Solvay ha presentato il 26 aprile il ricorso al TAR contro la diffida della Provincia a non produrre più cC6O4 senza specifica autorizzazione, come invece avvenuto finora, e il 27 aprile un altro ricorso al TAR contro le prescrizioni numero 1,7,8 e 9 della nuova autorizzazione che impongono prima di tutto di risanare l’impianto in modo da annullare le perdite in falda avvenute fino ad oggi, e poi di rispettare dei limiti per lo scarico nel Bormida.
Legambiente Alessandria esaminerà il testo di questi ricorsi e prenderà le opportune iniziative legali.
Diciamo però già da subito, a caldo, che a questo punto ci dovrà essere reso noto il testo completo della nuova autorizzazione, senza alcun omissis, in modo da poter proporre un “contro-ricorso” al TAR per annullarla per intero, ed annullare anche quella pregressa, se eventualmente fosse stata rilasciata e fosse ancora vigente, dato che risulta oggi evidente l’incapacità dell’azienda di gestire il proprio stabilimento senza provocare l’inquinamento del sottosuolo, delle falde acquifere e dell’atmosfera.
Ci chiediamo anche con preoccupazione quale possa essere la situazione ambientale e sanitaria attorno al centro di Bollate (MI)dove Solvay dichiara, nei suoi due ricorsi, di avere sviluppato le ricerche sul cC6O4 e altri simili PFAS.
Nel frattempo speriamo che intervenga anche la Procura della Repubblica di Alessandria, sulla base degli esposti che la nostra associazione ha depositato il 30 giugno e il 14 settembre 2020.
Michela Sericano
Legambiente Ovadese