Ci siamo. Dopo una campagna elettorale ‘compressa’, tutta a ridosso dell’estate, domenica 25 settembre tutti gli aventi diritto al voto maggiorenni (da questo giro per il Senato possono votare anche i diciottenni) saranno chiamati alle urne, dalle 7 alle 23, per eleggere il nuovo Parlamento italiano: 400 deputati e 200 senatori, e non più 630 e 315.
Ecco come si vota.
Al seggio, gli elettori riceveranno due schede elettorali: una rosa per la Camera e una gialla per il Senato.
Elettori ed elettrici dovranno esprimere un voto per la Camera e uno per il Senato.
L’attuale sistema elettorale (noto come Rosatellum) è misto, con una componente maggioritaria uninominale ed una proporzionale plurinominale.
Nei collegi uninominali (il nome del candidato uninominale è quello riportato in maiuscolo nella scheda) viene eletto un solo rappresentante per collegio. Vince il seggio chi ottiene più voti.
Nei collegi plurinominali (i nomi dei candidati sono quelli riportati in minuscolo accanto al simbolo del partito) i seggi sono distribuiti secondo un metodo proporzionale, cioè tra i partiti in proporzione ai voti che hanno ottenuto. Sui candidati al proporzionale non si può esprimere la preferenza.
Grande incognita è l’astensionismo: il momento estremamente delicato, a livello internazionale e nazionale, fa prevedere agli esperti una crescita della partecipazione, rispetto al trend negativo delle ultime amministrative.
Alle 23 di domenica sera scopriremo se effettivamente è andata così.
In ogni caso, chiuse le urne immediato via libera agli scrutini: sarà una lunga notte per politici, commentatori, addetti ai lavori e non pochi appassionati.