Su Nadia Morbelli, il giallo rosa e un angolo di Piemonte tra Ovada e Rocca [Il Superstite 152]

arona-2di Danilo Arona

L’angolo è la Cascina la Maddalena, quasi nascosta tra le colline tra Ovada e Rocca, in località San Giacomo. E’ un posto meraviglioso con varie punte d’eccellenza: intanto il patron si chiama Danilo (e io sono sensibile  alle sincronicità), poi l’enologo della casa è l’eccelso Giovanni Bailo che quando racconta di vino ti spiega la storia del mondo con entusiasmo commovente (in più Giovanni è chitarrista supremo e fuori dagli schemi nonché il mio fan n° 1 perché possiede libri miei che io non ho…) e per finire i vini della casa sono qualcosa di unico.

E’ qui che Nadia Morbelli ha saggiamente organizzato la presentazione del suo libro edito da Giunti Amin, che è volato giù di sotto, volendomi accanto per ciarlare di letteratura, ricette e cultura di confine. Se c’è Nadia di mezzo dico sempre di sì. E poi i i suoi libri con al centro suo alter ego protagonista, una editor costretta a investigare su strani delitti che si chiama appunto Nadia Morbelli, sono deliziosi. Tanto in quest’ultimo che nel precedente Hanno ammazzato la Marinin si percepisce un diabolico segreto, quella rara dote letteraria che ti acchiappa e ti butta dentro dopo poche righe e non te ne stacchi più. Primaria dote di due tappe che aprono un filone lungo e fruttuoso il cui schema seriale prevede appunto: lei, la protagonista, editor presso l’immaginaria casa editrice Althea di Genova, graziosa, sulla quarantina; un delitto avvenuto nel suo spazio vitale  (la Marinin era dirimpettaia della Morbelli e l’Amin vola giù di sotto a pochi metri dall’editrice); la Nadia che comincia le sue indagini private, a dispetto del vicequestore Prini con cui battibecca e flirta, e arriva a sciogliere il bandolo della matassa “gialla” dieci secondi prima della polizia.

Ma raccontarla così significa fermarci sulla soglia e neppure entrare. Il segreto di Nadia è diAmin volato “trattenere” sullo sfondo, ben concreta e visibile, l’indagine in questione e di esaltare in primo piano parole e situazioni in grado di disegnare una sublime geografia delle convenzioni antropologiche in atto fra Liguria e (basso) Piemonte.  Quella paesaggistica della mente e del cuore per chi ha “una faccia un po’ così” prima di andare a Genova. Casa nostra, le nostre colline, i nostri sapori. E così il genere (forse poliziesco, ma Nadia lo chiama “giallo rosa”) si sgrana per diventare una guida, culturale e dell’anima, di luoghi e personaggi che certa coscienza votata al progresso vorrebbe azzerare. La Morbelli della fiction, infatti, a ogni week-end, torna dai genitori nell’entroterra in zona di Ovada, questa meravigliosa terra di confine che ci è familiare. E qui, rituali di provincia, apericene, pettegolezzi tra amiche e sex and the country. Meccanismo irresistibile che vede l’indagine procedere di pari passo, creando suspense in levare tra un drink di Ribolla Gialla e capate in trattoria.
Buon cibo, buon vino e buona letteratura. Il profumo inconfondibile di Nadia. E della Cascina la Maddalena.