Un anno dopo, momento di bilancio: com’è l’Afghanistan oggi? Il 15 agosto dell’anno scorso iniziava il ritiro delle truppe occupanti NATO (a guida USA) dal Paese, insieme alle rappresentanze diplomatiche, ai cittadini e alle cittadine occidentali. Vent’anni di occupazione, vent’anni di guerra, vent’anni perduti nell’insolenza di una politica occidentale che nulla ha fatto per capire il popolo afghano, quello che la guerra la mastica ininterrottamente da generazioni. La democrazia non si esporta, questo almeno dovremmo averlo imparato, a spese soprattutto degli altri. Un popolo stremato dalle sanzioni internazionali, che viene gettato oltre quella soglia insopportabile della povertà alimentare. E al governo loro, i “talebans” (talebani) che le donne in pubblico non le vogliono vedere, sentire, udire vietando loro di mostrare corpo e viso, di ridere o parlare o persino camminare facendo rumore. Scuole proibite per loro dopo gli undici anni. Chi sgarra paga a caro prezzo la violazione di norme insensate o forse il cui unico senso è ridurre la donna a schiava dell’uomo-padrone che tutto decide e tutto comanda.
L’oppressione talebana da un lato e l’ipocrisia dei governi occidentali dall’altro si mescolano e, come un fluido nocivo, si riversano sulla vita delle donne afghane.
“Stand up for change with Afghan women!” è quello che noi, società civile, possiamo fare per supportare con azioni di divulgazione e sostegno la battaglia delle donne afghane che lottano per un Afghanistan libero e uguale.
Sabato 27 agosto dalle 17.00 alle 19.00 ci sarà in Piazza Mazzini il presidio organizzato dal collettivo Donne Insieme di Casale Monferrato per portare avanti la campagna di solidarietà e supporto a favore dell’associazione RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan) iniziata un anno fa. In tale occasione si potrà firmare la petizione “Stand up for change with Afghan women!” promossa dalla coalizione euro-afghana per la democrazia e la laicità (la petizione si può leggere e firmare al seguente link https://www.standupwithafghanwomen.eu/petizione/) che ha ad oggetto tre punti fondamentali: 1. non riconoscimento internazionale del governo dei talebani 2. autodeterminazione del popolo afghano 3. riconoscimento politico delle forze afghane progressiste e messa al bando di personaggi politici legati ai partiti fondamentalisti.
Collettivo Donne Insieme di Casale Monferrato