di Enrico Sozzetti
L’Università del Piemonte Orientale sta vivendo una fase particolarmente vivace, almeno a giudicare dai progetti di sviluppo che si focalizzano, in particolare, sulla proposta del ‘Dipartimento per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica’ che avrà sede a Vercelli (dove stanno per partire i corsi di laurea in ‘Gestione ambientale e sviluppo sostenibile’ e ‘Chimica verde’), sulla costituzione di tre ‘Facilities per la ricerca’ ad Alessandria, Vercelli e Novara (“Le comunità scientifiche nelle tre città potranno contare su un supporto continuo per la individuazione, la stesura, l’applicazione e la rendicontazione dei bandi di finanziamento alla ricerca” come spiega il Rettore, Gian Carlo Avanzi) e sul percorso di riforma interno che potrebbe portare all’avvio di un corso di laurea magistrale in Giurisprudenza istituito al Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa (Disei) di Novara a partire dall’anno accademico 2022-2023.
‘Sviluppo sostenibile e transizione ecologica’
Il documento che delinea gli indirizzi per la costituzione del nuovo Dipartimento (firmato dai proponenti Eliana Baici, Roberto Barbato, Enrico Boccaleri, Francesco Faggiano, Enrico Ferrero, Roberta Lombardi, Cristina Meini) contiene espliciti riferimenti a una riorganizzazione che punta a consolidare la presenza dell’Upo a Vercelli dove gli attuali corsi di laurea sono Scienze Infermieristiche (Dipartimento di Medicina Traslazionale), i corsi del Dipartimento di Studi Umanistici, e alcuni corsi del Dipartimento di scienze e innovazione tecnologica, Scienze Biologiche, Informatica, Scienza dei Materiali che è in chiusura, Biologia, Food Health and Environment, con quest’ultimo che è un corso di natura interdipartimentale al quale, oltre al Disit, partecipano il Dipartimento di Scienze del farmaco, il Dipartimento di scienze della salute, il Dipartimento di giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali e il Disei. Rispetto ai nuovi corsi in ‘Gestione ambientale e sviluppo sostenibile’ e ‘Chimica verde’ che sono di natura interdipartimentale si parla anche dell’ipotesi di istituire “una o due scuole” che permetterebbero “una più agevole organizzazione della didattica” perché lo Statuto dell’Ateneo prevede che un Dipartimento possa aderire a più di una scuola.
Quello che sta per nascere sarà “un dipartimento che ha la capacità di parlare al futuro”, rispetto al quale “le forze imprenditoriali di punta del territorio Vercellese e Novarese hanno espresso un forte interesse a sviluppare sinergie con il nuovo dipartimento, ai fini sia della formazione sia della ricerca. L’interesse è così forte da suggerire di procedere a sperimentare nuove modalità di coinvolgimento delle imprese, ad esempio la partecipazione ai comitati d’indirizzo dei corsi di laurea, il coordinamento di un piano formativo di tirocini in grado di profilare al meglio gli studenti sui bisogni del contesto industriale, gli strumenti di apprendistato in alta formazione e i dottorati industriali, ma anche la partecipazione come membri invitati ai Consigli di Dipartimento e la promozione degli Stati Generali della Sostenibilità”, così recita ancora il documento.
Due corsi. Perché?
Poi c’è l’altra novità. La laurea magistrale a ciclo unico in giurisprudenza del Digspes di Alessandria (la sede è a Palazzo Borsalino) è uno dei fiori all’occhiello dell’Università del Piemonte Orientale che ancora l’anno scorso ha ottenuto il massimo punteggio del Censis (Centro studi investimenti sociali, istituto di ricerca socioeconomica fondato nel 1964) che l’ha vista, nella sezione delle lauree magistrali a ciclo unico in giurisprudenza, collocarsi al primo posto della classifica, seguita da quelle delle università di Trento, Milano Bicocca e Bologna (in tutto gli atenei classificati sono stati quarantotto). Il corso, da alcuni anni, è sdoppiato tra Alessandria, dove ha sede, e Novara (lo stesso che è accaduto per quello di economia, ma al contrario). Ma adesso potrebbe cambiare il quadro. Se partirà un corso analogo a Novara, quello del Digspes “sarà del tutto complementare” al nuovo che nasce. Certo, c’è chi parla di “un’offerta formativa articolata”, capace “di attrarre studenti che cercano negli studi giuridici prospettive differenti, sia pure in un orizzonte culturale comune” e quindi la lettura che deriva è del tutto positiva. L’enciclopedia Treccani spiega che il termine ‘complementare’ ha due significati. Il primo è: “serve di complemento, cioè di completamento, di integrazione”; il secondo: “Con valore reciproco, di cose che si completano a vicenda”.
Ma è necessario istituire un corso di laurea all’interno di un altro Dipartimento quando ne esiste già uno, articolato su due sedi? Lo stato dell’arte attuale non è chiarissimo, anche in considerazione dei numeri. Se un Ateneo ha moltissime matricole iscritte, può pensare a sdoppiare un corso di laurea. Però al momento Giurisprudenza conta su circa 180 matricole fra Alessandria e Novara. Un po’ poco per raddoppiare un corso di laurea. A meno che nelle prospettive future non vi sia un riassetto ancora più radicale, del quale, al momento, non si trova riscontro nei documenti ufficiali.