Roso, candidata del centro destra ad Acqui Terme: “I giovani hanno bisogno di spazi per tornare a vivere”

Il 25 aprile ha offerto ai passanti serali di piazza Italia ad Acqui Terme uno spettacolo inconsueto: ragazze in costume si rincorrevano festose intorno alla Fontana delle Ninfee. Il breve video che le ritrae tra risate e spruzzi è diventato virale sugli smartphone degli acquesi. «Si vede che c’è tanta voglia di andare in piscina» commenta ironica la candidata sindaco di Centrodestra Franca Roso.

«Sicuramente le vigili telecamere dell’amministrazione comunale saranno impiegate per individuare le responsabili della bravata ed eventualmente perseguirle – continua – Ma l’accaduto invita ad una riflessione: cosa c’è oggi in città per i giovani? Dopo due anni di restrizioni i ragazzi muoiono dalla voglia di una vita ordinaria e noi, al di là delle guerre legali tra padroni termali e Palazzo Levi, abbiamo il dovere di dare loro, nell’immediato delle riaperture, occasioni per potersi divertire».

L’analisi dell’alfiere di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia parte dai fenomeni di vandalismo ed inciviltà sparsi per il reticolato urbano: «Dalla pista ciclabile al parco del castello, alla galleria Garibaldi, al parcheggio sotterraneo di via Romita, all’ultima pericolosa abitudine di camminare/correre lungo la ferrovia per raggiungere un locale fuori città – elenca la Roso – C’è certamente un problema sicurezza ma anche una pressante richiesta di socialità. Se un locale organizza qualcosa ed i ragazzi partecipano entusiasti, il sindaco invece di mandare le guardie e spedire tutti a nanna (prendendo uno scivolone sui social con commenti svilenti il lavoro di ristoratori/baristi) avrebbe potuto organizzare controlli ad hoc. Se passa il messaggio “In questa città non si può fare niente”, rischiamo di far sentire indesiderati i ragazzi che, comunque, inventeranno la qualsiasi pur di stare insieme, ridere e dar sfogo alla loro esuberanza».

In conclusione un pensiero per il prossimo futuro: «Ritendo sia possibile conciliare divertimento e sicurezza; si potrebbe concedere uno spazio per l’organizzazione di eventi e pianificare il giusto presidio di ordine pubblico. Dopo due anni di studi sacrificati e distanziamento alienante, i nostri ragazzi meritano un’estate normale».