Tamponi, è corsa ad ostacoli. In compenso investiamo sul Mobility Manager, e c’è chi dice no ad ogni progetto di sviluppo [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Tamponi, green pass, vaccini, eterne emergenze governative Covid.Leggete qui: “Caos tamponi a pagamento, pochi hub aperti e prenotazioni esaurite: tanti senza Green Pass per lavorare”.
In sintesi: in tanti senza il tampone faticano ad accedere al posto di lavoro. Molti cittadini hanno contattato la redazione di Radio Gold per sollevare il problema dei tamponi a pagamento lamentando che chi stabilisce l’obbligo di green pass sul lavoro dovrebbe anche garantire a tutti la possibilità di sottoporsi al tampone di domenica già per il lunedì. Molte persone, infatti, sono rimaste spiazzate dal cambio improvviso di procedura regionale. Dalla Regione fanno sapere che i tamponi a pagamento negli hotspot delle Asl sono un supporto in più che la Regione (bontà sua) ha messo in campo per aiutare le farmacie e i centri privati, e che la priorità continua a essere la campagna vaccinale e l’attività di contact tracing su cui devono necessariamente concentrarsi le risorse umane del sistema sanitario pubblico. Nella pratica significa: “Non vi siete vaccinati? Ben vi sta, ora arrangiatevi!”
E’ così che vengono trattati i non vaccinati ed è una vergogna. Sono abituata a valutare le situazioni, non esiste solo bianco o nero ma varie sfumature di grigio e io tali sfumature le colgo, quindi non ho nessuna remora trattare certi argomenti e offrire solidarietà a chi per vari motivi più che legittimi non si vaccina e manifesta contro il green pass, che è l’obbligo mascherato del vaccino Covid. Ho trovato e condiviso questo editoriale: “Dopo il green pass. E ora, cos’altro potranno farci fare?”
Ne riporto un passaggio, sarebbe utile leggerlo per intero: “Non solo il ricatto ma anche l’inganno: l’Unione Europea afferma che non si può obbligare il cittadino ad assumere un vaccino? Ma il governo italiano non obbliga a vaccinarsi, obbliga “solo” ad avere il green pass, e così l’ostacolo è superato. Se il green pass è richiesto per andare a teatro pazienza, ma quando viene richiesto per lavorare lo sfregio si fa serio. I sindacati stessi prendono parte al ricatto dei loro rappresentati. Gli italiani che tengono duro e si fanno tre tamponi a settimana vengono paragonati agli individualisti narcisisti e anarcoidi che dicono che il corpo è loro e ne fanno quello che vogliono. Se ci hanno fatto fare questo, cosa altro potrebbero farci fare? Questa è la domanda che oggi molti si pongono davanti a un potere che in meno di due anni di gestione della pandemia ha letteralmente asservito la popolazione. Da noi, il potere ha indotto a vaccinarsi il 90 per cento di una popolazione che per il 90 per cento dei contagi non presentava sintomi. Su queste basi ha bloccato la vita economica per molto tempo e poi ha sostenuto l’obbligo del vaccino per far riprendere la vita economica. Ha introdotto il green pass nella forma più dura e pressoché unica al mondo pur non avendo questa disposizione alcun senso sanitario, ma solo per obbligare alla vaccinazione. L’obbligo si è così trasformato in ricatto. Se vuoi fare questo o quello devi avere il green pass”. Il Covid ha creato un salasso economico al Paese Italia e al suo popolo, ma grazie al Covid c’è chi ha guadagnato come le potenti industrie farmaceutiche e chi ha le cosiddette “mani in pasta”, leggete: “Esclusiva Report: ecco i contratti “segreti” di Pfizer e Moderna per i vaccini anti-Covid”. Leggete!
Voto: 2

 

