Il dibattito si scatena ogni estate, con tanto di interventi di associazioni di categoria (commercianti, ristoratori), ma anche animalisti, paladini dell’asino o delle galline, ecc ecc. Ne abbiamo già più volte parlato anche noi, dando voce alle diverse parti in causa.
Stavolta, però, proviamo a raccontarvi un’esperienza reale, anzi due, a confronto. Vista dal basso, ossia del semplice cliente/consumatore. Consapevoli, per carità, che una rondine non fa primavera, e che non esistono paradigmi: ognuno di voi potrà sostenere il contrario, con argomentazioni personali altrettanto valide.
Ma insomma, il punto è che nelle scorse sere estive anche noi, come tanti, abbiamo un po’ esagerato, quanto a cene con amici e amiche.
E ci ha colpiti in particolare, in due appuntamenti a 24 ore di distanza, la differenza abissale di qualità tra un’eccellente trattoria/ristorante, e una pessima sagra. Così, anche per non parlare tutti i giorni dei debito del comune di Alessandria o degli umori del Berlusca, vi raccontiamo brevemente l’accaduto.
Il ristorante in questione è in Lomellina, ma ad un tiro di schioppo da noi, e non ci andavamo davvero da tanti anni. E’ stato un (piacevolissimo) tuffo nel passato. Cordialità nel servizio, qualità del cibo eccellente e ‘palpabilmente’ genuina, conto finale sorprendentemente basso. E, addirittura, ricevuta con indicata cifra intera. Insomma, ci siamo sentiti quasi in imbarazzo: come avessimo ricevuto più di quel che abbiamo dato. Naturalmente, ci torneremo presto, e stiamo già ‘passando parola’.
La sera successiva, appuntamento annuale alla sagra forse più nota dalle nostre parti, promossa con fior di spot e manifesti, e altrettanto contestata sulle bacheche pubbliche da messaggi di ‘controinformazione’.
Tra i commensali, tra l’altro (ma non con noi: eravamo ‘fuori servizio’, e abbiamo fatto volentieri finta di niente), un politico di lungo corso, di quelli che da decenni ti chiedi: “ma come cavolo fa ad essere sempre ovunque, e soprattutto chi glielo fa fare?”
Comunque, niente politica si era detto. Parliamo di cibo e servizio? Agnolotti pessimi, con sugo che sapeva di conserva rancida. Acqua e vino portati in tavola (ma come fai a prendertela con creature di 13-14 anni, o anche meno?) solo a metà cena, e dopo ripetute segnalazioni. Il resto della cena sullo stesso standard qualitativo. Conto finale? Lo stesso della sera prima, ma con l’impressione di essere stati un po’ ‘babbi’.
Proposito di fine serata: “mettiamoci una pietra sopra, qui l’anno prossimo non ci mettiamo più piede”.
E voi, che esperienze e opinioni avete, sul fronte sagre, ristorazione e dintorni? Raccontatecele.