Il 12 novembre scorso è entrato in vigore il “Decreto antifrodi” (DL 157/2021) ma l’introduzione dell’obbligo retroattivo del visto di conformità e dell’asseverazione della congruità dei costi, anche per le iniziative in corso, ha provocato il blocco dell’operatività delle piattaforme che gestiscono le cessioni dei crediti d’imposta da bonus edilizi.
Si è, così, generata un’ampia incertezza fra gli operatori e i contribuenti interessati dagli interventi agevolati e sono insufficienti i chiarimenti finora forniti dall’Agenzia delle Entrate in quanto non risolvono il problema complessivo della retroattività, che viene eliminata solo per i pagamenti eseguiti entro l’11 novembre, lasciando fuori tutti i lavori in corso.
Inoltre, mentre le piattaforme starebbero per tornare in funzione, manca il decreto del MiTE (Ministero della Transizione Ecologica) sull’aggiornamento dei prezzari ai quali debbono attenersi gli asseveratori secondo le nuove disposizioni.
“La filiera delle costruzioni – sottolinea Paolo Valvassore, presidente del Collegio Costruttori ANCE della provincia di Alessandria – ha sempre sostenuto la necessità di strumenti per una lotta efficace all’utilizzo indebito degli incentivi fiscali ma esprime preoccupazione per le modalità con le quali sono state introdotte le nuove norme del Decreto antifrodi. Siamo sempre stati favorevoli al rafforzamento e all’estensione di tutte le iniziativa dell’attività di controllo e di prevenzione dell’utilizzo illecito dei bonus edilizi, così come è avvenuto sulla verifica della congruità del costo del lavoro anche per il settore privato”.
La filiera nazionale delle costruzioni – composta da ANCE, Assolegno di FederlegnoArredo, Alleanza delle Cooperative-Legacoop produzione e servizi, Confcooperative Lavoro e servizi e Agci produzione e lavoro, Anaepa Confartigianato, Cna Costruzioni, Casartigiani, Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil, Claai, Confapi Aniem, Anaci, Isi, Oice, Rete Professioni Tecniche, Federcostruzioni, Federesco, Elettricità Futura – ribadisce, nel contempo, che l’applicazione delle nuove procedure operative sia limitata ai soli interventi avviati successivamente all’emanazione di tutti i provvedimenti e delle relative istruzioni o, quantomeno, avviati dopo l’entrata in vigore del Decreto.
Pertanto, viene chiesto al Governo e al Parlamento di intervenire urgentemente per evitare rallentamenti nel percorso di crescita del Paese, trainata in larga parte dalle misure adottate nel 2020
e che stanno cominciando a produrre gli effetti auspicati per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità indicati dall’Europa e dal Piano di ripresa e resilienza.
“Il contribuente, infine, – afferma Paolo Valvassore – deve essere garantito da una adeguata e specifica qualità tecnica e professionale da chi esegue i lavori anche nel rispetto delle regole e della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.