Ricagni (Fondazione Agrion): “Vino e nocciole asset strategici dell’agricoltura alessandrina”

In rappresentanza di Unioncamere Piemonte, è stato confermato nel nuovo direttivo della Fondazione Agrion il Consigliere Carlo Ricagni, legato in particolare al mondo della vitivinicoltura e con un naturale riferimento all’area dell’alessandrino.

 

Una riconferma all’insegna della continuità, a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto in questi ultimi anni.

Dottor Ricagni, recentemente è stato eletto il nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione Agrion. Quali sono le aspettative per questo secondo mandato?
Gran parte del precedente quadriennio è stato caratterizzato da un percorso di riorganizzazione della struttura che ha visto il consolidamento delle attività di sperimentazione del Centro ricerche di Manta e un riordino delle altre sedi, che avevano perso le caratteristiche oggi attese dal settore agricolo. Per questo il nuovo mandato sarà caratterizzato da una decisa spinta verso la viticoltura e la corilicoltura, settori che fanno parte del patrimonio di esperienza di Agrion, a cui si aggiunge una forte richiesta di attenzione da parte delle loro filiere agroalimentari. Quindi è nostra intenzione mantenere e rafforzare gli ottimi risultati ottenuti all’interno della realtà frutticola di Manta e portare allo stesso livello le altre due realtà legate ai settori vitivinicolo e corilicolo. In particolare, il settore corilicolo, legato alla filiera della nocciola Piemonte, ha forte necessità di consolidare le attività di ricerca e sperimentazione per valorizzare al meglio questo prodotto che in Piemonte, in particolare nelle province di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino, ha ampliato la propria base produttiva.

 

Quali sono le maggiori esigenze e allo stesso tempo le criticità che oggi colpiscono il mondo della vitivinicoltura, con particolare riferimento al territorio alessandrino?
La vitivinicoltura resta uno dei settori più significativi del sud del Piemonte, e la provincia di Alessandria ha a disposizione il Centro ricerche Agrion di Carpeneto che, oggi, ha le condizioni per diventare il punto di riferimento per lo sviluppo della sperimentazione e dell’innovazione in questo settore. Le criticità sono per lo più di carattere economico, poiché nell’alessandrino le difficoltà di alcuni vitigni, tipici di questo territorio, hanno ridotto i redditi delle aziende agricole. La nostra Fondazione, quindi, potrà essere un valido strumento anche per la vitivinicoltura di questi territori fornendo ai produttori gli elementi utili per migliorare la qualità, con particolare attenzione alla sostenibilità delle produzioni. Oggi, la domanda di mercato di vino biologico, insieme ad un ambiente pulito e maggiormente vivibile, è in forte crescita e Agrion può dare un importante contributo ai percorsi di cambiamento che devono affrontare le aziende vitivinicole. Inoltre non dimentichiamo che la viticoltura piemontese è stata colpita dalla flavescenza dorata che ha distrutto interi vigneti: la nostra Fondazione, insieme all’Università ed agli altri Centri di ricerca, ha dato e continua a dare un importante contributo per il controllo della malattia e alla sperimentazione dei metodi di lotta per combatterla.

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Quale futuro immagina per questo settore?
Per far sì che il settore vitivinicolo sia in grado di sfruttare le opportunità dei mercati mondiali e locali, sono convinto che la qualità delle produzioni debba essere sempre più legata al concetto di sostenibilità. Sostenibilità delle produzioni, sostenibilità economica e sostenibilità dell’ambiente, solo così saremo in grado di attrarre il turismo enogastronomico sui nostri territori, accogliendo i visitatori che pretendono un ambiente sempre più attento alla salubrità dei prodotti e dei territori.