La domanda più sleale gliela facciamo alla fine, a taccuino ormai chiuso. Ossia: “Ma lei, ingegnere, è disposto a vivere altri 4 anni così?”. E’ chiaro che, alle 12,30 di una mattina caldissima intorno a Ferragosto, in un ufficio incandescente e assolutamente privo di aria condizionata, con due cellulari che squillavano in simultanea e nell’adiacente corridoio la coda di cittadini e pure di sindacalisti interni al Palazzo, la rispostaccia ce la siamo proprio andati a cercare. Ma Marcello Ferralasco, dall’alto del suo aplomb e della sua educazione, ha sorriso in silenzio, per un lungo istante, commentando soltanto “non mi faccia guardare così avanti”. E allora, con l’assessore alla Qualità Urbana e allo Sviluppo sostenibile, analizziamo una serie di questioni tecniche e strategiche legate al presente e al futuro della città, lasciando per un giorno da parte le polemiche politiche contingenti, e le visioni ‘di scenario’ dei tuttologi d’ordinanza.
Ingegner Ferralasco, partiamo dalla viabilità cittadina. Gli alessandrini come hanno ‘digerito’ le variazioni attorno a piazza della Libertà? E ne verranno altre?
Facciamo subito un po’ di chiarezza sul tema, che è delicato. Ci sono due posizioni ‘estreme’, entrambe piuttosto ideologiche, che vorrebbero il centro o completamente aperto alle auto, o completamente chiuso. Entrambe le scuole di pensiero tendono a presentare motivazioni poco empiriche, poco supportate da dati e sperimentazioni concrete, che è invece l’approccio a cui vorrei affidarmi. E’ evidente che, in questo settore specifico come su altri, il fatto di muoversi a risorse zero (ma zero veramente, non è solo un modo di dire) non aiuta. Perché, ad esempio, io non ho i dati aggiornati che vorrei sui flussi di auto in arrivo in città dai sobborghi, e su come si regolano nell’uso dell’auto. E non ho software appositi con cui fare simulazioni e proiezioni attendili. Però, con tutti questi limiti, alcune modifiche importanti alla viabilità in centro le abbiamo apportate. E entro novembre speriamo di tirare le somme, e regolarci di conseguenza, procedendo e ottimizzando.
Ma qual è la logica, al di là delle scelte di inversione di marcia di questa o quella via, o tratto di strada?
La logica è semplice: esiste nel centro di Alessandria un traffico di transito, e uno di scopo. Noi il primo vogliamo disincentivarlo, mentre il secondo va supportato. Ossia: chi fino ad oggi ‘passava’ per il centro per attraversare la città, in una direzione o in un’altra, va stimolato ad utilizzare altri percorsi, a girare attorno agli spalti. Chi in centro ci deve andare per fermarsi (per uffici, banche, negozi: non importa) va in qualche modo aiutato, anche se naturalmente evitando un’invasione ‘selvaggia’ di auto, che non giova a nessuno. Detto questo, la vera prova del nove la faremo a settembre/ottobre, con la riapertura delle scuole e la piena ripresa di tutte le attività. Ma credo che le iniziative delle scorse settimane vadano nella giusta direzione: e gli alessandrini mi pare che abbiano tutto sommato ben ‘digerito’ le modifiche, fino a questo punto. Il che naturalmente non significa che, da settembre, non ci debba essere un confronto vero con tutte le associazioni di categoria, dai commercianti agli amici della bici. Non pretendo di soddisfare tutti al 100%: ma soluzioni migliorative se ne possono e devono sviluppare. Alessandria davvero da questo punto di vista è diventata negli anni un po’ un far west, dove ognuno fa quel che gli pare, anche per una evidente carenza di controlli.
Legata alla viabilità, e non meno importante, c’è la questione, da sempre spinosa, dei parcheggi…novità sostanziali ce ne saranno?
Anche qui vale il discorso delle risorse zero, che non è trascurabile. Ma qualche idea c’è: una tariffazione scaglionata dei parcheggi a pagamento, ad esempio. A seconda dell’ora, e della distanza dal centro. Ma anche la realizzazione di un parcheggio sopraelevato nella zona nota come ex tettoie. Lì oggi buona parte della piazza è a strisce bianche, e il resto azzurre. Non credo che trasformare la piazza in parcheggio completamente gratuito sarebbe un vantaggio per chi, ad esempio, deve recarsi in centro per una o due ore, pagando, e non ne avrebbe più la possibilità. Molto dipenderà anche dagli sviluppi del parcheggio Tiziano: ma lì il comune non c’entra. La proprietà è di una società del gruppo FS, che pare orientata a trasformarlo in area a pagamento, sia pur con abbonamenti a costo ridotto per i pendolari che utilizzano il treno.
Assessore, parliamo del Pisu per la trasformazione di Borgo Rovereto e Borgo Cittadella: si dice che di fatto sia l’unico flusso di investimento certo su cui possiamo contare in questo momento….
