Arriva agosto: tutti in ferie e non se ne parla più? La prima impressione potrebbe essere quella, a fronte di una serie di emergenze sopite, ma non risolte, che a settembre esploderanno con nuova virulenza: dalla ormai cronica emergenza di Palazzo Rosso e dintorni, ad un più ampio mercato del lavoro privato messo a dura prova da crisi, chiusure, mancanza di volontà di investire da parte di tanti che sembrano, semplicemente, non crederci più.
Eppure quest’anno, ad agosto, non si chiude per ferie, e neanche per crisi. Sondando un po’ la situazione del territorio, ci sembra che tanti intendano invece approfittare del mese tradizionalmente dedicato al relax non solo per riposarsi, ma anche per affinare le lame e gli artigli. O, più realisticamente, per progettare un autunno che non sarà semplice, e neppure scontato.
“Niente sarà più come prima: prima lo capiamo, meglio è”, mi ha detto ieri un autorevole esponente del mondo sindacale. E allo stesso modo la pensano tanti imprenditori, per nulla rassegnati a ‘tirare i remi in barca’, e a vivacchiare. Certo, alcune scelte di sistema competono al Governo in carica. Che, se mai supererà nelle prossime ore ‘l’incaglio’ delle vicende berlusconiane, comunque deve ancora dimostrare di sapere e volere fare qualcosa di nuovo, e di diverso.
Ma poi c’è il territorio, ci siamo noi. Che, ognuno nel nostro settore di attività e competenza, dobbiamo saperci dare un colpo di reni da soli, senza confidare troppo in aiuti esterni, e men che meno in miracoli.
Il comune di Alessandria, e la sua intricata vicenda, sono emblematici: ancora ieri, sul fronte della legittimità dell’azienda speciale Costruire Insieme, si è scatenata nelle ore pomeridiane una vera e propria bagarre mediatica tra il sindaco Rossa, il sindaco emerito Fabbio, il consigliere Locci e altri esponenti politici locali. Neanche la Corte Costituzionale, dunque, sembra in grado di mettere tutti d’accordo sulla vicenda. Emblematico, non trovate?
Ma non basta: l’impressione di tanti (anche nel centro sinistra: magari sussurrato a mezza voce, “perché comunque Rita è un’amica, perché volevo bene al caro Angiolino”, e via così) è che finora abbia regnato un immobilismo che, se da un lato ha forse evitato danni peggiori, dall’altro non ha ancora permesso davvero di capire, concretamente, in che direzione si intende andare, e con quali modalità e progetti reali.
Anche lì, qualcuno assicura che novità importanti potrebbero arrivare ben prima del faticido 15 ottobre (nuova scadenza per la presentazione delle integrazioni al bilancio stabilmente riequilibrato). Magari addirittura ad agosto? Chissà, voci ne girano tante. E certamente molti di noi non trascorreranno tutto il mese sotto l’ombrellone, con paletta e secchiello. Questo è poco, ma sicuro.