Alcune settimane fa prendendo spunto dalla sponsorizzazione, inopportuna, della StrAlessandria da parte della multinazionale della chimica Solvay, abbiamo mandato ai giornali un comunicato che sfruttando l’artificio retorico della lettera aperta in realtà parlava, ovviamente, ai cittadini di Alessandria per dire come la pensiamo. Per il semplice motivo che molte persone ci chiedevano cosa ne pensavamo e abbiamo prontamente risposto. Inoltre abbiamo approfondito la questione, chiedendo alla Solvay di non fermarsi agli slogan che campeggiavano sui cartelloni della StrAlessandria (“chiediamo di più alla chimica”), ma di procedere con alcuni fondamentali indirizzi.
Il primo è la messa in sicurezza e la bonifica di suolo e acque dai veleni che continuano a fuoriuscire dallo stabilimento. Da realizzarsi rapidamente e non certo in decine di anni, come a volte prospettato, con l’adozione delle B.A.T. (Best Available Tech’s) e non già con le fantasiose proposte di un precedente presidente AMAG.
Il secondo è la drastica riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera da ottenersi, in prima battuta, rispettando come contenuti e tempistiche le prescrizioni dell’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale). Affrontando finalmente con trasparenza le tematiche ambientali e ponendosi in un’ottica di collaborazione con tutti gli enti e le istituzioni preposti ai controlli e alle verifiche.
La questione è stata sollevata, a partire dal caso di Taranto, anche dal Presidente della Regione Puglia Vendola nella lettera che ha recentemente indirizzato agli altri Presidenti di Regione e al Presidente di Confindustria Squinzi, che propone una normativa nazionale che generalizzi il concetto di Valutazione del Danno Sanitario, in modo che le grandi industrie che inquinano sul territorio italiano non possano più impugnare di fronte al giudice i regolamenti attuativi della Valutazione del Danno Sanitario e le sollecitazioni degli enti locali e degli organismi preposti ai controlli ambientali e sanitari.
Infine la Solvay dovrebbe risarcire la comunità alessandrina riconvertendo, se già non lo fa, la sua produzione verso una chimica funzionale ai prodotti delle energie rinnovabili.
Naturalmente c’è un passaggio giudiziario rilevante in cui l’attuale dirigenza Solvay è coinvolta ma si tratta di un risarcimento storico e non solo giudiziario, parte su cui si pronuncerà la magistratura.
La lettera era perciò rivolta, più che altro, ai cittadini di Alessandria per chiarire la nostra posizione. Ma ovviamente non può che fare piacere trovare sul giornale anche la risposta della Solvay tramite il suo direttore. Alla domanda su come intende dedicarsi all’ambiente e allo sviluppo del territorio senza più inquinarlo la Solvay risponde dunque invitando i rappresentanti di tutti i gruppi politici ad andare a verificare di persona.
Un invito che la politica farà bene a valutare con interesse ma, secondo noi di SEL, solo dopo la conclusione delle vicende giudiziarie, quando tutte le responsabilità saranno state chiarite e accertate, dal momento che tanti lavoratori e cittadini di Spinetta attendono una risposta di giustizia per aver perso negli anni la salute o la vita dei propri cari e questo delicato passaggio è tutto nelle mani della Magistratura.
Sinistra Ecologia Libertà – Circolo di Alessandria