“Gli interventi di prevenzione, contenimento e contrasto della peste suina devono essere risoluti ed è centrale salvaguardare e sostenere le attività produttive del territorio con azioni che, in un’ottica di proporzionalità, non le mettano in difficoltà in un periodo già così difficile”.
Lo dichiara il Senatore Massimo Berutti in relazione all’ordinanza ministeriale per il contrasto alla diffusione dei casi di peste suina riscontrati tra Piemonte e Liguria.
“I casi trovati tra i cinghiali non devono essere sottovalutati, non possiamo però permetterci di portare avanti oltre lo strettissimo necessario quelle previsioni che impattano trasversalmente sulle attività produttive e in particolare sul mondo della ristorazione e del turismo. Vietare il trekking per qualche giorno può essere sopportato, ma non si può immaginare di andare oltre a qualche giornata. Con la pandemia le attività ricettive e la ristorazione stanno già pagando un prezzo altissimo, non si può pensare di chiedere ulteriori sforzi se questi non sono limitatissimi nel tempo e circoscritti. In ogni caso, le attività vanno sostenute e valorizzate in modo concreto. La stessa centralità delle attività produttive deve essere applicata anche al settore zootecnico. In questo caso – prosegue Berutti – ci vuole massima precauzione, controlli e la capacità, se necessario, di un sostegno vero. Se per fare questo serve un commissario, ben venga. Qualsiasi sia il suo mandato, dovrà però anche contenere un intervento sulla fauna selvatica dannosa che sia risolutivo. Oggi in alcuni territori ci sono più cinghiali che persone. Questo significa rischio di incidenti, colture rovinate, boschi e terreni distrutti. La presenza della peste suina deve essere l’occasione per un intervento che ne regoli la presenza per i prossimi anni. I territori non possono attendere oltre”.