Il Centro di Ascolto diocesano ha accolto, in questi mesi, molte nuove richieste di aiuto. La celebrazione del prossimo 15 novembre, invita a non essere insensibili a queste grida di dolore.
In quest’anno, i tanti volontari e gli operatori dei servizi Caritas hanno visto ancor più nitidamente le fragilità della comunità ma anche vere iniziative di solidarietà che hanno coinvolto giovani e meno giovani in gesti di vero amore.
Quest’anno la pandemia da Covid19 e le direttive per contrastarne la diffusione, impongono a Caritas e all’associazione Opere di Giustizia e Carità di evitare i momenti di animazione e di condivisione con i quali, negli scorsi anni, la comunità è stata coinvolta nell’incontro con i poveri. Ma la chiamata a tendere la mano ai più fragili non viene meno. La celebrazione della Giornata dei Poveri invita a mettere in questione i nostri stili di vita, spesso al di sopra delle nostre possibilità, per spalancare gli occhi su coloro che ci vivono accanto mettendo da parte ogni forma di indifferenza.
Sono i poveri che ci aiutano a ridimensionare le nostre aspirazioni e i nostri desideri.
Sono i poveri i nostri “padronissimi”, come diceva San Giuseppe Benedetto Cottolengo, il grande santo della carità scaturito proprio dalla nostra terra. Ha vissuto con i poveri, condividendo tutto; soprattutto li ha amati.
Sono i poveri a richiamarci il valore dei gesti, degli sguardi, degl’incontri, delle relazioni, della carità.
Sono ancora i poveri a mettere in noi la nostalgia delle cose pulite senza essere appesantiti da inutili fardelli che ci trasciniamo dietro.
Accorgerci della loro presenza ci obbliga a maggiori condivisioni di tempo, di spazi, di denaro, di cose, di attenzioni e di gesti.
Semplicemente camminiamo insieme nella solidarietà, nella giustizia e nella vera pace.
Cogliamo nei poveri il Signore che ancora una volta ‘bussa’ alla nostra porta.
Padre Daniele Noè, Delegato Vescovile per la Pastorale della Carità
Il servizio, il tendere la mano, è l’espressione concreta della solidarietà. Quella solidarietà che il papa esprime nell’Enciclica appena scritta: “Solidarietà è una parola che esprime molto più che alcuni atti di generosità sporadici. È pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. […]” (FT 116). Pensare ed agire in termini di comunità!Veniamo richiamati al valore profondo della comunità per sentirci comunità; per sentirci fratelli e agire non solo da singoli e per i singoli, ma come appartenenti ad una comunità per la Comunità, per tutti i figli di Dio.