Stiamo attraversando un difficile momento ed è proprio quando le difficoltà aumentano che diventa importante concentrarci su una idea di futuro che prenda in esame aspetti economici, sanitari e sociali del nostro sistema paese.
In questi anni abbiamo assistito in silenzio e maldigerito nella provincia di Alessandria, e non solo, ad una politica sanitaria fatta solo di tagli, e chiusure di servizi, dove il pensiero comune degli amministratori regionali era quello di far quadrare i bilanci aziendali, senza però guardare a quello che accadeva realmente sul territorio.
Siamo stati e rimaniamo a livello regionale la provincia che sta pagando a caro prezzo, sia in termini di morti e di contagi, questa pandemia e questo perché ci siamo trovati a gestire una rete ospedaliera e territoriale piena di falle.
Ma non solo il covid ha messo in evidenza le criticità sanitarie. Basti pensare ai tanti territori montani dell’ovadese del gaviese, dell’acquese, del tortonese e del casalese che in breve tempo si son visti privare di molti servizi.
In questi anni si è voluto modificare l’esistente per “potenziare”, con scarsi risultati, solo l’ospedale di Alessandria, cercando di farlo diventare punto di riferimento provinciale ma se poi realtà come Acqui, Ovada, Tortona e Valenza subiscono un ridimensionamento dei propri ospedali e dei propri servizi, le conseguenze sono state le numerose mobilitazioni che hanno visto amministratori e cittadini scendere in campo per tutelare il diritto alla cura e alla salute.
Ancor più grave le grosse criticità di strutture come le RSA dove la precarietà del sistema gestionale ha di fatto mandato in tilt e aggravato ulteriormente la macchina sanitaria regionale, che di fatto non ha retto all’impatto.
Voglio ricordare che la provincia di Alessandria è un territorio con un alto numero di cittadini anziani e cronici che si sono trovati in poco tempo ridotti i servizi e le conseguenze sono state a dir poco allucinanti, dove il “pendolarismo sanitario” ha creato non pochi problemi a tutti!!!
Non è immaginabile modificare l’assetto di un solo ospedale, che è sì importante, se non si modifica l’intera rete ospedaliera complessiva territoriale rispondendo e confrontandosi con tutte le forze politiche, economiche e sociali sulle esigenze vere di ciascun territorio.
E aggiungo è anni che si parla della realizzazione del nuovo ospedale di Alessandria ma a che punto siamo? Ma sarà mai possibile che ovunque li progettano e li realizzano e da noi nemmeno si prende sul serio l’ipotesi?
Il nuovo ospedale è fondamentale per una sanità del futuro competitiva e al passo con le innovazioni tecnologiche, è, e può diventare un polo di collegamento per la sede universitaria Alessandrina e non solo.
Altro punto importante e dolente è il territorio dove manca ancora oggi, anche dopo gli eventi covid, una vera sinergia tra MMG e le ASL di riferimento. Mancano le risorse umane (medici infermieri, oss e tante altre figure), manca una seria politica territoriale dove le parole importanti devono diventare prevenzione cura e assistenza al proprio domicilio. Mancano le case della Salute che possono essere strutture in grado di decongestionare la rete ospedaliera e non dare in mano ai privati molti dei servizi mancanti sul territorio.
Non a caso che in questi ultimi anni abbiamo visto nascere nella nostra provincia alessandrina laboratori e strutture private convenzionate chissà come mai!!!
Abbiamo visto che gestire la sanità come una azienda non ha di certo premiato. Troppi errori, troppi tagli, troppe politiche sanitarie sbagliate e le conseguenze le stiamo pagando a caro prezzo. La politica ha enormi responsabilità, ha sbagliato molte volte, e continua a sbagliare. Ora non può più permettersi errori, ma allo stesso tempo va aiutata da persone competenti e capaci. La sanità non è un teatro:non si può improvvisare!!
La Salute è un bene comune, un diritto sancito dalla nostra Costituzione ha bisogno di tutti per essere garantita ad alti livelli. Le parole che devono entrare nella testa di chi poi governa i processi di politica economica sanitaria devono essere “appropriatezza, efficacia, efficienza”.
Questa pandemia ha messo in evidenza le molte difficoltà e criticita che oggi vive il nostro SSN a partire proprio da quelle risorse umane, medici, infermieri, oss, fisioterapisti, tecnici di laboratorio che sono e rimangono la spina dorsale della sanità ma che non possono reggere ancora per molto se non si ha il coraggio di investire di più e meglio per evitare una ennesima strage di innocenti.
Vincenzo Costantino – Operatore Sanitario