“Grazie ad una serie di emendamenti proposti in questi ultimi giorni dalla Lega in commissione Bilancio, che hanno avuto l’appoggio di tutto il Centro Destra e sono stati accettati dal Governo, nella prossima Legge Finanziaria ci sarà un occhio di particolare riguardo per il mondo delle imprese e delle partite Iva, duramente provate da questi mesi di pandemia”.
Così l’On. Riccardo Molinari, Capogruppo della Lega alla Camera, commenta gli importanti risultati ottenuti dai deputati della Lega in commissione Bilancio, con provvedimenti che vanno dall’esenzione del pagamento per un anno dei contributi previdenziali per lavoratori autonomi e partite iva che hanno subito riduzioni di fatturato nel 2020 rispetto al 2019, fino
alla riduzione dell’Iva al 10% per i ristoratori che fanno servizio da asporto, allineando l’aliquota a quella del servizio al tavolo, come da sentenza della Corte di Giustizia Ue. Inoltre, sempre su proposta della Lega, sarà sospeso l’obbligo di partita iva per chi opera nel terzo settore (volontariato), e viene rinviata l’entrata in vigore della sugar tax sulle bibite. “Le misure a sostegno dei ristoratori – sottolinea l’on. Molinari – sono una goccia nel mare, ancora ampiamente insufficienti, dato il trattamento che in questi mesi ha riservato loro il Governo Conte”.
Aggiunge l’on. Molinari: “La Lega si è anche battuta perchè la nuova Legge di Bilancio ridisegnasse il ‘contratto di espansione’, consentendo anche alle imprese con un numero non elevato di addetti di utilizzare strumenti come naspi e cassa integrazione per accompagnare alla pensione i lavoratori più anziani, assumendo contemporaneamente giovani, in una sorta di staffetta generazionale. Le riorganizzazioni aziendali, insomma, sono in molti casi indispensabili, ma devono essere fatte guardando al futuro. Al termine del blocco dei licenziamenti previsto per fine marzo il nostro Paese si dovrà confrontare con una realtà molto complicata: rischiano di ‘disintegrarsi’ intere filiere produttive, soprattutto nelle regioni del Nord, e questo è francamente inaccettabile, e sarebbe un disastro per l’intera economia italiana”.