di Ettore Grassano
Pandemia, alluvioni, siccità. Ma anche peste suina e venti di guerra, con tutte le conseguenze in termini di danni all’export. Non si può certo dire che l’acquese Marco Protopapa, assessore regionale leghista all’Agricoltura della giunta Cirio, abbia trascorso tre anni tranquilli, e certamente riuscire a lavorare sulla programmazione, quando ci si deve confrontare con continue emergenze, è complicato. Proviamo allora a farci spiegare come la Regione si sta muovendo per aiutare e sostenere, in un momento così delicato, uno degli asset strategici dell’economia piemontese.
Assessore Protopapa un bilancio di tappa dopo tre anni vissuti pericolosamente, tra pandemia, alluvioni, siccità e poi emergenza peste suina e problemi di export legati alla guerra. Nonostante questo l’agricoltura piemontese è asset strategico della nostra economia: come affronteremo i prossimi due anni?
Anni di continue emergenze che ci hanno impegnato oltre alla programmazione ordinaria a sostegno del comparto agricolo piemontese, e per le quali la Regione Piemonte ha dovuto rivedere le priorità e attivare misure straordinarie. Fin da inizio pandemia sono state rimodulate parte delle risorse del Programma di sviluppo rurale per destinarle in modo specifico a favore delle aziende agricole, considerando che tutti i settori sono stati colpiti dalla crisi economica e in particolare abbiamo destinato 9,6 milioni di agli allevatori di bovini da carne, alle aziende floricole e florovivaistiche, agli apicoltori.
La Regione ha prontamente attivato le procedure per la richiesta dello stato di calamità, riconosciuto dal governo, azione fondamentale per ottenere i ristori attraverso i fondi nazionali, per i danni alle abitazioni private e alle aziende gravemente danneggiate dalle alluvioni del 2020 e del 2019, che hanno colpito anche l’Astigiano e l’Alessandrino. I danni causati dai cambiamenti climatici sono una costante ormai e infatti nel 2021 abbiamo avuto le gelate anomale che hanno colpito i settori vitivinicolo e ortofrutticolo e anche quest’anno ad inizio aprile abbiamo assistito ad un brusco cambio delle temperature. Nel frattempo abbiamo attivato quasi tutti i bandi del Programma di sviluppo rurale 2021-2022, 380 milioni di euro di fondi europei assegnati al Piemonte, destinati al sostegno dei giovani agricoltori, agli investimenti delle imprese agricole, a favore dell’agroindustria, per la conversione nell’agricoltura biologica, per l’agroambiente, per la promozione dell’agroalimentare di qualità sul mercato nazionale ed estero, tra le principali misure.
Per gli anni a venire la nuova Pac sarà determinante per la gestione dell’agricoltura nazionale e regionale mentre molta attenzione sarà rivolta alle criticità che si creano quotidianamente a causa dei cambiamenti climatici e per la gestione del rischio.
Partiamo dalla peste suina africana, che sta pesando particolarmente sull’economia dei nostri territori: a che punto siamo?
Il Piemonte insieme alle altre Regione aveva già sottoposto all’attenzione del Ministero dell’ambiente il grave problema della gestione della fauna selvatica e soprattutto dei cinghiali che interessa il Piemonte, mettendo in evidenza i limiti d’azione che ci vengono imposti a parità di tutto il territorio nazionale, oggi con il problema della Psa. Abbiamo bisogno di soluzioni pratiche ed emergenziali e non solo teoriche rivolte sia per le zone interessate ampiamente infette, che in quelle libere. L’esasperazione dei territori e delle aziende agricole piemontesi ha raggiunto livelli insostenibili e non si può più attendere anche perché riscontriamo continue difficoltà per poter attuare quello che noi riteniamo utile per risolvere questa emergenza e con tale situazione ci aspettiamo che numerosi limiti vengano almeno momentaneamente eliminati.
Intanto la Regione Piemonte ha stanziato 1,8 milioni di euro di aiuti straordinari a ristoro dei danni subiti dalle aziende suinicole operanti nelle aree ricomprese nella zona infetta (zona rossa) e nella zona buffer interessate dalla Psa. I contributi sono rivolti a sostenere ulteriori spese e i mancati guadagni derivati dai provvedimenti che impongono la macellazione del bestiame per emergenza peste suina.
