È di pochi giorni fa la notizia del quattordicenne romano che si è tolto la vita, buttandosi dal balcone di casa perché omosessuale, perlomeno così avrebbe spiegato in una lettera indirizzata al padre. La notizia ha scosso davvero molto gli animi, e non solo delle associazioni gay, facendo riflettere su quanto sia necessario un’azione forte da parte della politica e che l’approvazione di una legge sull’omofobia ormai non si possa più procrastinare.
Un adolescente nasconde la propria natura a famiglia e amici, arrivando al punto di suicidarsi perché si sente un “diverso”, mi viene da chiedere diverso da chi? Tutto ciò che non rientra nei nostri canoni di “normalità” lo viviamo come diverso, allora siamo noi che dobbiamo rivedere i nostri costrutti mentali, perché il problema siamo noi.
Cerchiamo di approfondire questo argomento con Stefania Cartasegna, transgender e rappresentante dell’associazione Tessere Le Identità, per provare a comprendere meglio …
Stefania, cos’hai provato alla notizia del suicidio dell’adolescente romano?
Sono tornata indietro nel tempo, a quando quattordici anni li avevo io.
È stato un po’ come aprire il cassetto dei ricordi, andando a rivivere quello che ho provato quando ero un adolescente in un piccolo paese della provincia di Alessandria che contava circa 500 persone. Allora io ero un’anima che già manifestava a 360 gradi la propria identità e che si ribellava un po’ anche ad un contesto di persone che non mi accettavano e che mi schernivano.
I piccoli paesi forse sono un po’ più ai margini di un certo tipo di cultura e di conoscenza e allora, si parla di circa 30 anni fa, era più difficile entrare in contatto con questa realtà, con la realtà dell’omosessualità e dell’identità sessuale intendo.
Ero solita frequentare una compagnia di amici molto più grandi di me che vedeva la mia situazione come un disagio paragonabile ad una malattia e mi dicevano ‘stai tranquilla vedrai che cambierai, è solo una fase’. Si preoccupavano pensando che io potessi essere l’unica o la sola, che non ci fossero altre persone con le mie caratteristiche.
Io allora frequentavo le medie e facevo parte di una squadra sportiva. Nella preadolescenza l’identità sessuale non è ancora definita, perché i caratteri secondari iniziano a manifestarsi violentemente solo verso l’adolescenza con un tratto più netto, e la società inizia a chiederti di appartenere ad uno o ad un altro ruolo. Dunque ricordo molto bene come era difficile per me ridiscutere quello che era ‘normale’ ed inserirmi in un ruolo maschile. La squadra di pallavolo femminile di cui ho fatto parte fino ai tredici anni, da quel momento non mi avrebbe più potuto accogliere e non avrei più potuto giocare con le mie amiche.
Quindi è quell’età che hai preso coscienza di voler diventare donna?
Non sapevo cosa volevo diventare perché la “percezione” che avevo di me, sotto certi aspetti, era confusa. Il mio sentire, il mio sentirmi faceva sì che io potessi vivermi come una bambina, la risposta dall’esterno, dalla società era diversa perché il mio corpo stava prendendo una forma diversa e quindi mi si chiedeva un ruolo definito: maschile o femminile. Anche perché parlare di una chiara identità di genere, è difficile all’età di dieci anni, mentre è più semplice avere chiarezza per un’identità sessuale.
Chiarisci questo aspetto?
Ogni essere umano ha un’identità sessuale che è quella relativa alla propria biologia, ai propri cromosomi (maschile/femminile), ai propri genitali e ha pure un’identità di genere relativa a ciò che uno è e al suo modo di esprimersi nel mondo … – e aggiunge sorridendo – per non parlare poi dell’identità di ruolo, dell’orientamento sessuale e/o affettivo ma non affrontiamo questo discorso perché altrimenti parleremmo per ore.
Allora ci spieghi la differenza tra omosessualità, transessualità e transgender?
L’omosessualità che può essere maschile o femminile prevede l’attrazione sessuale e/o affettiva tra due persone dello stesso sesso, in questo caso il loro genere non viene messo in discussione in quanto un gay è ben felice di essere uomo così come una lesbica lo è di essere donna.