In effetti è così: dall’Europa, tramite Regione Piemonte, ci sono stati messi a disposizione 12 milioni di euro, e per Alessandria in questo momento non sono pochi. In realtà l’obiettivo è, a partire da settembre, rendere il progetto il più possibile pubblico e partecipato. Raccontare agli alessandrini, insomma, cosa si sta facendo, e in che tempi. Utilizzeremo per la comunicazione il Chiostro di Santa Maria di Castello, ma anche credo anche luoghi, canali e percorsi: cartacei e online. Va precisato però che si tratta di divulgare e condividere, ma senza più la possibilità di rimettere in discussione i singoli progetti, che sono stati definiti nel 2011. Ora siamo alla fase esecutiva. I termini del bando prevedono attività di comunicazione alla popolazione, che potrebbe anche essere unidirezionale, ma noi preferiamo proporre come partecipata. Ma, appunto, non si tratta di ridiscutere il progetto, questo vorrei che fosse chiaro.
Concretamente, quando cominceranno i lavori?
Nei prossimi mesi saranno assegnati gli appalti, e nel corso del 2014 saranno realizzate le diverse opere, che in effetti ridisegneranno il volto di un’ampia porzione di città, contribuendo speriamo a rivitalizzare (in termini complessivi: dalla qualità di vita, al valore degli immobili, alle potenzialità delle attività commerciali) di un percorso che va da piazza Santo Stefano a Piazza Gobetti, e poi attraverso il nuovo ponte fino alla Cittadella, che sarà finalmente vissuta come parte integrante della città, e non come Fortezza a se stante.
A proposito di nuovo ponte: sarà completato anch’esso entro fine 2014, e come si chiamerà?
Nelle questioni nominalistiche non mi avventuro: non saprei e non mi appassionano. Comunque sì, il ponte dovrà essere completato entro fine 2014, ed è parte integrante del progetto del Pisu: nel senso che la partecipazione finanziaria del comune alla realizzazione del ponte era condizione per avere accesso anche ai finanziamenti comunitari.
Parliamo della Cittadella: nelle scorse settimane avete approvato importanti norme di tutela….ma che ne faremo della Fortezza? Dove reperire le risorse per recuperarla e rilanciarla?
Confermo che siamo intervenuti, a livello di variante al Piano Regolatore, su due livelli: da un lato per tutelare, d’ora in avanti, l’area degli spalti che circondano la Cittadella, rispetto alla quale abbiamo posto vincoli e paletti piuttosto forti. Dall’altro lato, siamo intervenuti per tutelare sul piano urbanistico anche il grande quadrante irregolare attorno alla Fortezza: tra ferrovia, fiume e tangenziale. D’ora in poi tutte le realizzazioni e gli interventi su quel territorio dovranno essere soggette al parete della commissione per il Paesaggio. Quanto al che fare della Cittadella, deve essere chiaro che il Comune di Alessandria oggi è solo il gestore: il proprietario è il Demanio, a cui vanno anche tutti gli eventuali incassi per manifestazioni e quant’altro. Il passo essenziale è dunque prima di tutto di natura giuridica. Deve essere costituito un ente, si chiami Agenzia o Consorzio, in cui siano rappresentati tutti i soggetti coinvolti (Demanio, Ministero, Comune, Provincia, Regione), e che abbia veri poteri di gestione e iniziativa. Ci stiamo già lavorando, il Demanio direi che è d’accordo. Da lì, poi, si dovrà ragionare sul reperimento delle risorse per la manutenzione, e per un utilizzo che sia naturalmente in sintonia con finalità e vincoli culturali. La Cittadella, ricordiamolo, è un monumento nazionale di grande valore.
Assessore Ferralasco, chiudiamo con il Piano Regolatore: Alessandria non avrebbe bisogno di essere ‘ridisegnata’ anche da questo punto di vista?
Assolutamente sì, lo sappiamo tutti. La città, e il suo territorio, sono ancora il frutto del Piano Regolatore del 1973, sia pur con successive integrazioni. E’ evidente che è indispensabile effettuare una revisione complessiva di tutti gli strumenti, rifacendo tutte le analisi socio economiche del territorio, e dotando il Comune di uno strumento moderno, capace di guardare al domani. Onestamente, in questo primo anno di assessorato è stato impossibile dedicarsi concretamente a questo fronte, e non credo di dover spiegare perché. E’ anche un processo piuttosto lungo e laborioso, che durerà non meno di due o tre anni, e che richiederebbe il coinvolgimento di numerose professionalità. E, ancora una volta, di risorse che oggi non ci sono. E tuttavia dobbiamo entrare nell’ottica dello sviluppo e non più solo dell’emergenza, e comprendere che il nuovo Piano Regolatore può e deve essere una formidabile leva di sviluppo. Alessandria ha più che mai bisogno di futuro, e nel 2014 mi auguro davvero di poterci lavorare.
Ettore Grassano