Questa volta mi va di giocare.
Per quanto mi riguarda, in realtà, l’appuntamento settimanale sulle pagine del magazine online di Alessandria e Provincia mi dà occasione di giocare ogni volta. E ogni volta rifletto sul gioco che sto giocando e – il più delle volte – su come stanno giocando gli altri.
Pensate a un bambino.
Per un bambino non c’è nulla di più umiliante che restare fuori dal gioco, guardare mentre gli altri giocano e si divertono.
Credo che almeno una volta nella vita sia successo a tutti.
Avete mai visto l’inventore di un gioco messo da parte?
Come dite?
Ah…può succedere…
Vabbè, per il momento gioco finché nessuno se ne accorge.
Poi ho un immenso vantaggio, non sono più un adolescente ma frequento ogni giorno alcune decine di ragazzini con i quali suoniamo e cantiamo insieme, parliamo e ragioniamo, ridiamo e piangiamo, ci aiutiamo e qualche volta ci detestiamo.
Così ho incominciato un passaparola.
Al mattino leggo in classe una paginetta di letteratura di pace e chiedo loro di condividere se hanno piacere, con la famiglia, gli amici fuori, i parenti.
A chi serve? mi chiedete.
A me.
Voglio essere in pace con me stesso.
Voglio gridare sottovoce che non sono connivente.
Voglio ascoltare con le mie orecchie urlarmi che io ci credo e nel mio piccolo posso gridarlo nelle orecchie di chi mi è vicino.
Lo faccio con la musica; e la parola è musica.
A scuola, checché se ne dica, si parla quotidianamente di cose buone, ci sono iniziative di sensibilizzazione.
Una in aggiunta non farà male.
Dunque venerdì 6 maggio ho incominciato con Bertolt Brecht:
I bambini giocano alla guerra.
È raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
È la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.
Se vi fa piacere, giocate con me.