Nel pomeriggio di venerdì ad Acqui Terme è stata attivata la colonnina DAE (Defibrillatore Semi Automatico Esterno) presso i portici Saracco.
L’apparecchio va ad ampliare la rete di defibrillatori che rientrano nel progetto Acqui Cardioprotetta, fortemente voluto dal Comune di Acqui Terme in collaborazione con l’associazione FormInLife – Formazione Informazione Vita, Centro Medico 75, Lions Club Acqui e Colline Acquesi, Lions Club Acqui Terme Host, Rotary Club Acqui Terme e Notari srl.
Il progetto ha previsto una fitta sinergia e collaborazione tra soggetti pubblici e privati per realizzare una rete di DAE che possa essere utilizzata in caso di emergenza e rendere Acqui Terme una città cardioprotetta.
Contestualmente è stata installata, sempre presso i portici di via Saracco, la mappa dei 46 defibrillatori aderenti all’iniziativa. Nelle prossime settimane saranno sistemate anche in corso Bagni, in viale Acquedotto Romano, in piazza Dolermo e in via Aureliano Galeazzo. Tutti gli apparecchi facenti parte del progetto Acqui Cardioprotetta sono inseriti anche sull’applicazione gratuita DAEdove, disponibile sull’App Store di Apple e su Google Play Store, per consentire la localizzazione veloce dei dispositivi salva vita tramite il proprio smartphone.
Le morti cardiache improvvise costituiscono una delle principali cause di decesso a livello mondiale. Si può calcolare un arresto cardiaco improvviso per mille abitanti per anno. In Italia i decessi sono oltre 60.000 l’anno, una media giornaliera di 164 persone. Acqui Terme ha poco meno di 20.000 abitanti e, secondo le statistiche, 20 di loro sono destinati, ogni anno, a essere colpiti da un arresto cardiaco: un cittadino ogni 15 giorni.
«Da quando abbiamo avviato questo percorso si sono unite a noi molte realtà e siamo molto contenti di ciò, in quanto mostra come questo progetto sia sentito e condiviso – spiega il sindaco di Acqui Terme, Lorenzo Lucchini –. Questa iniziativa renderà Acqui Terme una città cardioprotetta, garantendo una maggiore sicurezza a tutti i cittadini e mira a educare la popolazione ad assumere comportamenti corretti in termini di prevenzione. Abbiamo costruito una rete ampia di defibrillatori, ma la loro diffusione non è sufficiente se non si inserisce anche un percorso di mappatura che permette di conoscere l’esistenza di questa rete. Sento il dovere di ringraziare tutti coloro che hanno creduto fino in fondo in questa iniziativa e che ne hanno permesso la sua realizzazione».