di Dario B. Caruso
Non ho nulla contro le donne.
Anzi.
Ad avallare ciò lo dimostra il fatto che ne ho sposata una.
Non una a caso, sia ben chiaro: una che potesse sopportare le mie paturnie, i miei ritmi, le mie trascuratezze e le mie ossessioni.
Quale sia stato il ghiribizzo di portare a tutti i costi una donna al Quirinale però francamente non sono riuscito a comprenderlo.
E non lo hanno compreso neppure i grandi elettori visto che, a conti fatti, dopo una settimana di passione e teatrino hanno ripiegato sull’usato sicuro: Mattarella bis.
Forse perché una l’ho già vista.
Ci fu un tempo nel quale mi recai a Roma per la visita al Quirinale con una classe della scuola media di Stella, il Dirigente Scolastico, il sindaco, il vice sindaco, l’assessore del Comune e la signora Favetta, presidente dell’Associazione “Sandro Pertini”.
Fu entusiasmante così come quasi tutte le gite scolastiche (un tempo si organizzavano) e i ragazzi si divertirono molto poiché avevano unito l’utile al dilettevole (se non sbaglio in veste di studente c’era l’attuale sindaco di Stella, ragazzo simpatico e spigliato).
Elisabetta Favetta era un vero turbine, dettava i ritmi con precisione militare visto che era stata lei ad aver organizzato l’udienza con l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Durante la visita alle grandi sale del prestigioso palazzo solo figure maschili, valletti, corazzieri, segretari; nessuna donna.
Oggi festeggiamo nuovamente un rieletto.
Io che ho già visto una donna al Quirinale ho assaporato la sensazione; credo però che dovremo aspettare ancora lungo tempo.