Alla luce dell’incontrollata proliferazione degli animali selvatici, con il numero dei cinghiali in continuo aumento sul nostro territorio, e del fatto che le Province presentano carenze strutturali in termini di organico per attuare i piani di controllo, è necessario che la Regione e la Prefettura prendano in considerazione, in via del tutto eccezionale, la possibilità di coinvolgere, oltre ai proprietari e conduttori di fondi, anche i cacciatori nell’attuare gli interventi di contenimento, stante la sospensione dell’attività venatoria, compresa la caccia di selezione”, è quanto sostengono il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo rispetto alla situazione che vede la necessità di fermare l’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti causati dalla fauna selvatica.
A complicare il momento c’è la diffusione della Peste Suina Africana, rispetto alla quale un possibile veicolo di contagio possono essere proprio i cinghiali che non si curano di zone gialle, rosse o arancioni e il cui numero si è moltiplicato in Italia dove si stima la presenza di circa 2 milioni di esemplari.
“Va mantenuta alta l’attenzione rispetto ad una situazione che sta mettendo a rischio l’equilibrio ambientale degli ecosistemi territoriali anche in aree ad elevato pregio naturalistico e che, se non si prevedono azioni specifiche nell’immediato, tenderà ad assumere una connotazione di sempre maggiore criticità – continuano Bianco e Rampazzo -. Per questo, come alcune altre regioni hanno fatto in questi giorni, vanno adottate delle misure specifiche e “non consuete”, altrimenti non si aiuta la ripresa e la gestione dei territori già colpiti duramente dalla crisi causata dalla pandemia. Se per effetto delle misure volte al mitigare il diffondersi dell’epidemia l’attività venatoria è sospesa, occorre rendere più efficaci i piani di contenimento che, allo stato attuale, non in tutte le province del Piemonte sono risultati sufficienti ed adeguati. La situazione venutasi a creare è insostenibile non solo per le imprese agricole, ma anche per i cittadini la cui sicurezza non è assolutamente preservata; per queste motivazioni è necessario non perdere ulteriore tempo ed adottare, fino al perdurare dello stato di emergenza sanitario, le misure adeguate prima che sia troppo tardi”.