Siccità: anche se aprile porterà con sé la pioggia, quanto il quadro agricolo è compromesso dalle nuove dinamiche climatiche?
Il mondo agricolo ha espresso già da tempo un’estrema preoccupazione per la scarsissima disponibilità di acqua a scopo irriguo, dovuta alla scarsità di precipitazioni e soprattutto di riserve idriche. Nei giorni scorsi ho convocato il tavolo di crisi idrica del Piemonte, al quale hanno partecipato i rappresentanti dei consorzi irrigui, delle organizzazioni professionali e delle cooperative degli agricoltori, del mondo scientifico. E’stato un importante momento di confronto sulla gestione delle acque in agricoltura, considerando che la scarsità di acque rischia di determinare una riduzione molto intensa della produzione agricola regionale ed in molti casi la stessa semina delle colture, come ad esempio nel caso del riso per cui risultano non possibili gli allagamenti delle camere delle risaie. Nelle prossime settimane l’Assessorato regionale all’Agricoltura attiverà un bando per oltre 2 milioni di euro, condiviso al tavolo regionale, è rivolto ai consorzi gestori di comprensorio e canali demaniali per il finanziamento delle spese di progettazione di opere infrastrutturali finalizzate a migliorare e rendere più efficiente la gestione dell’irrigazione in Piemonte.
Parliamo di guerra, o meglio delle conseguenze economiche della stessa: dall’esplosione del costo delle materie prime ai danni all’export. Come uscirne?
La situazione emergenziale in cui si trovano le nostre aziende agricole piemontesi è la stessa condivisa da tutte le regioni, dal caro petrolio alla crisi cerealicola, alla necessità di sostenere le filiere territoriali in tutti i settori, dal lattiero- caseario ai seminativi, per garantire giusti prezzi riconosciuti ai produttori. Gli interventi devono essere a livello europeo e nazionale, cogliendo le opportunità sulle fonti energetiche rinnovabili e portando avanti modifiche urgenti alla politica agricola comune – Pac. Intanto nell’ultima riunione della Commissione politiche agricole Stato – Regione abbiamo proposto di creare un documento comune che prenda in considerazione la situazione critica in atto e che sia a tutela delle aziende agricole colpite dai continui rincari delle materie di base, con l’obiettivo di far rispettare e riconoscere i costi di produzione alle aziende.
Agricoltura piemontese e PNRR: come sfruttare al meglio questa opportunità? Ci si sta muovendo con progetti mirati?
Proprio di fronte a questa opportunità l’Assessorato all’Agricoltura della Regione ha posto la massima attenzione al tema dell’irriguo presentando progetti per oltre 1 miliardo e 400 milioni di euro dedicati alle infrastrutture a rete per la manutenzione dei canali e acquedotti, ed anche ai grandi invasi.
C’è un progetto innovativo di particolare pregio su cui il Piemonte intende puntare?
Oltre a tutta la gestione delle criticità ed emergenze già espresse, il cui obiettivo è tornare quanto prima possibile alla normalità, la principale progettazione sarà rivolta alle attività di promozione del nostro territorio e dei nostri prodotti puntando sempre di più all’accoglienza dei turisti nel Piemonte.
Da acquese, una riflessione sulla crisi delle Terme, che si riflette pesantemente anche sull’economia agricola del territorio.
Sicuramente il periodo Covid ha messo in grande difficoltà il comparto termale e soprattutto la gestione delle Terme nella nostra città. Tuttavia dispiace che in altre realtà si sia ripresentata una voglia di ripresa e di in investimento non percepita da noi, anzi le prospettive vanno verso ad una possibile interruzione di molte attività. La Regione Piemonte attraverso noi Assessori ha dato la massima disponibilità per sostenere progetti di ripartenza e riqualificazione del comparto sia sotto l’aspetto sanitario che in quello rivolto ad un termalismo legato all’offerta enogastronomica dei nostri territori.