2) “Mobility Manager nelle imprese: mercoledì il webinar di Confindustria Alessandria”.
Questa notizia l’ho dovuta leggere due volte, non ci credevo che fosse necessario istituire una figura a quello scopo. Primo passo ho voluto scoprire di più, da dove arrivava tale novità e mi sono ben documentata, poi ho fatto qualche telefonata a turnisti che lavorano nelle fabbriche per sapere che ne pensano. Intanto sta “trovata” arriva dal Ministero della Transizione Ecologica con un Decreto di nove pagine: “Decreto 12 maggio 2021- Modalita’ attuative delle disposizioni relative alla figura del mobility manager. (21A03111) (GU Serie Generale n.124 del 26-05-2021). Una nuova normativa che impone alle imprese con più di cento addetti ubicate in un capoluogo di Regione, in una città metropolitana, in un capoluogo di Provincia, in un Comune con più di 50 mila abitanti, la redazione del “Piano degli spostamenti casa-lavoro” e introduce nelle imprese il “Mobility Manager”. Tale provvedimento è rivolto a favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dei mezzi di trasporto individuali privati. Leggete qui. Dalle chiacchierate che ho fatto con una piccola campionatura di dipendenti turnisti di industria, viene fuori che con i loro mezzi per andare da Alessandria nelle fabbriche site a Spinetta bastano 15/20 minuti, con un mezzo pubblico hanno meno tempo a loro disposizione perché un mezzo pubblico nei giri che fa ci mette anche un’ora abbondante. Poi ci sono coppie di operai che fanno turni alternati per gestire i figli e non hanno tempo di andare dietro ai ‘versi’ di lor signori. Domanda: perchè il potere romano viaggia uno a uno su auto “blu” con tanto di autisti quando potrebbero usare mezzi pubblici o mettersi d’accordo e utilizzare in quattro o cinque la stessa auto? Tanto vanno nello stesso posto, no? Le imposizioni solo per il popolo? Prevedo che non sortirà nessun effetto, non durerà e tutti hanno solo perso tempo. A Roma si occupassero di vere necessità e cose serie.
Voto: 3

3) Siamo alle solite. 22 ottobre: “5 stelle contro il polo logistico “mangia terreno”: avviata petizione online. Trussi: Noi dobbiamo andare avanti”. Già il 9 giugno si leggeva che i 5 Stelle locali erano “furenti”: “Polo logistico quartiere Europa, vicesindaco: L’area è già di Pam, se diciamo no vanno via. M5S furente”.
Sempre a giugno stilai una pagella in merito e fui d’accordo con l’amministrazione e le forze politiche che la sostengono nel dare ad Alessandria la possibilità di acchiappare ogni “treno” per portare sviluppo alla città. Nel passato quanti “treni” sono stati dirottati in altri luoghi dove sono stati ricevuti a braccia aperte? La nostra città per la sua collocazione geografica si presta ad ospitare attività industriali, commerciali, logistiche, grazie ad una posizione strategica tra Milano, Torino, Genova. La merce può viaggiare su gomma e rotaia. Per chi ama la decrescita in-felice ospitare insediamenti industriali non va bene perché inquinano, i grandi centri commerciali, e i retail park danneggiano il commercio locale, un polo logistico “mangia terreno”, e allora di che può sopravvivere una città, e una comunità? Tutti ad ammirare i campi di papaveri spontanei o a coltivare la terra? Oggi i proprietari terrieri e coltivatori utilizzano moderni macchinari che fanno il lavoro di decine di uomini, basta una persona alla guida di mezzi robotizzati. Tra gli anni fine ’50 e ’60 del secolo scorso in una grande tenuta amministrata da mio nonno materno i trattori avevano già messo a riposo i buoi, e chi aveva il compito di arare i campi. Già a quei tempi, nelle immense stalle tra mucche, vitelli, tori, cavalli bastavano dieci “bergamini” (il personale addetto alle stalle) ad occuparsene perché gli abbeveratoi, le mangiatoie erano automatiche come automatica era la mungitura. Ricordo le decine di giornalieri, uomini e donne, che lavoravano nei campi. Quindi signori 5 Stelle che “famo”? Si deve pur campare e ben venga ogni possibilità. Una curiosità: come mai i 5 Stelle locali tacciono su quell’enorme cava dove viene estratto dell’inerte che si vede alla sinistra della Tangenziale Alessandria per andare verso Acqui che si sta “mangiando” un’area immensa di campi?
A seguire buone notizie che portano lavoro: “Logistica e infrastrutture, alleanza tra Confindustria e Regione per costruire il Piemonte del futuro. 49 grandi opere in dieci anni, 7,5 miliardi di fondi Pnnr da spendere entro il 2026”.La teoria della decrescita felice è infelice, e chi la propugna evidentemente ha “la pancia piena”, o una buona dose di inconsapevolezza. Cito una battuta di Grillo ospite di “Servizio Pubblico” condotto da Michele Santoro: “Questo paese è fallito. Facendo a modo nostro saremo più poveri per i prossimi 4-5 anni, ma senza dubbio più contenti e più felici”. Tempo dopo Grillo spiegò ad una tv svedese il senso di quella frase: “Il mercato racconta balle, la crescita non va aiutata, la crescita non porta posti di lavoro non porta ricchezza, perché crea divario tra chi ha e chi non ha, e questa è la crescita”. Mah!
Voto: 3