Spettabile Comune di Tortona,
ho appreso dalla deliberazione di Giunta Comunale n.42 del 20/04/2021 la ridenominazione di Piazza Salvador Allende in Piazza Enrico Bellone, storico della scienza e divulgatore scientifico tortonese. Dal 2011, anno della sua morte, la cittadinanza di Tortona lo ha ricordato in alcune occasioni; l’intitolazione di un luogo è il meritato coronamento della riconoscenza e della stima nei suoi confronti.
Dal 1978 quella piazza porta il nome di Salvador Allende, presidente socialista democratico della Repubblica Cilena dal 1970 al 1973, deposto l’11 Settembre 1973 da un golpe dell’esercito cileno che impose una violenta repressione fucilando i dissidenti e violando i diritti umani; la lunga dittatura di Pinochet lasciò dietro di sé torture, sequestri, omicidi e desaparecidos.
La Giunta ha deciso di cancellare quel nome dalla toponomastica cittadina «in quanto la personalità di Salvator Allende, attuale intitolazione, è priva di legami con il territorio».
Indubbiamente Salvador Allende non ha un posto nella storia tortonese strictu sensu, come non lo hanno altre personalità oggetto di intitolazioni a Tortona, ma la toponomastica non deve avere il paraocchi, soprattutto quando si tratta di personaggi come Allende, studiati a scuola come esempi di opposizione alla dittatura. Nella Storia, non Storia Tortonese, studiata al liceo, lo ricordo per la sua politica improntata su laicità, alfabetizzazione, istruzione, cultura, distribuzione equa della ricchezza, tutela dei diritti delle donne.
In seguito al golpe, l’Italia manifestò solidarietà ad Allende e concesse asilo politico agli esuli cileni; non so se anche a Tortona arrivarono alcuni di loro come non so se la Giunta se lo sia chiesto.
Nella cultura popolare, Salvador Allende è protagonista di canzoni, opere letterarie, cinematografiche e teatrali che lo hanno reso famoso anche fuori dal continente latinoamericano, Tortona compresa.
Poiché la toponomastica riveste un ruolo primario nella formazione della memoria storica, è avvilente vedere una scelta che spazza via un pezzo di storia.
Enrico Bellone è stato uomo di scienza, vicino anche al mondo scolastico, quindi la Giunta ritiene opportuno intitolargli quella piazza «in quanto contigua alle scuole cittadine» senza però pensare che nelle scuole cittadine si studia Storia e qualsiasi manuale scolastico tratta il golpe cileno del 1973.
La deliberazione rimarca che «sull’area anzidetta non insiste alcun nucleo familiare residente ma unicamente una attività commerciale e pertanto deve ritenersi contenuto il disagio arrecato dalla attuale reintitolazione»: una motivazione davvero misera perché sarebbe bastato pensare a un luogo disabitato come un’area verde (per esempio quella retrostante il cimitero che giace in una immeritata trascuratezza) oppure una scuola e non si sarebbe presentato alcun problema di cambio indirizzo per nessuno.
Purtroppo un’iniziativa lodevole lascia una punta di delusione che né Salvador Allende né Enrico Bellone meritano.
«[…] Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore. […] Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano, ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento.»
(Estratto dall’ultimo discorso di Salvador Allende, dal Palazzo della Moneda, trasmesso l’11 Settembre 1973 da Radio Magallanes poco dopo distrutta dai golpisti.)
Paola Re – Tortona