Pandemia, alluvioni, siccità. Ma anche peste suina e venti di guerra, con tutte le conseguenze in termini di danni all’export. Non si può certo dire che l’acquese Marco Protopapa, assessore regionale leghista all’Agricoltura della giunta Cirio, abbia trascorso tre anni tranquilli, e certamente riuscire a lavorare sulla programmazione, quando ci si deve confrontare con continue emergenze, è complicato. Proviamo allora a farci spiegare come la Regione si sta muovendo per aiutare e sostenere, in un momento così delicato, uno degli asset strategici dell’economia piemontese.
Assessore Protopapa un bilancio di tappa dopo tre anni vissuti pericolosamente, tra pandemia, alluvioni, siccità e poi emergenza peste suina e problemi di export legati alla guerra. Nonostante questo l’agricoltura piemontese è asset strategico della nostra economia: come affronteremo i prossimi due anni?
Anni di continue emergenze che ci hanno impegnato oltre alla programmazione ordinaria a sostegno del comparto agricolo piemontese, e per le quali la Regione Piemonte ha dovuto rivedere le priorità e attivare misure straordinarie. Fin da inizio pandemia sono state rimodulate parte delle risorse del Programma di sviluppo rurale per destinarle in modo specifico a favore delle aziende agricole, considerando che tutti i settori sono stati colpiti dalla crisi economica e in particolare abbiamo destinato 9,6 milioni di agli allevatori di bovini da carne, alle aziende floricole e florovivaistiche, agli apicoltori.
La Regione ha prontamente attivato le procedure per la richiesta dello stato di calamità, riconosciuto dal governo, azione fondamentale per ottenere i ristori attraverso i fondi nazionali, per i danni alle abitazioni private e alle aziende gravemente danneggiate dalle alluvioni del 2020 e del 2019, che hanno colpito anche l’Astigiano e l’Alessandrino. I danni causati dai cambiamenti climatici sono una costante ormai e infatti nel 2021 abbiamo avuto le gelate anomale che hanno colpito i settori vitivinicolo e ortofrutticolo e anche quest’anno ad inizio aprile abbiamo assistito ad un brusco cambio delle temperature. Nel frattempo abbiamo attivato quasi tutti i bandi del Programma di sviluppo rurale 2021-2022, 380 milioni di euro di fondi europei assegnati al Piemonte, destinati al sostegno dei giovani agricoltori, agli investimenti delle imprese agricole, a favore dell’agroindustria, per la conversione nell’agricoltura biologica, per l’agroambiente, per la promozione dell’agroalimentare di qualità sul mercato nazionale ed estero, tra le principali misure.
Per gli anni a venire la nuova Pac sarà determinante per la gestione dell’agricoltura nazionale e regionale mentre molta attenzione sarà rivolta alle criticità che si creano quotidianamente a causa dei cambiamenti climatici e per la gestione del rischio.
Partiamo dalla peste suina africana, che sta pesando particolarmente sull’economia dei nostri territori: a che punto siamo?
Il Piemonte insieme alle altre Regione aveva già sottoposto all’attenzione del Ministero dell’ambiente il grave problema della gestione della fauna selvatica e soprattutto dei cinghiali che interessa il Piemonte, mettendo in evidenza i limiti d’azione che ci vengono imposti a parità di tutto il territorio nazionale, oggi con il problema della Psa. Abbiamo bisogno di soluzioni pratiche ed emergenziali e non solo teoriche rivolte sia per le zone interessate ampiamente infette, che in quelle libere. L’esasperazione dei territori e delle aziende agricole piemontesi ha raggiunto livelli insostenibili e non si può più attendere anche perché riscontriamo continue difficoltà per poter attuare quello che noi riteniamo utile per risolvere questa emergenza e con tale situazione ci aspettiamo che numerosi limiti vengano almeno momentaneamente eliminati.
Intanto la Regione Piemonte ha stanziato 1,8 milioni di euro di aiuti straordinari a ristoro dei danni subiti dalle aziende suinicole operanti nelle aree ricomprese nella zona infetta (zona rossa) e nella zona buffer interessate dalla Psa. I contributi sono rivolti a sostenere ulteriori spese e i mancati guadagni derivati dai provvedimenti che impongono la macellazione del bestiame per emergenza peste suina.
