La Ue sospenda le agevolazioni tariffarie al riso golpista in arrivo dalla Birmania (Myanmar) che fa registrare in Italia un balzo del +80,5% di importazioni. E’ quanto afferma la Coldiretti su dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2020 in riferimento al colpo di stato delle forze armate che hanno arrestato il premio Nobel Aung San Suu Kyi guida politica del Paese asiatico sotto accusa per genocidio della minoranza Rohingya.
“Alla luce del colpo di Stato è necessario attivare al più presto la sospensione totale del regime agevolato EBA (tutto tranne le armi), concesso dall’Unione Europea – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Il paese asiatico, infatti, continua a godere delle esenzioni tariffarie sulle produzioni di riso della varietà Japonica che sono sospese, invece, per la varietà Indica per la decisione UE di applicare la cosiddetta clausola di salvaguardia. L’aumento delle importazioni dalla Birmania è destinato, infatti, inevitabilmente a sostenere i golpisti in divisa al centro dell’accusa di violazione dei diritti umani e “genocidio internazionale” per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya”.
Nell’ambito dei negoziati internazionali per gli accordi di libero scambio il riso, sia Japonica che Indica, deve essere considerato un prodotto “sensibile” dalla Commissione Ue, evitando concessioni all’import nelle situazioni di mancato rispetto del diritto internazionale.
“La provincia di Alessandria ha una produzione risicola pari a circa 2.500 ettari, concentrati nella zona del Casalese, un tassello che va ad inserirsi nei numeri importanti che fanno del Piemonte la prima regione in Europa per produzione: 8 milioni di quintali, 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari – ha continuato il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Bisogna superare gli ostacoli tecnici alle esportazioni agroalimentari Made in Italy per riequilibrare i rapporti commerciali nell’agroalimentare, certo la stagnazione degli scambi commerciali riguarda molte produzioni agroalimentari a causa delle difficoltà nei trasporti tra Paesi, degli ostacoli e dei rallentamenti posti alle frontiere ma anche dalle misure di sicurezza applicate in molti Paesi come la chiusura forzata di bar e ristoranti che ha pesato su produzioni di pregio come il vino. Gli effetti della pandemia hanno fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dalla produzione agricola per l’alimentazione, l’ambiente e la salute dei cittadini”.
Grazie al docufilm “Rice to Love”, prodotto da Coldiretti Piemonte con il regista Stefano Rogliatti, è stato possibile far conoscere alla società la verità di quei luoghi e della situazione generata alle popolazioni dalle multinazionali e dai governi, rendendoci più consapevoli di cosa c’è dietro a quello che portiamo sulle nostre tavole.
L’Italia è il maggior produttore europeo di riso, con 228 mila ettari coltivati e 4 mila aziende agricole che raccolgono 1,50 milioni di tonnellate di risone all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione Ue e con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.