di Graziella Zaccone Languzzi
1) 1° maggio, Festa dei Lavoratori: altro appuntamento che purtroppo non ha più senso, vuoto feticcio di una sinistra che dei lavoratori di oggi poco sa, e ancor meno desidera sapere. Per questi signori il 1° maggio è ormai semplicemente la propaganda televisiva e mediatica attorno ad un ‘concertone’ a cui partecipano per lo più sconosciuti di belle speranze, oltre a qualche star militante, che va lì come agit/prop. Poichè però i tempi son quelli che sono, e la sinistra italiana è malato quasi terminale, quest’anno si sono dovuti accontentare di questo povero Fedez. Amen: spiace non per il piazzista (di se stesso) Fedez, ma per milioni di lavoratori precari e allo sbando, privi non solo di solidità e di prospettive, ma persino della basilare sicurezza fisica, come le drammatiche cronache nazionali e anche alessanrine di queste settimane ci raccontano. Lavoratori e lavoratrici che muoiono, o che si trascinano tra precariato, disoccupazione, elemosine di cittadinanza. Questo il modello culturale che pare prevalere nell’Italia di oggi, e temo di domani. Penso poi al dramma delle lavoratrici donne, ancor peggio se madri con figli piccoli: una lavoratrice deve lasciare un neonato di tre mesi in altre mani, perché se prosegue la maternità le viene decurtato parte di stipendio. I sindacati che fanno? Battaglie di retroguardia per i pensionati e i garantiti pubblici: il resto pare non riguardarli, probabilmente non sanno neppure come approcciare il mondo del lavoro di oggi. Sono organizzazioni noventesche, mai rinnovate nel metodo, e nel modo di avvicinarsi alla realtà, che sfugge loro completamente, ormai. Sono soggetti non contemporanei.
Ben che vada, oggi un lavoratore trenta quarantenne è contento di sopravvivere con il suo stipendietto, mediamente inferiore alla pensione dei genitori. Che non è quasi mai enorme: sono i redditi dei giovani ad essere miserissimi, e quasi mai neanche garantiti nel tempo.
Ai lavoratori di serie B, ossia la gran parte, sono state tolte tutte le “armi” con cui far valere i propri diritti. Cosa resta, oggi, dello Statuto dei Lavoratori del 1970? Tale Statuto andava salvaguardato, e migliorato nei decenni, per tenere il passo della realtà. Non è successo, ma paradossalmente gran parte dei vertici dei sindacati confederali ha concluso la propria parabola personale in Parlamento.
Chi sta tutelando i lavoratori? Nessuno nel modo che andrebbe fatto! Di lavoro si muore sempre più, esiste ancora l’Ispettorato Nazionale del Lavoro? Pare di sì, ma la situazione è questa.
Per concludere: il 1°maggio è diventata una giornata di vacanza come un’altra, tranne che per quei disperati che accettano di lavorare per avere qualche euro in più in busta paga, sempre che non scatti l’aliquota per rosicchiarsi parte di quel compenso aggiuntivo. Siamo in Italia.
Voto: 2
2) Un bel 2 anche alla ministra Luciana Lamorgese, per ciò che è accaduto una settimana fa a Milano in piazza Duomo, dove si è riversata una massa di tifosi per festeggiare lo scudetto dell’Inter. Sull’incoscienza dei tifosi non è bastato l’appello della società nerazzurra nel chiedere di festeggiare in sicurezza e responsabilmente. Inevitabile ovviamente il rischio contagi: “Perché la festa per la vittoria dell’Inter può far risalire la curva pandemica e interessa anche il Piemonte”.
Il Ministro Lamorgese a quanto pare non ha bacchettato con rigore il Prefetto di Milano Saccone, il Sindaco Sala e tutti i preposti lombardi al controllo assembramenti Covid. Sè è solo limitata dopo giorni a dichiarare: “ammalarsi e diffondere il virus ora, con la campagna vaccinale in corso, è un’imperdonabile leggerezza”. Avete capito? Per Lamorgese è stata una leggerezza, insomma una carezza, a differenza delle intimidazioni appena l’Italia è diventa gialla. Ci ha minacciato con queste frasi: “Controlli serrati per gli italiani”, “Non è un ‘liberi tutti’ e ancora: “E’ il momento della responsabilità, non si può pensare che dietro ognuno di noi ci sia un rappresentante di polizia”, “Faremo controlli e saremo particolarmente rigidi “. Infatti è accaduto: “Un bambino disabile festeggia il compleanno in cortile con gli amici, interviene la polizia e multa i presenti. E’ successo in un paesino nel Milanese, dove i vicini hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine”.
