a pagare 50 centesimi o un euro. Per parcheggiare dobbiamo pagare il pizzo”. Altro caso: “Alessandria: caos al pronto soccorso, 37enne svuota l’estintore in sala d’attesa”.
Un cittadino extracomunitario ha dato in escandescenza danneggiando a calci il distributore automatico di bevande e ha svuotato un estintore, cospargendo tutto il locale di polvere bianca. Ecco come si è ridotto questo paese per una politica buonista: bullizzato da delinquenti che non dovrebbero neppure essere in Italia. Provate a immaginare se Francia o Germania, a casa loro, tollererebbero certi comportamenti…
Voto: 2
2) Alla luce delle ultime notizie in merito alla sicurezza idrogeologica della città pongo domande e parto dai fatti. Sabato 4 novembre il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante se ne esce con questa dichiarazione: “Abonante: Con la piena dei due fiumi tutta Alessandria si allagherebbe. Servono 20 milioni di € per gli argini”. Inquietante. Giovedì 17 novembre L’assessore regionale alla Difesa del Suolo e alla Protezione civile Marco Gabusi, sollecitato dal sindaco Abonante, ha risposto sulla sicurezza della città: “Argini Alessandria, assessore regionale Gabusi: Oltre 2 milioni di € per gli interventi più urgenti”.
Faccio un sunto: l’assessore regionale Gabusi ha sottolineato che nell’ambito del Dipartimento Casa Italia, saranno stanziati oltre 2 milioni di euro per gli interventi più urgenti e importanti sugli argini alessandrini. Nel frattempo la Regione si è già attivata con Aipo per reperire risorse regionali, perché vi è la consapevolezza che Alessandria, terza città in Piemonte per numero di abitanti, vada messa in sicurezza. “Siamo molto attenti da questo punto di vista, anche per il passato che la città ha avuto”. Super inquietante. Sono passati 28 anni da quel 6 novembre 1994, e siamo ancora nelle condizioni di dover leggere tali dichiarazioni? Fino a che punto siamo a rischio? Poi se dobbiamo attendere di rastrellare un po’ di soldi quà e là per fare i lavori necessari in funzione dei due inquietanti comunicati di Comune e Regione “campa cavallo”. Tra il 2006 e il 2007 la Provincia di Alessandria – Dipartimento Ambiente, Territorio, Infrastrutture, Protezione Civile, fece stilare un “Piano di Protezione Civile” per ogni città del territorio. La cartografia di Alessandria allegato n.8 – Scenario di rischio idrogeologico – C.O.M. 7 Alessandria, in scala 1:25000 stilata dall’Ing. Filiberto Manfredi (Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio presso l’Università degli Studi di Genova) certificava che Alessandria era a Rischio elevato R/3. Che significa R3? “Per il quale sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale”. A questo proposito fornisco informazione sulla scala di rischio che si distingue in cinque classi, ovvero R/0 Rischio molto basso – R/1 Rischio basso – R/2 Rischio medio- R/3 Rischio elevato – R/4 Rischio molto elevato. Nel 2009 si è tolto il ponte che faceva da “tappo” ad una piena, e poi? Più nulla, quindi oggi siamo ancora in R/3? Si spera nella clemenza del tempo, diversamente saranno cavoli amari per chi subirà un’alluvione che non sarà solo colpa del maltempo, ma di chi in 28 anni ha “menato il can per l’aia”.
Voto: 2
3) Chiudono i bancomat delle grandi o piccole banche tradizionali e aprono bancomat “sospetti”: “Bancomat indipendenti, in Italia ce ne sono 80 che erogano senza nessun vincolo”. Mi chiedo: ma dove stiamo andando? Non ci sono più certezze di nulla, e pian piano anche un servizio essenziale come i bancomat viene meno. Da tempo gli istituti bancari hanno iniziato a chiudere le filiali, e di conseguenza i bancomat. Una politica orientata al taglio delle spese, che in questi anni ha determinato anche la riduzione del personale e degli operatori di sportello con licenziamenti, esuberi e accorpamenti vari. La chiusura degli sportelli bancomat ha dunque lo scopo di spingere i cittadini ad usare la moneta elettronica, ma purtroppo la diffusione carente della banda larga in gran parte del paese, compresi tanti paesi dell’alessandrino, fa sì che questo generi profonde diseguaglianze.
E ora siamo al punto che le banche si defilano dai territori periferici, lasciando spazio a organizzazioni straniere che piazzano bancomat indipendenti. In Italia ce ne sono 80 in trenta città da nord a sud che erogano senza nessun vincolo, con prelievo e versamento di denaro contante senza limiti, e probabilmente non sono sottoposti agli obblighi di antiriciclaggio, né a forme di chiarimenti alle autorità. L’attività si svolge in assenza di monitoraggi istituzionali e della Banca di Italia? Secondo Il Sole 24 Ore queste postazioni sono gestite da società estere slegate dal circuito bancario, registrate in Paesi offshore o chissà dove. Andiamo proprio di bene in meglio.
Voto: 3