Ferragosto segna il giro di boa dell’estate.
Dopo le stelle cadenti di San Lorenzo restano ben visibili soltanto i seni cadenti della mia vicina di ombrellone, un’insegnante della provincia di Milano.
Carla (la chiamerò così per brevità) ha superato i quaranta da più di un lustro.
E’ flessibile, come me.
Vede l’inizio della scuola come una sorta di ingresso per l’inferno.
A differenza mia Carla si è adeguata al ritmo degli insegnanti di ruolo: si lamenta degli orari troppo pesanti, delle riunioni pomeridiane, delle ore buche, della mensa scolastica, del disordine di Paolino e Giorgetta, del bidello che si trastulla con la scopa, del genitore di Paolino che arriva fuori orario di ricevimento, del distributore di caffè che quest’anno è imbevibile.
Non voglio fare di ogni erba un fascio, ma i fasci di cui parlo sono un fardello per l’intero sistema scolastico.
Io di solito mi lamento di altro: del dirigente che non ascolta e detta legge senza sapere, del collega che non collabora, della collega che usa il cellulare durante la lezione, del malessere di Paolino e Giorgetta, del bidello trattato con sufficienza dallo studente maleducato di turno, del genitore di Paolino che non si presenta a colloquio.
Unica cosa su cui concordo generalmente è il caffè della macchinetta. Quell’angolo è una sorta di refugium peccatorum, durante le fredde giornate invernali rappresenta l’unico calore al di fuori delle aule.
Ai grandi magazzini i bambini si ammassano intorno agli espositori dei diari che li accompagneranno per nove mesi. Scriveranno i compiti, le lezioni, gli orari provvisori, quello definitivo, le riunioni, i voti, le note, i cuoricini con il nome di Paolino e Giorgetta trafitto da una freccia.
Conservo anche per quest’anno scolastico fede e speranza, conservando una sana dose di flessibilità.
La carità purtroppo l’ho persa da qualche tempo.
PS: sto guardando il film”Bianca” di Nanni Moretti (1983)… la sala insegnanti è troppo vera!