Una transessuale è una persona che ha un’identità sessuale maschile e che decide di transitare (trasformare) la propria identità, modificando le proprie caratteristiche anatomiche e fisiologiche che ha dalla nascita.
Aspetta, aspetta … una transessuale…quindi un transessuale?
Uno dei grandi errori che fanno i media è proprio confondere i termini. Quando si parla di una transessuale ci si riferisce ad una persona che da sesso maschile transita al sesso opposto, mentre si parla di un transessuale quando una persona di sesso femminile transita in quello maschile.
Ok Stefania, così è più chiaro … mentre una transgender o un transgender?
Io per esempio sono una donna transgender, vale a dire una persona che ha accettato, ha riconosciuto la propria identità sessuale, ma ha modificato la propria identità di genere. Dunque sono nata con un sesso maschile, ho accettato questa mia caratteristica, ma la mia natura interiore essendo femminile ha sentito la necessità di porsi, di mostrarsi e di viversi come tale, viceversa per un transgender.
In fondo l’identità, quella di tutti, etero o omosessuale che sia, è percorso che si costruisce attraverso la conoscenza di sé, è un viaggio, un’affascinante esplorazione interiore che aiuta a conoscere chi siamo veramente, indipendentemente dal sesso o dal ruolo che si occupa nella società. Imparare a conoscersi è un modo per approfondire la relazione con sé stessi e di conseguenza migliorare il rapporto con gli altri.
La maglietta che indossi la dice lunga: la diversità è un bene comune …
Si, questa è la frase che identifica la nostra associazione: Tessere Le Identità.
Vuoi parlarcene?
L’associazione è nata verso la fine dello scorso anno, dall’incontro di un gruppo di persone ‘normalmente diverse’.
Cosa intendi per normalmente diverse?
Ironizzando elenca – un medico, una commessa, un gay, una psicologa, una lesbica, un biondo, una alta, una grassa, una transgender, ecc, ecc.
Noi di Tessere Le Identità siamo tutti uniti da un senso comune, cioè dall’idea di poter creare un movimento di persone che diffondano una nuova cultura sul territorio una in/formazione, offrendo una consulenza di sostegno, un contributo concreto di crescita culturale alla città. L’associazione, infatti, è aperta a tutti e ricerca il confronto con le tematiche di identità di genere, di lotta agli stereotipi e ai condizionamenti sociali.
In che modo?
Attraverso un progetto che prevede una serie di attività fra cui uno sportello di ascolto e una serie di iniziative finalizzate alla diffusione della tematica LGBT (Lesbian – Gay – Bisexual – Transexual), poi ce ne sarebbero altre che se vuoi potremmo approfondire in un altro momento, perché il mondo vanta molte più identità di quello che uno potrebbe pensare, ma rischieremmo di andare fuori tema.
Stiamo organizzando percorsi formativi – informativi sul concetto di discriminazione, sul bullismo nelle scuole e sulla gestione del disagio psicologico.
Se questi progetti venissero portati direttamente nelle scuole, forse potrebbe essere d’aiuto per qui giovani adolescenti che si sentono inadeguati e magari non si rischierebbero gesti estremi, che ne pensi?
Probabilmente affrontare certi argomenti, riconducendoli ad una normalità e spogliandoli dall’idea di malattia, di diversità, da una parte potrebbero sostenere chi questo disagio lo vive e dall’altra aiuterebbero a comprendere che non c’è nulla di diverso in una diversa identità.
Vuoi segnalare qualche iniziativa imminente?
Dal quindici di agosto è iniziato il cineforum all’aperto con la proiezione di film cult che trattano i temi LGBT, presso Ristorazione Sociale che gentilmente ci ospita. Il primo film, Priscilla la regina del deserto, è stato accolto con grande entusiasmo da parte del pubblico che era davvero molto numeroso. I prossimi appuntamenti sono previsti per giovedì 22 agosto con Women di Jane Anderson e per giovedì 29 agosto con Transamerica di Dunkan Tucker…..
Se qualcuno volesse mettersi in contatto con voi?
L’Associazione si trova in Alessandria presso la Casa di Quartiere in Via Verona, 116, il nostro indirizzo di posta elettronica è info@tessereleidentità.it, oppure tramite la nostra pagina di Facebook “Tessere Le Identità”.
Enrichetta Duse