Nuovo ospedale ad Alessandria? Calma, un conto è l’annuncio, un altro il cantiere [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

L’Inail aggiorna l’elenco delle opere da valutare, la Regione Piemonte è contenta, ma la strada da fare non è lunga. È lunghissima

 

Come sempre basta un annuncio per scatenare entusiasmi. Purtroppo da raffreddare subito. Questa volta si parla di ospedale nuovo, quello di cui ad Alessandria si discute ciclicamente, senza andare oltre a una chiacchiera tra amici.

La Regione Piemonte diffonde un comunicato in cui scrive così: «Sei nuovi ospedali, più la conferma per due ospedali già in programma, per un investimento complessivo di 1 miliardo e 642 milioni di euro. Il nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) sugli investimenti dell’Inail accoglie tutte le richieste della Regione Piemonte nell’ambito dell’edilizia sanitaria sul territorio regionale. Nello specifico, vengono confermati i 202 milioni di euro per la costruzione in toto del nuovo ospedale dell’Asl To5 e i 155 milioni per quello dell’Asl Vco. Compaiono invece per la prima volta nei piani di investimento immobiliare dell’Inail i nuovi ospedali dell’Asl Città di Torino (185 milioni), dell’Asl To 4 (ambito eporediese, 140 milioni), dell’Asl Vc (Sant’Andrea di Vercelli, 155 milioni), dell’Asl Cn1 (ambito saviglianese, 195 milioni), dell’Azienda Ospedaliera Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria (300 milioni) e dell’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo (310 milioni)».

Allora è fatta? No. Nell’arco di poche ore, dopo quello di Luigi Genesio Icardi, assessore regionale alla Sanità, arriva un altro comunicato, stavolta del presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Raffaele Gallo, e del vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi (Pd). «Il Dpcm al quale fa riferimento Icardi, infatti non prevede finanziamenti – si legge – ma semplicemente l’aggiornamento di un elenco che definisce i progetti valutabili dall’Inail nell’ambito dei propri piani triennali di investimento immobiliare. Ogni progetto, quindi, sarà sottoposto a valutazione. L’inserimento nell’elenco Inail è un passo in avanti, ma non corrisponde affatto a un cantiere. Ricordiamo inoltre all’Assessore Icardi – aggiungono i consiglieri regionali – che la programmazione in materia di edilizia sanitaria compete al Consiglio Regionale e chiederemo con urgenza al Presidente della Commissione Sanità di calendarizzare una serie di sedute di Commissione affinché si proceda all’aggiornamento del piano di edilizia sanitaria regionale a partire dai bisogni reali dei cittadini».

E già così di motivi per festeggiare non ce ne sono molti. Ma basta scorrere il testo del Dpcm per imbattersi in questo passaggio: «L’Inail effettuerà la valutazione tecnico – economica dell’investimento alla consegna dei progetti appaltabili». E per arrivare ad avere un progetto appaltabile è necessario che sia chiaro dove costruire, quale sia il contesto urbanistico, la rete dei servizi, l’interconnessione con l’area urbana. Di tutto questo non c’è né un’idea, né una ipotesi, benché ancora vaga, di progettualità.Insomma, essere inseriti in un elenco è certo importante. Ma se si continua a non ipotizzare un minimo di programmazione urbanistica e di sviluppo, il rischio è di sparire, definitivamente, da quel gruppo. Vero che la programmazione in materia di edilizia sanitaria compete alla Regione, ma è anche vero che se non si creano le condizioni ambientali giuste, è ben difficile che qualcuno decida di investire risorse enormi (la struttura costerebbe trecento milioni, ma poi va allestita e il conto è destinato a salire e di parecchio) per il futuro nuovo ospedale di Alessandria. Da Palazzo Rosso, sede del Comune di Alessandria, arriva questo primo commento: «Una variante per realizzare un ospedale si fa in tempi rapidi. Abbiamo già una idea di come procedere».