Siccità: anche se aprile porterà con sé la pioggia, quanto il quadro agricolo è compromesso dalle nuove dinamiche climatiche?
Il mondo agricolo ha espresso già da tempo un’estrema preoccupazione per la scarsissima disponibilità di acqua a scopo irriguo, dovuta alla scarsità di precipitazioni e soprattutto di riserve idriche. Nei giorni scorsi ho convocato il tavolo di crisi idrica del Piemonte, al quale hanno partecipato i rappresentanti dei consorzi irrigui, delle organizzazioni professionali e delle cooperative degli agricoltori, del mondo scientifico. E’stato un importante momento di confronto sulla gestione delle acque in agricoltura, considerando che la scarsità di acque rischia di determinare una riduzione molto intensa della produzione agricola regionale ed in molti casi la stessa semina delle colture, come ad esempio nel caso del riso per cui risultano non possibili gli allagamenti delle camere delle risaie.
Nelle prossime settimane l’Assessorato regionale all’Agricoltura attiverà un bando per oltre 2 milioni di euro, condiviso al tavolo regionale, è rivolto ai consorzi gestori di comprensorio e canali demaniali per il finanziamento delle spese di progettazione di opere infrastrutturali finalizzate a migliorare e rendere più efficiente la gestione dell’irrigazione in Piemonte.
Parliamo di guerra, o meglio delle conseguenze economiche della stessa: dall’esplosione del costo delle materie prime ai danni all’export. Come uscirne?
La situazione emergenziale in cui si trovano le nostre aziende agricole piemontesi è la stessa condivisa da tutte le regioni, dal caro petrolio alla crisi cerealicola, alla necessità di sostenere le filiere territoriali in tutti i settori, dal lattiero- caseario ai seminativi, per garantire giusti prezzi riconosciuti ai produttori. Gli interventi devono essere a livello europeo e nazionale, cogliendo le opportunità sulle fonti energetiche rinnovabili e portando avanti modifiche urgenti alla politica agricola comune – Pac. Intanto nell’ultima riunione della Commissione politiche agricole Stato – Regione abbiamo proposto di creare un documento comune che prenda in considerazione la situazione critica in atto e che sia a tutela delle aziende agricole colpite dai continui rincari delle materie di base, con l’obiettivo di far rispettare e riconoscere i costi di produzione alle aziende.
Agricoltura piemontese e PNRR: come sfruttare al meglio questa opportunità? Ci si sta muovendo con progetti mirati?
Proprio di fronte a questa opportunità l’Assessorato all’Agricoltura della Regione ha posto la massima attenzione al tema dell’irriguo presentando progetti per oltre 1 miliardo e 400 milioni di euro dedicati alle infrastrutture a rete per la manutenzione dei canali e acquedotti, ed anche ai grandi invasi.
C’è un progetto innovativo di particolare pregio su cui il Piemonte intende puntare?
Oltre a tutta la gestione delle criticità ed emergenze già espresse, il cui obiettivo è tornare quanto prima possibile alla normalità, la principale progettazione sarà rivolta alle attività di promozione del nostro territorio e dei nostri prodotti puntando sempre di più all’accoglienza dei turisti nel Piemonte.
Da acquese, una riflessione sulla crisi delle Terme, che si riflette pesantemente anche sull’economia agricola del territorio.
Sicuramente il periodo Covid ha messo in grande difficoltà il comparto termale e soprattutto la gestione delle Terme nella nostra città. Tuttavia dispiace che in altre realtà si sia ripresentata una voglia di ripresa e di in investimento non percepita da noi, anzi le prospettive vanno verso ad una possibile interruzione di molte attività.
La Regione Piemonte attraverso noi Assessori ha dato la massima disponibilità per sostenere progetti di ripartenza e riqualificazione del comparto sia sotto l’aspetto sanitario che in quello rivolto ad un termalismo legato all’offerta enogastronomica dei nostri territori.