Con l’arrivo della primavera quasi 1 alessandrino su 2 (45%) prende in mano zappa e vanga dedicando parte del proprio tempo libero alla cura di verdure e ortaggi, piante e fiori, in vaso o nella terra negli orti, nei giardini e anche su balconi e terrazzi.
Un boom determinato quest’anno dall’esigenza di svago nel lungo lockdown in zona rossa ma anche in molti casi per aiutare i bilanci familiari provati dalla crescente crisi, proprio come avveniva in tempo di guerra.
“Ricordiamo che è consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. La faq pubblicata sul sito del Governo chiarisce che anche nelle zone rosse e arancioni è possibile la cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale, che integra il presupposto delle esigenze lavorative. Quindi la coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito.”
Una precisazione importante che consente gli spostamenti agli agricoltori solo per hobby che coltivano appezzamenti di terreno pubblici o privati per garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta.
Il 33% di chi si considera con il pollice verde ha deciso di esprimere la sua passione per l’agricoltura nel proprio giardino di casa, in terreni di famiglia ma anche in spazi pubblici o negli orti urbani messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni o a titolo gratuito o con affitti simbolici. Esiste poi una quota del 12% che sfoga l’amore per le piante su balconi e terrazzi, verande e davanzali con una vera e propria esplosione di piante e fiori che iniziano a punteggiare di verde e colori il grigio delle città.
Si tratta di una passione nella quale è stata raggiunta una sostanziale parità di genere anche se nell’anno del Covid sono le donne che registrano una partecipazione più alta (46%) rispetto agli uomini (43%), con una diffusione trasversale di fasce di età e territori di residenza anche se dall’analisi emerge una percentuale più alta tra i giovani rispetto agli anziani.
“Il ritorno in orti e giardini ha un alto valore sociale ed economico e offre anche un aiuto al settore florovivaistico, uno dei più colpiti dal Covid, con una passione che non richiede per forza grossi investimenti o grandi spazi con diverse opportunità e investimenti – aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno di tecniche di coltivazione.”
L’investimento per realizzare un orto tradizionale in giardino si può stimare intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati “chiavi in mano” per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono alcune delle regole fondamentali per ottenere buoni risultati.