«Chiedo di poter procedere all’adozione di provvedimenti contingibili ed urgenti che consentano da un lato di inibire l’esposizione della popolazione alle fibre di amianto (nello specifico nella rimozione del polverino), dall’altro di non aderire ai vincoli del Patto di Stabilità, tenuto conto che lo stesso andrebbe ad incidere negativamente sulle procedure di bonifica».
Con queste parole si chiude la lettera che il sindaco di Casale Monferrato Giorgio Demezzi ha inviato al presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta, al ministro all’Economia Fabrizio Saccomanni, al ministro all’Ambiente Andrea Orlando e al ministro alla Salute Beatrice Lorenzin.
Ed è proprio il delicato tema dei fondi necessari per proseguire nella bonifica dei manufatti d’amianto, l’oggetto della missiva: «La presenza di materiali e manufatti contenenti amianto – scrive il sindaco Demezzi – costituisce in ogni contesto, e soprattutto nel territorio coincidente con gli ambiti territoriali del Distretto Sanitario di Casale Monferrato, un rilevante problema a carattere ambientale, con importanti ricadute sanitarie (per le patologie ad esso correlate), ad impatto sociale (anche in relazione alla percezione del rischio ad esso associata) ed economico, in considerazione dei costi conseguenti agli interventi di bonifica dei siti con materiali contenenti amianto, e soprattutto incidendo negativamente sui processi di valorizzazione del territorio casalese ed i relativi programmi di sviluppo».
«Partire dal miglioramento delle condizioni ambientali per prevenire nuovi casi di patologie amianto correlate deve costituire dunque un obiettivo prioritario per le Amministrazioni Comunali del territorio casalese, al fine di abbattere progressivamente il rischio di esposizione alle fibre di amianto garantendo, in tal modo il principio della tutela della salute della collettività».
«L’elemento cardine – prosegue il testo della lettera – che consente una riduzione progressiva del rischio di esposizione alle fibre di amianto della popolazione generale e la conseguente riduzione di patologie amianto correlate è rappresentato, come dimostrato dalle evidenze scientifiche, dalla prevenzione, da attuarsi attraverso specifici interventi di bonifica con rimozione dei materiali contenenti amianto presenti sul territorio nelle diverse forme e soprattutto nella matrice ad elevato indice di friabilità, il polverino».
«Tali interventi di bonifica, previsti in specifico Accordo di programma tra il Ministero dell’Ambiente, l’Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte ed il Comune di Casale Monferrato, (identificato quale Ente attuatore dell’accordo), devono essere realizzati in forma costante poiché maggiore è la quantità di bonifiche poste in essere minore sarà la probabilità di esposizione alle fibre di amianto da parte della popolazione e, conseguentemente, come detto, minore sarà la probabilità di insorgenza di nuovi casi di patologie amianto correlate».
«L’accordo di programma prevede l’esecuzione in forma gratuita per il cittadino della rimozione del polverino, di cui lo Stato si fa carico in considerazione della pericolosità di tale materiale – ha poi voluto sottolineare Demezzi nel messaggio, sottolineando che «le attività di bonifica con rimozione di materiali e manufatti contenenti amianto non possono soggiacere ad alcun patto di stabilità, in quanto il controllo delle politiche di bilancio pubbliche non può e non deve rappresentare la causa di condizioni di rischio per la salute della popolazione, rappresentandosi, qualora ciò si concretizzi, un evidente contrasto ai principi della Costituzione secondo cui lo Stato tutela la salute della collettività».
Pertanto, «la soluzione non può essere garantita attraverso strumenti di gestione ordinaria, bensì assicurata, come detto, dall’attuazione di interventi preventivi di bonifica, da eseguirsi in forma pianificata e costante, che riducano probabilisticamente l’insorgenza di nuovi casi di malattie correlate all’amianto, escludendo qualsiasi formula di esercizio finanziario di bilancio che ne possa limitare l’attuazione».
Proprio a causa dei danni provocati dall’inquinamento da amianto, il Comune di Casale Monferrato ha inoltre avviato alcuni studi, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, per individuare alcune strategie che portassero il capoluogo monferrino a costituirsi zona a fiscalità compensativa.
Il sindaco Demezzi nella lettera afferma però che «La salute costituisce indubbiamente la risorsa più importante per la prosperità sociale ed economica di ogni comunità, ed il miglioramento dei livelli medi di salute della popolazione rappresenta un obiettivo prioritario per qualsiasi governo e per qualsiasi ideologia politica; non è da ritenersi possibile che alcun patto di stabilità, documento e strumento a valenza economica, possa avere ricadute sulla salute in quanto lo stesso andrebbe contro i principi della tutela della salute pubblica, elemento cardine per qualsiasi Stato democratico».
Il messaggio del primo cittadino è stato inoltrato anche ai due deputati casalesi, gli onorevoli Cristina Bargero e Fabio Lavagno, e alla senatrice di Novi Ligure Manuela Repetti.