Fondazione Italiana Linfomi: tre premi ai ricercatori under 40

Si è svolta a Napoli da giovedì a sabato l’Assemblea Generale della Fondazione Italiana Linfomi, organizzazione nazionale (con sede ad Alessandria) impegnata nella ricerca scientifica nel campo dei linfomi, attiva dal 2010.

La patologia, in Italia, colpisce ogni anno circa 15.000 persone, con un’incidenza di 40 nuovi casi al giorno, quasi 2 ogni ora. La FIL conduce studi in autonomia o in collaborazione con gruppi di ricerca esteri, partecipando anche a studi internazionali. In pochi anni ha condotto o co-partecipato alla gestione di un centinaio di studi clinici sui linfomi, collaborando con circa 150 centri italiani di ricerca e cura.

I lavori sono serviti a fare il punto sui risultati raggiunti nell’ultimo anno e sugli obiettivi futuri.
Nel corso della giornata venerdì 11 novembre si sono svolte le premiazioni di tre Premi promossi dalla Fondazione e destinati a ricercatori under 40.

Il Bando Giovani Ricercatori, dallo scorso anno dedicato al luminare dei linfomi, figura storica per la Fondazione, il prof. Luigi Resegotti, mette in palio 100.000 € finanziati da FIL (20%), Fondazione Giulia Maramotti (50%) e Fondazione GRADE (30%), per premiare progetti che introducono aspetti innovativi nella gestione diagnostica e terapeutica dei pazienti con linfoma, per conoscere meglio la malattia, migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti.

La V edizione del Bando è stata vinta dal dott. Riccardo Moia dell’AOU Maggiore della Carità di Novara con il progetto “Prevalence, clinical and biological impact of clonal hematopoiesis in follicular lymphoma patients enrolled in the FIL FOLL12 trial”.

Lo studio parte dalla considerazione che la presenza dell’emopoiesi clonale, definita come la presenza di una o più mutazioni in geni associati a neoplasie mieloidi, si associa in alcuni tipi di linfomi a una ridotta risposta alla chemioterapia e a un maggior rischio di neoplasie secondarie. Per quanto riguarda il linfoma follicolare ad oggi non sono disponibili dati a riguardo. L’obiettivo del progetto è valutare la prevalenza dell’emopoiesi clonale e le sue associazioni con la risposta e le tossicità alla chemioterapia in un importante studio clinico della FIL che ha arruolato oltre 800 pazienti, il FOLL12.

FIL e AIL finanziano il Premio Brusamolino, giunto alla IX edizione e promosso in onore del dottor Ercole Brusamolino, ematologo, socio FIL, che incoraggia contributi originali e innovativi nella clinica e biologia dei linfomi con due grant di 5.000€ ciascuno. Per la sezione “Clinica dei linfomi” il vincitore è il dott. Giovanni Rindone dell’ASST Ospedale San Gerardo di Monza per il lavoro “Long term safety and efficacy of crizotinib in relapsed/refractory ALK+ lymphomas: a monocentric analysis”. La pubblicazione riguarda il trattamento di pazienti affetti da linfoma periferico non Hodgkin, raro e aggressivo, per i quali la terapia standard non è stata risolutiva e che, invece, hanno ottenuto in un’alta percentuale la remissione completa grazie all’impiego del farmaco Crizotinib.

Per la sezione “Biologia dei linfomi” il premio è andato alla dott.ssa Roberta Soscia del Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione, Ematologia, Roma La Sapienza per il lavoro “Circulating cell‐free DNA for target quantification in hematologic malignancies: Validation of a protocol to overcome pre‐analytical biases”. Lo studio si basa sull’utilizzo del DNA libero circolante in diverse malattie ematologiche e ha, come punto di forza, il fatto di aver organizzato due differenti controlli di qualità con altri laboratori italiani per validare l’intero processo descritto nel lavoro.

Dallo scorso anno, infine, la Fondazione promuove il bando FIL Club, finanziato da una rete di aziende, associazioni e privati, e riservato alle 12 Commissioni Scientifiche FIL. La II edizione del Bando FIL CLUB è stata vinta dalla Commissione Lungosopravviventi, comorbidità e qualità della vita che si è aggiudicata un contributo di 330.000€ con il progetto “FOLLVAX 22 – Studio osservazionale prospettico per valutare la persistenza del vaccino COVID-19 e delle risposte immunitarie indotte da altri vaccini nei pazienti con linfoma follicolare sottoposti a immuno-chemioterapia di induzione in prima linea e mantenimento con anti-CD20”. Il principal investigator dello studio è il dott. Michele Merli, dell’ospedale di Varese. Il trial sarà condotto in collaborazione con le Commissioni Linfomi Indolenti e Studi Biologici e valuterà la persistenza dell’immunità da vaccino per il Covid e l’immunità indotta da altri vaccini nei pazienti con linfoma follicolare che vanno incontro a terapia di induzione e mantenimento con anticorpi antitumorali. Dopo la pandemia il tema della performance immunologica dei pazienti ematologici ha assunto un’importanza strategica e questo studio si prefigge di rispondere a domande ancora non sufficientemente indagate.

Nell’ultima giornata della Plenaria, sabato 12 novembre, sono stati presentati i lavori del Gruppo di lavoro Terapie Innovative e delle Commissioni rimanenti (la Commissione Linfomi dell’anziano, la Commissione Lungosopravviventi, comorbidità e qualità della vita, e la Commissione Linfomi indolenti).

La riunione nazionale è patrocinata da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica), GITMO (Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo), SIE (Società Italiana di Ematologia), SIES (Società Italiana di Ematologia Sperimentale).