La cattiva gestione politica con i suoi decreti e imposizioni ha prodotto gli spioni, facendo tornare il Paese indietro di decenni, al tempo dei delatori. Oltre ai danni economici subiti da molti lavoratori, da tredici mesi noi italiani viviamo come carcerati senza aver commesso alcuna colpa, con la pandemia gestita male dall’inizio e tanta approssimazione di preposti chiaramente inadatti al ruolo, senza gli strumenti necessari, con errori, ritardi e altro. Chi è sopravvissuto al Covid ha conosciuto coprifuoco, perdita della libertà, perdita di lavoro, per moltissimi zero reddito. Ma per il fatto di Milano solo un minimo accenno? Sulla prima pagina de La Stampa di martedì 4 maggio si leggeva: “Festa Inter, trentamila in piazza, allarme contagi. Locatelli: così non si onorano i morti pagheremo tutti l’errore di Milano – Sileri: Presto conteremo i danni”. Al Prefetto e a al Sindaco il rimprovero di leggerezza, per tutti gli altri controlli serrati e multe: due pesi e due misure, come sempre.
Voto: 2
3) Il chiodo fisso di Enrico Letta? Matteo Salvini, che è pure il chiodo fisso del PD, dei 5Stelle, delle varie sinistre, delle sardine, dei giornalisti delle principali tv nazionali, di gran parte dell’informazione cartacea, della stragrande maggioranza della magistratura, di certe ONG. Ad ogni rutto di Salvini si aprono le cataratte dell’universo, facendo cadere sul leader della Lega calamità di ogni genere. Tutti coloro che ho menzionato hanno un solo desiderio, che Salvini esca dal Governo, così PD Cinque Stelle e soci minori ‘a rimorchio’ potrebbero fare e disfare in tutta libertà. Torniamo ad Enrico Letta, e al significato di “chiodo fisso”: “l’avere una fissazione, essere ossessionato, un pensiero ricorrente, una cosa a cui non possiamo smettere di pensare”. Nel caso specifico, fissazione e ossessione si uniscono alla paura, quindi dare addosso al nemico n. 1 per il timore che prenda in mano le redini del paese insieme al centrodestra. Il timore è perdere potere, poltrone, cariche, non poter avere più le ‘mani in pasta’ e non decidere più nulla. Formato il governo Draghi, e come prima cosa in aiuto agli italiani e all’Italia in piena pandemia Letta che ha chiesto? Lo jus soli! Da quando si è formato il governo Draghi ad ogni occasione e per molteplici motivi Letta cosa dichiara ai giornali? “Salvini scelga se stare nella maggioranza”. Forse il segretario PD si crede il padrone del vapore Italia. Letta da tempo fuori dal paese reale, forse non ha ancora realizzato che le cose sono cambiate, in Italia quattordici regioni sono governate dal centrodestra e cinque dal centrosinistra, qualcosa è cambiato nel gradimento degli italiani, quindi Salvini ha diritto di stare nel Governo e portare la voce di tutti quegli italiani che gli hanno dato fiducia. Anche un neonato conosce la sofferenza di tutte le attività penalizzate dalle chiusure. Salvini ha solo chiesto di consentire a molte di queste attività di restare aperte fino alle 23, e Letta che ha dichiarato? ““Pensa più al coprifuoco alle 23 che al piano per il futuro dell’Italia. Salvini agisce da irresponsabile così ci porta a un altro lockdown. Scelga se stare nella maggioranza”. Enrico Letta è classe padronale, da sempre, e forse neanche si rende conto che esiste un’altra realtà, con milioni di persone oggi in enorme difficoltà, e senza prospettive. Come diceva San Gerolamo “quando lo stomaco è pieno è facile parlare di digiuno”.
Voto: 2