Prosegue la ricognizione dei danni dopo le gelate verificatesi le scorse due notti, con temperature sotto lo zero, su tutta la provincia. I consulenti tecnici Cia Alessandria stanno raccogliendo segnalazioni da parte delle aziende associate e svolgendo sopralluoghi. In linea generale, i problemi maggiori si sono verificati nelle produzioni orticole e fruttifere di fondo valle e nei vigneti, specialmente in media collina dove i germogli avevano già raggiunto la lunghezza di 7 o 8 centimetri e ci sono stati danni da allessamento (“cotto” dal gelo, con tralci necrotizzati).
Dalle prime impressioni sembra che la situazione sia più grave ancora della disastrosa gelata verificatasi nel 2017. Commenta il presidente Cia Alessandria Gian Piero Ameglio: «Siamo preoccupati: quattro anni di distanza tra i due eventi sono troppo pochi; le variazioni climatiche estreme si stanno verificando sempre più ravvicinate nel tempo. Bisogna mettere in campo azioni concrete per gestire i cambiamenti climatici, anche se in agricoltura, contro il gelo, non esistono interventi preventivi».
A registrare i peggiori danni è stato il settore della frutta nel Tortonese: gli alberi sono in fioritura e il gelo ha bruciato le gemme e causato problemi alle allegagioni, cioè la fase iniziale dello sviluppo dei frutti – ritenuta la più importante in funzione del raccolto -, con conseguente cascola. Ciliegie, pesche e albicocche in stato avanzato di fioritura sono compromesse; problemi anche per gli alberi di mele, nonostante la fase vegetativa sia anticipata rispetto ai primi.
Nell’Alessandrino, i primi trapianti da pomodoro da industria sono andati persi.
Nell’Acquese, a patire sono state le uve, in particolare Moscato e le varietà precoci delle viti. Anche le nocciole sono molto in sofferenza: il gelo fa perdere loro i germogli. Alcuni imprenditori stimano una perdita dell’80% della loro produzione.
Nel Casalese, danni registrati nei vigneti per una perdita stimata di circa la metà della produzione. Il nocciolo non mostra danni evidenti, la fase di fecondazione è in corso, possono dimostrarsi conseguenze nelle prossime settimane.
Nell’Ovadese i problemi sono più limitati, data l’altitudine che ha preservato maggiormente le produzioni dal gelo.
Sono necessari alcuni giorni in più per rendersi meglio conto dell’entità dei danni, che sono comunque gravi e diffusi sul territorio; per le uve si constaterà nel mese di giugno l’effettiva resa e perdita di produzione.
Cia ha invitato nella giornata di giovedì l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa per organizzare alcuni sopralluoghi e segnalare alla Regione lo stato di calamità.