di Pier Luigi Cavalchini
Sconfitta meritata e, ancora una volta, come già successo con il Monza l’anno scorso, sono proprio alcuni ex a “farci male”.
Iocolano, l’allenatore D’Agostino, lo stesso Celiak – anche se in misura minore – hanno disputato una delle loro migliori partite facendo bella figura, tanto per cambiare, proprio contro i Grigi.
Un rapporto di “amore-odio” particolarmente percepibile con Iocolano, impegnato a far vedere quel che vale e, spero, finalmente con “pace dei sensi raggiunta” in modo da permetterci di uscire dall’incantesimo.
La cronaca è presto fatta. Squadra troppo rinunciataria e male organizzata, con problemi a centrocampo e sulle ali, con il risultato di aprire varchi generosi per i nostri avversari blu-azzurri. In questo modo Galli, uno dei migliori in campo, ha portato in vantaggio i lecchesi già al sesto minuto di gioco, mettendo le premesse per una partita in discesa …ma solo per loro.
Un confronto in qualche modo “benedetto” dal pubblico, anche se con sole mille unità e che, per lunghi tratti, ha fatto ricordare le partite a cui siamo abituati.
In difficoltà i Grigi per tutto il primo tempo e i primi quindici minuti della ripresa, con Scognamiglio e Mora che rimediano due “gialli” per interventi evitabili, specie una volta verificato il tipo di arbitraggio molto particolare del sig. Rutella.
Il Lecco ha cercato nella bagarre degli spazi piccoli, sperando in rimpalli favorevoli, le sue giocate più importanti, non disdegnando veloci azioni di rimessa. Ci è riuscito. Con Sulijc e Arrighini parecchio al di sotto dei loro standard, con Corazza spesso a fare il centrocampista aggiunta si fa poca strada e, forse, i cambi dei primi due sarebbero dovuti avvenire ben prima.
Qualche giocata interessante l’ha abbozzata Casarini, con un tiraccio a fil di palo, alla destra del portiere lecchese, al 4° minuto del secondo tempo, così come ha ben figurato nei cambi Castellano. Buona la rovesciata di Corazza al sessantesimo di poco sopra la traversa, come discreta la prova di Chiarello, nello spezzone di secondo tempo giocato. Discreta anche la prova di Di Quinzio come quella del solito Cosenza, ma è l’insieme che è mancato.
Troppi palloni sprecati, buttati avanti alla “viva il parroco”. Poca capacità di contrastare efficacemente l’aggressivo centrocampo lombardo, poca fluidità nei passaggi e zero ripartenze, soprattutto sulle ali, con il risultato di favorire le incursioni avversarie. E proprio su uno di questi rilanci veloci si è fatto trovare pronto, anche grazie ad un rimpallo favorevole, il “nostro” Iocolano.
Così dopo il primo gol a inizio partita si arriva, al 35′ del primo tempo, ad un secondo “K.O.” più che meritato. Mora, autore comunque di una gara apprezzabile in mezzo ad un grigiore (non di maglie) sconfortante, ci mette una pezza e riesce ad accorciare le distanze con tiro praticamente uguale a quello di Iocolano. Arrivati ad un fortunoso due a uno … si prova l’impossibile. Anche se, a onor del vero, c’era stato poco prima un palo pieno del nuovo entrato Capogna, con Crisanto battuto, giusto a rimarcare la supremazia netta dei Lecchesi.
Ma fino al novantacinquesimo non succede praticamente più nulla e, pensiamo, ci sarà molto da lavorare per Gregucci e compagni se si vorrà essere all’altezza delle aspettative.
Lecco 2 – Alessandria 1