Il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni e il consigliere Andrea Cane, responsabile Enti Locali della Lega per il Piemonte, intervengono sul consiglio aperto convocato per discutere della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonei ad ospitare il deposito nazionale rifiuti radioattivi e delle ricadute che questa decisione potrebbe avere sulla nostra regione.
“Avremmo voluto che un consiglio aperto fosse dedicato ad altre emergenze, a iniziare dalle conseguenze economiche di una pandemia che questo morente governo non è stato capace di gestire – commenta il presidente Alberto Preioni -, e invece dobbiamo parlare dello scriteriato progetto di scavare un cimitero nucleare nel cuore del nostro Piemonte. Probabilmente, l’avvocato Conte sperava che l’emergenza sanitaria si trasformasse in un efficace paravento dietro il quale nascondere le sue azioni, quelle di uno esecutivo neoborbonico che tutto accentra, tutto vuole e tutto decide sulla testa non di cittadini, ma di sudditi. Il confronto con i territori? Non pervenuto. La promessa di compensazioni? Rimandata a un tempo indefinito. Resta la follia di voler immagazzinare tonnellate di immondizia radioattiva in mezzo ai filari dell’Erbaluce, ai campi dove si coltiva il peperone di Carmagnola, alle terre dell’Alessandrino contrafforti di un patrimonio dell’Unesco. Per questo motivo, non resta che appoggiare la proposta di buonsenso già avanzata dal nostro segretario e capogruppo alla Camera Riccardo Molinari: fermiamoci. Facciamolo perché ce lo impone la pandemia, perché la nostra Regione non può pensare a come gestire l’eredità del nucleare mentre siamo stremati nell’epocale lotta contro il Covid. Fermiamoci perché né il Canavese, né il Carmagnolese né la provincia di Alessandria possono essere sfregiate da questa decisione. Piuttosto, apriamo un confronto franco, senza imposizioni e senza pregiudizi con quei territori che come il complesso di Trino-Saluggia sarebbero disponibili ad ospitare un sito nazionale di stoccaggio, ragionando adeguatamente sulle compensazioni economiche e ambientali di questa scelta. Se vogliamo parlare di eredità atomica iniziamo da qui, dai territori. Delle prerogative, dalle paure e dalle disponibilità del Piemonte e dei piemontesi. E smettiamola di calare le decisioni dall’alto, godendo del favore delle tenebre come è abitudine dell’avvocato Conte e dei suoi fiancheggiatori, nella speranza che possano finalmente andare a casa e non continuare a nuocere all’Italia”.
“Oggi sono intervenuto in Consiglio regionale presentando il mio ordine del giorno per ribadire ancora una volta la necessità di coinvolgere sindaci e cittadini – aggiunge il consigliere Andrea Cane – che dopo un anno di lotta contro il Covid non dovevano essere investiti anche da questa improvvida azione del governo. Entrare a gamba tesa su territori con una profonda vocazione agricola e turistica usando come un maglio notizie che impattano immediatamente sull’economia locale è stata l’ennesima vergogna del nostro appena “ridefunto” governo Conte. Proprio oggi ho avuto modo di risentire il sindaco di Trino che ha ribadito la sua disponibilità a ridefinire un sito di stoccaggio all’interno dei propri confini comunali. Assieme al suo esempio proattivo, mi preme però sottolineare che in questa fase, con la pandemia ancora in corso, non è possibile fare dibattito sui territori, ma solo fra istituzioni, e solo su internet. Per tema di tale portata non basta un confronto on line ma serve una discussione “in presenza”. Di conseguenza, la tempistica decisionale dovrà essere assolutamente allargata: la cosa più saggia per tutti è quella di fermare questo iter perché sia veramente affrontato nei nostri municipi e sui nostri territori”.
Parole di cautela arrivano anche dall’Assessore all’Ambiente Matteo Marnati: “Il parere del territorio per noi è fondamentale. Dobbiamo ascoltare gli enti locali e continueremo a farlo. Siamo gli unici, al momento, ad aver convocato il tavolo per la trasparenza, proseguiremo con questa attività, ogni due settimane, per dare tutte le informazioni e il supporto. A fine iter il Piemonte sarà chiamato, come tutte le regioni, per autocandidarsi, se non ci sarà la disponibilità di qualche Comune non daremo parere positivo”.