Son in lisandren [U Gnacapiöğ]

Bona Giorgiodi Giorgio Bona.

C’è una vecchia barzelletta che racconta di un mandrogno tornato da Londra con mille interrogativi. Si chiede perché ci siano autobus a due piani e li chiamano bas, città grandi e le chiamano citi, infine un’avvenente signora a Soho gli sussurra lavmi e lui di rimando lavti te brüta ghina.
Certo che l’umorismo nostro è un po’ particolare perché, è vero, quando il grande Gianni Coscia canta a son in lisandren, in tipo an po’ special, c’è tutto il nostro spirito ironico, quello che ci permette di guardare sempre la realtà dal suo lato positivo e di affrontare la vita con spirito allegro, anche quando le circostanze non lo permettono.

Certo, chi fa parte della generazione degli ultracinquantenni, mi viene un po’ di magone a ricordarlo perché ci sono dentro e il tempo è inesorabile, ma anche perché tanti non ci sono più e hanno avuto la sfortuna di lasciarci prima, noi, dicevo, quelli sopra gli anta, che la guerra non l’abbiamo vissuta ma l’abbiamo avuta vicino perché i nostri vecchi e i nostri genitori hanno potuto darci una testimonianza vera di un ricordo sempre vivo, noi anduma che anduma anche se i tempi sono cambiati e lisondria l’è pü cula ‘d ‘na vota.
La nostra generazione, cula d’la vita d’la curt ha cambiato il passo, ricordo ancora il mio cortile in Pista, qualcuno aveva abbozzato uno stradinon come si è solito fare in queste lande e diventò la curt di beij. Ma che beij visto che ieru tücc brüt me u diau. Oh Signor! Lì ne sono state ricamate di storie, noi che da la curt di beij ci spostavamo per andare a vedere le belle mate a la Strà Fonda. Ecco! Lì era il nostro Stretto di Gibilterra, la vecchia Via del Coniglio che nel corso degli anni ha cambiato nome, lì finiva la città e Lisondria sembrava contenerci tutti in una mano. Tücc beij ricord d’alura.

Adesso mi piacerebbe fare come una volta e dire a mia moglie di aggiungere un posto a tavola come faceva Nonna Maria, che aggiungeva un piatto di zuppa in più a qualcuno che non arrivava mai, qualcuno che doveva venire a farci visita all’improvviso e che veniva dal passato a parlarci del dopo.
Io non so chi potrebbe tornare, ma era una bell’usanza, quel piatto vuoto messo in tavola a rimestare chissà che cosa.
Dopotutto noi siamo lisandrem a volte suma an po’ special, ma mai banal.
Alegher.

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